Il nomadismo digitale: come lavorare in qualsiasi parte del mondo… ma gli svantaggi non mancano

Il nomadismo digitale: come lavorare in qualsiasi parte del mondo… ma gli svantaggi non mancano

MONDO – Siete stanchi di andare ogni giorno in ufficio? Non ne potete più di timbrare il cartellino all’inizio e alla fine della giornata? Avete mai pensato di mollare tutto e trasferirvi in un paradiso al caldo dove lavorare quando volete? La soluzione è in 2 parole: nomadismo digitale. Ecco che cos’è e quali sono i pro e i contro del mestiere del futuro.

Esiste una community di qualche milione di persone che è riuscita a farlo! Sono i nomadi digitali che hanno scelto di lasciare i loro paesi di origine per lavorare in giro per il mondo. Vediamo allora che cos’è il nomadismo digitale e perché questo fenomeno sta aumentando vertiginosamente nel mondo.

CHI E’ IL NOMADE DIGITALE

chi è il nomade digitale

E’ una persona che lavora con un computer in qualsiasi parte del mondo con una buona connessione wi-fi, senza doversi recare ogni giorno in ufficio. Il nomade digitale non ha orari ma scadenze da rispettare concordate precedentemente con i suoi clienti. E’ libero di scegliere dove vivere indipendentemente da una posizione geografica specifica, di gestire il tempo a suo piacimento, scegliendo come, dove e quando lavorare. Deve avere il giusto approccio mentale per vivere una vita da nomade appunto.

Non è una scelta lavorativa ma si tratta di una scelta di vita per coloro che non vogliono più avere la routine casa, lavoro, casa, traffico e stress tipici del mondo occidentale.

Il nomade digitale sceglie di essere libero di gestire le proprie giornate come meglio crede, rispettando il lavoro che ha scelto di fare. Il concetto è leggermente differente da un lavoratore in remoto, che sposta la sua prestazione lavorativa presso la sua abitazione o un altro luogo svolgendo il tipico smart working per il suo datore di lavoro.

L’emergenza sanitaria COVID-19 che ha colpito tutto il mondo ci ha insegnato che molti lavori “di ufficio” possono essere svolti in smart working. L’impossibilità di lavorare a stretto contatto ha spinto molte aziende a divenire remote friendly, dove una parte di dipendenti lavora un paio di giorni da remoto e gli altri giorni in ufficio. Altre aziende sono diventate remote first, dove lo smart working è l’unica modalità di lavoro consentita. In questo modo i lavoratori hanno un’organizzazione giornaliera del lavoro con obiettivi, scadenze e riunioni virtuali con il capo e i colleghi. E l’azienda risparmia i costi di affitto degli uffici, delle utenze e della manutenzione, potendo investire questi soldi nella digitalizzazione della propria organizzazione.

QUALI LAVORI PUO’ FARE IL NOMADE DIGITALE

quali lavori può fare un nomade digitale

Le professioni svolte più comunemente dai nomadi digitali sono quelle legate al mondo del web e IT: social media manager, sviluppatore software, digital marketing manager, grafic design, programmatore, creatore di contenuti per siti, traduttore, assistente virtuale, fotografo, video maker, addetto customer care, gestore di ecommerce, professionisti che possono impartire lezioni on line etc.

Qualsiasi mestiere decidiamo di svolgere, ricordiamoci di studiare e formarci continuamente. Il mondo del web si evolve ad una velocità costante e quotidiana per cui è importante essere aggiornati. Soprattutto se lavoriamo in questo ambito.

Ci sono poi nomadi digitali che lavorano con il proprio blog (settore travel, food, design, photography, social network etc) e riescono a monetizzare tramite le affiliazioni, i post sponsorizzati, webinair, corsi on line, creazioni di contenuti, ebook, infoprodotti etc.

SE NON ABBIAMO ALCUNA COMPETENZA POSSIAMO FARE I NOMADI DIGITALI?

nomadismo digitale senza competenza

Certo, occorre molta costanza e pazienza. Ci sono molti webinair e masterclass offerti dalle piattaforme digitali per imparare a lavorare on line.

