Mondo Gatto. Hitchcock e i gatti: la scena mai girata dal maestro del brivido

Mondo Gatto. Hitchcock e i gatti: la scena mai girata dal maestro del brivido

MONDO – Quella volta in cui un esercito di gatti non fece girare a Hitchcock la scena che voleva. A svelarci questo aneddoto una lettera privata a Francois Truffaut.

Cari lettori, nell’attesa (sto lavorando per voi) di approfondire e divertirci sul rapporto tra i gatti e il cinema, ho trovato una vera “chicca” che sottopongo alla vostra attenzione. Nel libro che François Truffaut ha dedicato a Hitchcock intitolato Il cinema secondo Hitchcock (Pratiche editrice, 1977, lunghissima intervista fatta da Truffaut a Hitchcock) i due cineasti parlano di un film girato dal regista inglese nel 1932 intitolato Number seventeen (Numero 17). Truffaut confessa di averlo visto alla Cinématèque français e confessa che il film era decisamente divertente ma la storia appariva un po’ confusa. Alfred Hitchcock gli risponde così:

“Un disastro! A proposito di questo film preferisco raccontarle una storia divertente. La prima parte si svolgeva in una casa vuota dove venivano a nascondersi dei gangster e doveva esserci uno scambio di colpi di fucile. Ho pensato che sarebbe stata un’idea piuttosto interessante immaginare che questa casa abbandonata fosse il rifugio di tutti i gatti randagi del quartiere. Così a ogni colpo di fucile un centinaio di gatti avrebbe salito o disceso le scale; queste inquadrature dovevano essere riprese a parte dall’azione vera e propria, sia per poterle montare a mio piacimento, sia perché era questa la soluzione più comoda. Dunque una mattina eravamo pronti a riprendere tutte queste corse di gatti e avevo installato una macchina da presa in fondo alle scale. Arrivando al teatro di posa, mi accorgo che è pieno di gente. Chiedo: «Perché tutte queste comparse?». Mi rispondono: «Non sono comparse, sono i padroni dei gatti».

Hitchcock e i gatti: la lettera del regista a Truffaut

In fondo alle scale avevamo sistemato una barriera. Ogni padrone è venuto a posare il proprio gatto davanti alla barriera. Finalmente eravamo pronti. Il cameraman ha acceso il motore e il trovarobe ha sparato un colpo di fucile. Tutti i gatti, senza eccezione alcuna, si sono lanciati sopra la barriera scavalcandola; non uno è salito sulla scala! Sono andati a finire in ogni angolo del teatro di posa e per alcune ore si videro i proprietari in giro sul set alla ricerca dei loro gatti: «Micio, micio, micio… Questo gatto è il mio, no, no, è il mio» ecc. Finalmente abbiamo ricominciato dopo aver installato una rete metallica. Tutto era pronto di nuovo, «motore»… «Bang!». Questa volta tre gatti hanno salito le scale, mentre tutti gli altri si sono aggrappati disperatamente alla rete metallica. Ho dovuto rinunciare alla mia idea.”

Cari lettori, credo che questa testimonianza di Hitchcock valga veramente un film, con questa scena purtroppo mai realizzata, perché gli adorati felini hanno creato troppi problemi al regista, che si conferma comunque come uno degli astri del firmamento della storia del cinema.

A presto!

Federico Grilli

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