Colleghi diversamente simpatici? Ecco alcuni modi per affrontarli

Colleghi diversamente simpatici? Ecco alcuni modi per affrontarli

ITALIA – L’antipatico, lo scansafatiche, l’ansioso, lo squalo. Chi di voi non ha mai avuto a che fare con colleghi che avessero queste caratteristiche? Avere relazioni sane, costruttive e divertenti sul lavoro non è semplice, anzi. Ecco allora qualche trucco per gestire meglio i rapporti.  

Già di fronte alla parola collega si smuove qualcosa dentro di noi. La grande differenza la fa il sentimento che si genera di conseguenza: può essere di simpatia, di antipatia o di indifferenza. Probabilmente, in questo periodo di smartworking, di qualche collega ne abbiamo sentito poco la mancanza, ma prima o poi dovremo pur tornarci in ufficio. Ed è giusto possedere gli annessi strumenti di auto-tutela. Avere relazioni sane, costruttive e divertenti con i colleghi con cui ci troviamo a spazi, giornate, meeting, mail, arrabbiature, stress, obiettivi, pranzi, successi e anche viaggi, NON è semplice. E fin qui, niente di nuovo.

La sfida più grande credo sia riuscire a comprendere la complessa chiave di funzionamento del rapporto che abbiamo con le persone con cui passiamo l’80/90% della nostra settimana, nonché della nostra vita.
Infatti se ci soffermiamo un secondo a pensare a questo aspetto, subito nella nostra mente irrompe una grande verità: vediamo più i colleghi che i nostri familiari e amici.
E dato che i colleghi destinati a diventare amici ( figuriamoci familiari ) non sono esattamente tantissimi, occorre imparare velocemente come restare a galla nelle svariate situazioni che la vita lavorativa ci pone davanti.
Di tipologie di colleghi ce ne sono diverse, non tutte negative ovviamente, ma diciamo che è essenziale saper innanzitutto riconoscere quelle più difficili da trattare.

LAVORO: ECCO 4 CATEGORIE DI COLLEGHI DIVERSAMENTE SIMPATICI

colleghi diversamente simpatici
Emily Blunt nei panni di Emily Charlton ne Il Diavolo veste Prada

1) Lo scansafatiche: non importa la mole di lavoro che ha, tanto passerà sempre tutto a voi, semplicemente perché OGGI non ha voglia.
Solitamente è una figura più senior di voi, quindi può permettersi di delegarvi le sue mansioni. Si salvi chi può.

2) L’antipatico: qualsiasi cosa faccia o dica, non brilla per doti comiche e non dico che debba per forza sparare una battuta dietro l’altra, ma nemmeno assillarvi con continue frecciate pesanti e totalmente fuori luogo.
Ma d’altra parte sembra essere la sua attività preferita.

3) Lo squalo: si aggira pericolosamente alle vostre spalle nell’oceano di trappole ideate appositamente contro di voi. Basta abbassare un attimo e la guardia e tac, vi ha azzannato una gamba ed i vostri tasks giornalieri sono compromessi.

4) L’ansioso: ha quella incredibile capacità di trasmettervi ansia anche quando voi, tutto sommato, vi siete svegliati con il famoso piede giusto e avete lasciato a casa angoscia e timore, ma lui ha la scrivania dietro alla vostra e vi alita ondate di paranoie esistenziali come se non ci fosse un domani.
Sostituitegli il caffè con la camomilla.

In linea generale qualche trucco per debellare i colleghi più impegnativi c’è, basta mettere in atto delle strategie per evitare che questi influenzino in maniera eccessiva il nostro lavoro quotidiano, sia nel breve che nel lungo termine.
Ci sono alcune regole non scritte che servono a raggiungere una cordiale gestione dei rapporti con i colleghi, buoni o cattivi che siano.

DO UT DES

Da che mondo è mondo, una buona relazione ( di qualsiasi natura ) ha bisogno di uno scambio equo: dare e ricevere allo stesso tempo può sembrare una mera utopia, ma è di fondamentale importanza per la sopravvivenza della vita in ufficio.
Se abbiamo a che fare con un qualcuno che si aspetta sempre aiuto e favori da parte nostra senza però mai dare niente in cambio, occorre imparare a dire di no a qualcuna delle loro richieste.
Non che dobbiamo necessariamente trasformarci in mostri egoisti, ma sarebbe opportuno imparare a calibrare la nostra disponibilità sulla base di quella altrui.

IL DISTACCO

Se ci troviamo di fronte a colleghi meschini ( ebbene sì, esistono anche loro) che emanano vibrazioni negative da ogni poro e che magari ce l’hanno pure con noi, con o senza motivi reali, bisogna mettere in atto la tecnica del distacco.
Dobbiamo quindi staccarci emotivamente dalla tossicità di questi colleghi che, evidentemente, non ci fanno stare bene,
alzando una barriera, quando necessario, per evitare di venir toccati da atteggiamenti o parole dette con il solo scopo di buttarci giù e ferirci.
Questo non significa doversi alienare completamente da qualsiasi contatto, ma è essenziale saper attivare la modalità di autodifesa.

L’UNIONE (NON SEMPRE) FA LA FORZA

Lavorare in team ha molti lati positivi: stimola la creatività, permette di sviluppare un’idea/prodotto/risultato migliore grazie all’unione delle diverse capacità coinvolte.
Ma esistono anche dei casi in cui, se questa unione non è possibile e se ciò avviene non per nostra colpa ma dei sopracitati colleghi, probabilmente è meglio concentrarsi sul proprio lavoro, tenendo conto di essere da soli e facendo affidamento solo sulle proprie forze.
Non sempre sarà semplice, anzi, ma al tempo stesso questa situazione ci darà modo di tirare fuori doti o caratteristiche particolari, che nemmeno sapevamo di avere e che riescono a palesarsi solo attraverso circostanze di stress in cui nessun collega vuole aiutarci.

In conclusione credo sia importante comprendere una piccola verità.
Se abbiamo a che fare con colleghi simpatici siamo fortunati, se sono odiosi sicuramente non ci annoieremo mai e potremo comunque utilizzare i piccoli trucchi per sopportare il tutto al meglio, mentre qualora li avessimo neutri, ça va sans dire, potremo dar loro un piccolo aiutino per farli diventare creature deliziose.
E vissero tutti felici e contenti ( più o meno ).

Atena Forconi

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