Se abbiamo deciso di lasciare il nostro lavoro stabile per cambiare vita e diventare nomadi, approfittiamo per imparare mentre ancora lavoriamo. Durante questa formazione continueremo ad avere uno stipendio e avremo tempo per capire bene se stiamo facendo la scelta giusta per noi.

Nel frattempo prendiamo contatti con le community di nomadi digitali presenti nel paese scelto e informiamoci bene prima di prendere qualsiasi decisione. Non facciamoci attrarre dalla scrivania davanti alla palma e dal mare cristallino. Dobbiamo riuscire a guadagnare almeno quel tanto che ci basta per vivere in quel luogo.

Il primo passo è dunque un’analisi di cosa sappiamo veramente fare. Un’ottima conoscenza del PC, dei social media e un buon livello della lingua inglese sono elementi necessari. Se abbiamo delle lacune, investiamo tempo e denaro in questi ambiti.

Se non abbiamo particolari skill nel mondo digitale o non siamo molto competenti sull’utilizzo professionale dei social media, ci sono moltissime risorse gratuite sul web per studiare. Inoltre, le maggiori piattaforme digitali offrono opportunità anche per chi è all’inizio: traduzioni, assistenza, data entry, customer care etc.

Un’altra soluzione, forse un po’ rischiosa ma adatta ai più giovani, potrebbe essere quella di trasferirsi nel paese scelto e imparare direttamente in loco come lavorare on line. Bisogna avere un budget iniziale per sopravvivere in attesa di avere delle entrate, frequentare le postazioni di coworking dove ci sono i nomadi digitali provenienti da tutto il mondo e imparare il loro lavoro, stabilire dei contatti e farsi consigliare.

IL NOMADISMO DIGITALE NEL MONDO

In tutto il mondo diversi paesi si stanno organizzando per offrire incentivi ai nomadi digitali. Questo incrementa l’industria del turismo garantendo entrate economiche di

sicuro interesse. Dalle stanze e case in affitto, ai bar e ristoranti; dai tour turistici dei paesi ai tanti sport praticabili, i nomadi digitali sono molto graditi soprattutto in alcuni paesi.

Una delle prime località scoperte dai nomadi digitali di tutto il mondo è Chiang Mai in Thailandia dove esiste una vera e propria community di questi lavoratori ormai da molti anni. Qui il costo della vita è uno dei più bassi di tutta l’Asia che, unito ai molti spazi di coworking dotati di wi-fi gratuito e all’alta velocità di navigazione rendono appetibile questo luogo per chi cerca un angolo di paradiso dove lavorare. Inoltre, i nomadi digitali possono accedere a seminari di yoga, gruppi di meditazione, masterclass, cooking class, concerti, eventi mondani e tante altre occasioni di networking.

Anche Bali con la sua località di Ubud attrae molti nomadi digitali. Gli spazi di coworking spesso si trovano in mezzo alla natura rigogliosa della giungla o a due passi dalla spiaggia con mare cristallino. In questi spazi, aperti 7 giorni su 7, oltre a un’ottima connessione, ci sono vari servizi come bar, ristorante e piscina all’aperto. Gli ambienti dove lavorare sono piacevoli e spesso nascono nuovi progetti e sinergie in un clima vivace e internazionale. E’ molto più appagante lavorare al PC davanti a paesaggi meravigliosi, invece della pausa caffè davanti a un’anonima macchinetta!

Rispetto alla vita occidentale, i costi sono molto contenuti e lo stile di vita è sano e naturale.

L’Estonia ha lanciato un vero programma per attrarre i nomadi digitali di tutto il mondo. Grazie al “​Digital Nomad Visa​” è possibile lavorare da remoto per un anno. Per presentare la domanda dobbiamo dimostrare di avere un’assicurazione sanitaria e aver guadagnato più di 3.504 euro lordi mensili nei sei mesi precedenti alla richiesta. A Tallin le ex fabbriche sovietiche sono diventati grandi spazi di coworking con tutti i servizi per i nomadi digitali che, oltre a essere freelance, qui sono dipendenti di aziende straniere.

