BOLOGNA – Dal 10 settembre, Bologna Festival riprende a pieno regime la sua programmazione: si parte con il concerto all’aperto dell’Orchestra Barocca Zefiro nel Parco di Villa Isolani alle 20:30. Il direttore d’orchestra sarà Alfredo Bernardini. Dal 17 al 28 ottobre poi, sarà la volta della rassegna Il Nuovo L’Antico, che che quest’anno in ogni suo programma interseca con studiata originalità musica antica e contemporanea e che si svolge come sempre nell’Oratorio di San Filippo Neri. In questo articolo, intervistiamo la sovrintendente della kermesse Maddalena da Lisca.
Nonostante quest’anno si tratti di un’edizione un po’ particolare a causa dell’emergenza Covid, non perde il suo fascino il Bologna Festival, da 40 anni kermesse dedita all’organizzazione di concerti di musica classica tra i più importanti. Quest’anno, a svolgere il ruolo di sovrintendente è Maddalena da Lisca di cui parleremo più avanti. Ma ripercorriamone la storia! Nacque nel 1982 da un encomiabile sodalizio tra privati cittadini che sentivano la necessità di sopperire ad una carenza culturale nella città, pur produttrice di spettacoli lirici e musicali di pregio. Lo scopo era dare la possibilità al pubblico bolognese di ascoltare i musicisti più celebri e le orchestre più blasonate della scena internazionale che non si erano mai esibiti sui palcoscenici della città. Bologna entrò così nel gran tour della musica classica ospitando I Grandi Interpreti, direttori, solisti, orchestre, ensemble concertistici tra i più importanti del momento.
Direttore artistico di questi primi fastosi dieci anni fu Lino Britto che ideò per ogni anno un tema monografico sempre incentrato sui Grandi Interpreti. Poi dal 1992 con la nuova direzione artistica di Mario Messinis il Bologna Festival si arricchì di ulteriori temi come Il Nuovo e l’Antico, in cui viaggiano in parallelo un programma di musica antica eseguita filologicamente, e un programma di musica contemporanea e del Novecento aperto all’intuizioni più originali, e Talenti che vede giovani promesse del concertismo internazionale debuttare a Bologna.
Maddalena da Lisca nel Bologna Festival ci vive da ventotto anni ed passata da coordinatore artistico a direttore generale e infine, da poche settimane, sovrintendente, dopo le dimissioni di Mario Messinis. “In tutti questi anni la direzione artistica è sempre stata assolutamente contigua alla direzione generale. Mario ed io abbiamo vissuto contagiandoci a vicenda, e anche nelle immancabili divergenze che potevano portare a baruffe, riuscivamo sempre a trovare una mediazione, un accordo condiviso”.
Una gestione a due? “Mario aveva me, io ora sono sola. Certo lui rimane ancora il mio punto di riferimento in caso di bisogno quando faccio il programma”. Immagino che sia stata una chiusura dolorosa per Messinis. “Questo è stato il suo ultimo incarico, al quale era affezionatissimo. Abbiamo avuto davvero fortuna ad averlo per noi: uno degli ultimi grandi sovrintendenti, direttori artistici, musicologi e critici d’Italia. Perché Mario ha una folgorante capacità di sintesi del pensiero musicale e una chiara e sedimentata conoscenza della grande epopea della musica occidentale, e in oltre ama tenersi aggiornato sulle novità della musica contemporanea. Ma la sua capacità più rara è quella di essere sia un profondo conoscitore del repertorio musicale sia un attento intenditore degli interpreti. Con la sua forza persuasiva riusciva a convincere gli artisti sulle esecuzioni, li stimolava, e scommetteva su capacità che essi stessi non pensavano di avere. Sapeva offrire agli artisti occasioni di cimentarsi in qualcosa di nuovo. In realtà non sono poi tanti i grandi interpreti che si lasciano condurre su sentieri non rodati. Uno è Temirkanov, il celebre direttore russo, che si è sempre dimostrato molto aperto. Mentre le grandi orchestre di solito ti propongono un programma già definito e non sono disponibili a cambiarlo. Le grandi star, poi, difficilmente si lasciano fare da altri il programma da eseguire, ad esempio il grande pianista russo Sokolov prepara due programmi ‘blindati’ all’anno e con quelli gira il mondo”.
L’Unesco ha nominato, prima in Italia, Bologna Città della Musica, riconoscendole un passato musicale antico, radicato e ricchissimo e un presente creativo e attivo.
