ITALIA – Il nostro cammino nel meandri più originali della rete continua. Oggi intervisto Lamberto Funghi, creatore del blog GiroViaggiando, un Indiana Jones italiano che va oltre lo standard per raccontare i suoi viaggi unici. Ma qual’è il futuro dei travel blogger?
Travel blogger, viaggiatore seriale, amante dei vagabondaggi, slow traveller per vocazione. Io però preferisco definirlo moderno avventuriero. Sto parlando di Lamberto Funghi, creatore del blog GiroViaggiando, uno che dall’amore sfrenato per i viaggi ci ha costruito una professione vera e propria.
Giugno, come vi stiamo raccontando, è il mese che celebra la lentezza e Lamberto Funghi, in questo discorso, ci sta come il cacio sui maccheroni. Perché Lamberto è uno slow traveller. Lo è sempre stato. Assapora ogni attimo, ogni momento, ogni dettaglio del suo percorso. Per lui un viaggio è un’emozione, una scoperta, è una ricerca. Racconta ogni luogo in cui si imbatte con l’obiettivo di valorizzarlo, dando luce ai talenti che possiede, molti, dalla comunicazione alla fotografia, fino ad arrivare al marketing territoriale.
Conosco Lamberto Funghi da un po’ e ciò che mi ha sempre colpita di lui è senza dubbio la passione fusa all’originalità. Questo mix di queste due componenti rendono il blog GiroViaggiando una perla della rete. La passione e l’originalità si palesano nei suoi post, dove non troverete informazioni tecniche o percorsi standardizzati ma spunti, riflessioni, curiosità, opportunità per andare “oltre lo standard” come spiega il travel blogger.
Nell’intervista che tra poco andrete a leggere Lamberto Funghi non mi ha raccontato soltanto i servizi che il suo blog offre e tutte le sue esperienze in giro per il mondo (dalle quali attingerò appena potrò viaggiare, statene certi) ma ha anche analizzato il futuro del travel post Coronavirus.
INTERVISTA A LAMBERTO FUNGHI: “VI RACCONTO LE ORIGINI E L’IDENTITA’ DI GIROVIAGGIANDO”
Il travel blogging sta spopolando, come abbiamo visto nella precedente intervista a Human Safari, ma solo alcuni progetti riescono a durare nel tempo. Ci racconti come hai avuto l’idea di aprire un blog legato a questo tema?
Il mio Blog Giroviaggiando è nato nel 2017, ma la mia passione per i viaggi da molto prima. Però ho sempre amato i viaggi un po’ fuori dalle righe, che mi permettessero di esplorare e conoscere la realtà dei luoghi e tutto quello che esisteva “fuori dal pacchetto”. Ricordo molti rimbrotti dei vari capogruppo, per la mia tendenza a “perdermi” fuori dai programmi consolidati.
Il mio Blog è nato con lo stesso obiettivo, dare ai miei follower una visione originale delle mete o dei percorsi, senza bisogno di spingersi verso mete per forza estreme o originali. Si possono fare interessanti scoperte anche muovendosi a pochi km dalla propria casa e dalla propria città.
Più che fornire informazioni standard o tecniche, cerchi di raccontare come hai vissuto il viaggio. Quanto conta questo aspetto in Giro viaggiando?
Oggi inserendo su google una destinazione troviamo centinaia di informazioni, siti, blog e rischiamo di rimanere confusi più di prima. La mia scelta è stata quella di raccontare esperienze, svelare storie, curiosità e valori che rendano la meta scelta o il viaggio desiderato, unico e personale. Per fare questo, racconto tutte esperienze vissute in prima persona, accompagnate da foto, aneddoti, interviste che stimolino nel lettore la curiosità e la voglia di partire, specialmente nel lettore “over”, magari convinto che certe esperienze non sono più per lui. Niente di più sbagliato, non ci sono limiti di età e di condizione per scoprire, viaggiare e crescere.
“ECCO COME SI VIAGGERA’ DOPO IL CORONAVIRUS”
Come pensi che cambierà il modo di viaggiare dopo la pandemia di Covid-19. Ci sarà un prima e un dopo o si tornerà alla normalità in poco tempo?
Credo che uno dei risultati a breve termine della pandemia di Covid 19, sia la riscoperta del “vicino”, del territorio a portata di mano, delle proprie tradizioni, storie, culture. C’è tanta bellezza, arte, enogastronomia a pochi km dalle nostre case, che spesso ignoriamo per mete lontane, affollate ed alla moda, con il rischio di fare tutti la stessa cosa, nello stesso momento e condividere non la bellezza ma lo stress.