PRO E CONTRO DEL NOMADISMO DIGITALE

Se stiamo pensando di trasformare la nostra vita all’insegna della libertà e dell’indipendenza, è consigliabile informarsi presso il paese dove vogliamo essere ospitati. Dobbiamo capire bene la parte burocratica e pratica del nostro soggiorno. Sapere come funziona il tipo di visto che sarà rilasciato (motivo, durata, etc), prendere contatti con le community di nomadi digitali di quel paese, informarsi sui costi della vita sono aspetti prioritari, prima di compiere qualsiasi scelta.

La prima cosa fondamentale da fare se siete impiegati nel nomadismo digitale è calcolare di quanti soldi abbiamo bisogno per vivere in quel paese e quanti soldi riusciamo a guadagnare con il lavoro da remoto.

Tra i vantaggi di vivere come un nomade digitale senza dubbio c’è un’ottima qualità della vita. Nel Sud Est asiatico il basso costo del vitto e alloggio attrae molti occidentali, dove con meno di 800 euro al mese è possibile vivere agiatamente (casa in affitto, pranzi e cene fuori, postazione PC). Oppure in Costa Rica è possibile trovare una stanza e un posto in coworking con 300 euro al mese. Sono prezzi estremamente vantaggiosi rispetto all’Occidente!

Il maggior tempo libero a disposizione e il senso d’indipendenza sono grandi valori a cui molte persone non vogliono rinunciare e scelgono di lavorare lontano dal proprio paese di origine.

Poter appartenere a una community di persone che hanno compiuto la nostra scelta di vita, con i nostri stessi pensieri, che si spostano quando vogliono e che si prendono cura del corpo e dell’anima, sono aspetti che attirano le persone a diventare nomadi digitali.

Oltre agli aspetti positivi, ci sono anche quelli negativi. Il nomadismo digitale può portare a soffrire di solitudine. 

Se abbiamo forti legami con la famiglia e gli amici, sicuramente avremo maggiori difficoltà all’inizio del nostro trasferimento. C’è da dire però che l’emergenza sanitaria COVID-19 ci ha insegnato un nuovo modo di comunicare on line. Chiunque si è trovato improvvisamente isolato da tutto e tutti, ha sentito per la prima volta il termine lockdown e ha dovuto abituarsi ai nuovi rapporti sociali basati su videochiamate o incontri virtuali. Tutti noi abbiamo dovuto convivere con il distanziamento sociale imposto e con il divieto di incontrare e di abbracciare i nostri cari.

Inoltre il nomadismo digitale può provocare insicurezza. E’ difficile svolgere questo tipo di vita per più di 10 anni. Dopo aver viaggiato per tanti paesi, aver lavorato nei posti più belli e aver incontrato tantissime persone di ogni razza e nazionalità, può affiorare la voglia di mettere radici da qualche parte. Possono subentrare cambiamenti di natura personale, lavorativa o ambientale, o semplicemente la voglia di sicurezza che spingono il nomade a smettere di spostarsi e di vivere in un determinato paese oppure di tornare a quello di origine.

Tra gli aspetti negativi, possono esserci problemi con il fuso orario e con l’adattamento al clima del paese scelto. Anche una non ottimale connessione wi-fi può rallentare il nostro lavoro e portare ritardi nella consegna di un progetto.

Dal punto di vista organizzativo, la libertà di gestire il proprio tempo e di muoversi liberamente possono portare a lasciarsi andare e a non fare niente. Dobbiamo avere molta costanza e autodisciplina nello svolgere il nostro lavoro da remoto. E’ facile farsi travolgere dalla vita locale e godersi i piaceri del posto. Per sfruttare al meglio le attività offerte per i nomadi digitali e svolgere il proprio lavoro, è bene iniziare subito con una buona organizzazione della giornata senza stress stabilendo quante ore al giorno dobbiamo lavorare per la nostra attività.

La pandemia ci ha insegnato che possiamo essere molto produttivi lavorando in un ambiente che non sia l’ufficio. Ci ha insegnato la flessibilità e a lavorare per progetti. Riuscire a svolgere il nostro lavoro completamente on line e vivere in assoluta libertà, senza stress, ansia o forzature in un luogo bellissimo e riuscendo a visitare tanti paesi differenti, sarebbe un bel progetto di vita.

Testo di Francesca Giannoni

Autore MyWhere

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