Infatti è molto vivace l’offerta di classica in tutte le stagioni. “Stimiamo che ci siano approssimativamente tra gli otto e i dieci mila utenti, che di certo non possono fare tutti gli abbonamenti che vengono proposti, anche perché dovrebbero andare al concerto tutte le sere della settimana. Comunque le sale cittadine si riempiono abbastanza ad ogni serata, e non è una cosa così scontata con sale da mille, mille trecento posti. Per di più l’Emilia Romagna è assai dinamica in campo musicale e i bolognesi amano molto andare in trasferta. Quello che succede nella nostra regione è primario nel campo della distribuzione della musica in Italia perché sono tanti i centri diffusi sul territorio e tutti intraprendenti”.
Il teatro Manzoni, ottimo auditorium cittadino, è preso d’assalto dalle organizzazioni musicali e dal Teatro Comunale che lo usa come sala prove. “Anche il Palazzo dei Congressi, l’Europauditorium, è affollatissimo. Noi facciamo i salti mortali per programmare il calendario dei nostri concerti. A Bologna manca una sala da quattrocento posti, una mezza misura”.
Non abbiamo necessità di un grande spazio come si era vagheggiato col progetto, fantastico, di Renzo Piano e Claudio Abbado? “Sappiamo bene che quando si crea l’infrastruttura si crea di conseguenza anche l’indotto, la necessità di usarla. E’ l’effetto di avere un teatro funzionante. Siamo stati testimoni di quanto è aumentato il livello culturale musicale a Bologna da quando il Teatro Manzoni è stato aperto. Io, però, ho un sogno, una sala da concerto a misura di bambino, dove i piccoli spettatori possano girare, sedersi per terra, ovunque, toccare, mangiarsi i popcorn, bersi il biberon”.
Il Baby BoFè è la stagione di musica classica ideata già da anni dal Bologna Festival: un bellissimo modo di crescere un pubblico di appassionati.
“E’ un seminare che serve. Ci rivolgiamo a bambini anche piccolissimi, dai 3 agli 11 anni, per i quali programmiamo un ciclo, perché è la continuità che riesce a costruire. Chi ci segue rimane quasi sempre inesorabilmente conquistato dalla musica. Sono momenti ludici di puro piacere che saranno fondamentali nella crescita dei piccoli”.
Poi dopo la stagione di musica classica per bambini avete ideato il ciclo Note sul registro rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado composto da lezioni-concerto, percorsi interdisciplinari tra arte e musica, workshop e invito all’ascolto: un ulteriore decisivo passo per la crescita dell’educazione culturale e musicale.
E finanziariamente? “Fino al 2008 siamo stati quasi totalmente sostenuti da privati, personalità eminenti del mondo imprenditoriale e culturale di Bologna, e dalle banche del territorio, oltre che dalle vendite della biglietteria. Ma con la crisi economica il privato tagliò nettamente e inesorabilmente le sponsorizzazioni. Per fortuna siamo riusciti a sensibilizzare le istituzioni pubbliche e da allora abbiamo più finanziamenti pubblici che privati, benché tra le società di concerti in Italia siamo ancora quella che ha forse maggiori finanziamenti di privati. Posso dire che la classe produttiva bolognese è sì sensibile, ma non così generosa. La situazione economica a Bologna in questi anni è stata abbastanza favorevole: nella ricerca di fondi ho incontrato gente fantastica, appassionata, che si fa carico della difesa di questo patrimonio culturale della città. Ma ho anche riscontrato alcune assenze delle grandi realtà economiche parastatali che mi lasciano stupita. Ovviamente so che è più facile e forse più visibile dare soldi per lo sport. Da tempo noi siamo una Onlus che benefica delle detrazioni fiscali a favore di chi ci sostiene, purtroppo però l’art bonus non si applica alle società di concerti, ma siamo speranzosi che presto possa arrivare anche per questo settore”.
Il prossimo 8 aprile s’inaugura la trentanovesima edizione del Bologna Festival 2020 che è la prima stagione da sovrintendente di Maddalena da Lisca.
Una stagione molto ricca e articolata e mai banale, (la trovate di seguito), degna espressione di una città musicalissima come Bologna.
- Giacomo Puccini celebrato in musica a 100 anni dalla sua scomparsa – 26 Giugno 2024
- Don Giovanni di Mozart al teatro Nouveau di Bologna – 31 Maggio 2024
- Pessoli e Manai duettano alla Galleria P420 di Bologna – 27 Maggio 2024
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