Elisabetta Rogai. In Primavera non si può fermare l’arte

Elisabetta Rogai. In Primavera non si può fermare l’arte

ITALIA – Abbiamo chiesto a Elisabetta Rogai come vive la vita d’artista in questo periodo di #iorestoacasa, scoprendo una volta di più di quanto questa epidemia ci porti a riscoprire una spiritualità sommersa in noi. Ed è l’attualità di una frase di Madre Teresa di Calcutta che ce lo ricorda.

elisabetta rogai mywhere

In questi giorni di forzata reclusione non mi sono lasciata coinvolgere da tristi pensieri, ho intrapreso la ricerca del bello con un itinerario fantastico, sono ritornata bambina e mi sono cimentata in una nuova avventura, come un gioco, usando i colori, guardando con nuovi occhi e attenzione la natura, i fiori, gli alberi, le pietre, fortunatamente vivo in campagna e tutti i giorni ho uno spettacolo nuovo.

elisabetta rogai mywhere

Una felicità, la mia, silenziosa, che non fa rumore, spinta dalla curiosità per guardarsi intorno e vedere con nuovi occhi un mondo di verde, che cambia, si anima, colori e odori diversi, suoni diversi, uno scorcio sulle vigne attigue al mio giardino, l’ultima luce aranciata della sera che accarezza il tappeto verde punteggiato di margherite, a casa mia ci si arriva da una vecchia strada, come una storia quasi dimenticata, ripercorrendone i passi attraverso le pietre, i sassi e le persone che stanno cercando di salvare campi e tradizioni, un mondo da capire per farlo proprio, per rispettarlo.

elisabetta rogai mywhere

La verità è che mi ritengo molto fortunata. Non vivo “reclusa” tra 4 mura ma in un antico casale nel verde, un nascondiglio dei sogni, dove arrivano le grida dei fagiani innamorati, dove i glicini, come amanti, sono avviluppati agli alberi più alti, e il vento, la sera, carezza l’argento degli ulivi.

Quadro di Elisabetta Rogai
Gli ulivi nel giardino di Elisabetta Rogai

Tutto mi ispira e lo fisso sulla tela, osservo attentamente il risveglio dei  fiori, guardo il tronco d’un albero per scoprire il percorso delle sue fasi di crescita, guardo il glicine fiorito sul cancello di casa, dove il silenzio della natura ha un suono, quel silenzio che oggi viviamo e che sarà la ripartenza per il domani, quando torneranno i rumori, quando torneremo a vivere e a far rumore abbandonando il silenzio del dolore per chi abbiamo perduto, per ricordare, per saperci rialzare, e dunque vado avanti, nel mio mondo di silenzio, in attesa che sia rotto dal suono di una risata di un bambino, guardandolo negli occhi perché l’arte non si deve fermare

elisabetta rogai mywhere

Guarda gli alberi, i fiori, l’erba – perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta – crescono in silenzio, guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio… Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime.

elisabetta rogai mywhere

Sito ufficiale dell’artista

 

Cristina Vannuzzi

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