Il presidente Conte in uno dei suoi ultimi interventi ha sollecitato i cittadini italiani a viaggiare in Italia quest’estate con l’obiettivo di rimettere in moto l’economia e il settore turistico nostrano. Ci consigli qualche meta italiana che molti trascurano o sottovalutano?
Nel mio cuore ci sono i Borghi dell’Umbria, che riservano tutti grandi sorprese artistiche ed enogastronomiche. Ma invito anche i vostri lettori a non trascurare mete bellissime ed a misura d’uomo come il Molise e la Basilicata. Credo che pranzare o cenare in vigna, incontrare un pastore che vi insegna i segreti del suo formaggio, scoprire la magia racchiusa delle mani di un artigiano o di una cuoca “non stellata” lasceranno delle emozioni e dei ricordi nel vostro cuore superiori al cocktail sulla spiaggia tropicale a cui quest’anno avete dovuto rinunciare.
E all’estero? Qual è una location che ti ha colpito particolarmente?
Anche all’estero invito i vostri lettori ad utilizzare la stessa metodologia, e quindi perdersi in Irlanda, dietro ai sentieri dei folletti, in Francia tra i vigneti della Borgogna o nei villaggi dei pirati bretoni, in Spagna lungo il Cammino di Santiago o in Portogallo, brindando al tramonto con un bicchiere di Porto in mano. Il vostro cuore ve ne sarà grato.
“IL FUTURO, LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO E… GLI IMPREVISTI DEL MESTIERE”
Ci racconti qualche aneddoto divertente sui tuoi viaggi?
Gli imprevisti sono il sale di ogni viaggio, al momento ti fanno magari arrabbiare ma poi diventano le perle principali dei tuoi racconti. Addormentarsi una sera in ostello di Leon pieno di gente e svegliarsi la mattina alle 8 e trovare la struttura completamente vuota, disabitata e naturalmente chiusa con te dentro è una esperienza che ti fa capire meglio alcuni thriller americani. O essere fermato alla frontiera russa ed essere “costretto a ridere” forzatamente per circa dieci minuti per dimostrare al doganiere di turno che non hai la plastica facciale.
Oltre a far “giroviaggiare” virtualmente, il tuo blog offre la possibilità di dare visibilità e promuovere un determinato territorio, prodotti enogastronomici annessi. Ci parli di questo progetto?
Il mio Blog è nato proprio per curiosare, per andare oltre lo standard e per convincere i miei lettori ad andare oltre “il divano di casa”, che è il mio concorrente più accanito. Oggi la tentazione di essere totalmente virtuali è forte, ma sono le esperienze reali che ci arricchiscono e lasciano traccia. Nel mio Blog, per scelta, io vivo le esperienze, le fotografo senza filtri, come sono in realtà, intervisto gli artigiani, i produttori e cerco di far emergere la passione e la qualità che mettono nel proprio lavoro. Credo che oggi, uno dei problemi è che si è persa la percezione della qualità, della fatica, della passione che c’è dietro ad alcune eccellenze gastronomiche ed artigianali italiane. E se si perde questa percezione, i prodotti sono tutti uguali e quindi si sceglie quello meno caro. Vi assicuro che non è così, partecipate alla raccolta del radicchio trevigiano a novembre con le mani nell’acqua gelida o alla festa della mietitura in Sabina o in Puglia ad agosto e capirete quanta “passione” deve avere un produttore per portare sulla vostra tavola un prodotto di qualità.
Salutandoti e ringraziandoti per l’intervista ti chiedo: quali sono i tuoi obiettivi futuri?
In questo momento sto lavorando a due progetti importanti. Il primo, in collaborazione con alcune Associazioni di Italiani all’estero, ha come obiettivo la realizzazione di percorsi che portino questi figli, nipoti e pronipoti di nostri connazionali a riscoprire non solo l’Italia ma le zone, le ricette e le culture di provenienza familiare. Percorsi che vadano oltre le grandi mete turistiche italiane e che siano un volano di sviluppo anche per piccoli borghi ed aree turistiche meno gettonate.
Il secondo progetto, realizzato con alcuni borghi italiani, prevede la possibilità di creare e raccontare luoghi, prodotti ed itinerari attraverso gli anziani, le loro storie e le loro memorie. Trovare dei momenti di contatto fra la generazione 2.0 dei nostri ragazzi e dei loro accompagnatori, e la generazione “esperienziale” dei nostri anziani apre potenzialità grandissime e suscita emozioni che rimarranno a lungo nel cuore di tutti.
INFO E CONTATTI LAMBERTO FUNGHI
Foto in homepage, Crediti: Pagina Instagram di Giroviaggiando
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