Come ritrovare lo spirito dell’infanzia, tra gioco e realtà

Come ritrovare lo spirito dell’infanzia, tra gioco e realtà

MONDO – Forse ti sarà capitato di pensare che certe cose sono da bambini o meglio, che certi atteggiamenti infantili non sono proprio consoni alla vita adulta. Perché deve essere considerata una cosa sbagliata? Perché esistono dei pregiudizi nei confronti del sentirsi giocherelloni e un po’ ribelli?

“Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire e la voglia di comunicare”, diceva Bruno Munari. Questa preziosa affermazione racchiude delle profonde verità, ma andiamo a vederle più da vicino.

Lo spirito dell’infanzia è un qualcosa da amare e da continuare a coltivare e ognuno lo può trovare nel proprio mondo interiore fatto di desideri e di sogni, di speranza e di libertà. Sentirsi bambini non significa non crescere e avere comportamenti incoscienti, bensì continuare a conservare quel senso di stupore e di meraviglia che è una prerogativa dei bambini. Quando osservi certi occhi sognanti e con uno sbrilluccichio incantevole sei di fronte a una persona che non si perde d’animo e si stupisce anche di fronte al più piccolo accadimento quotidiano.

La vita di adesso e ancor più in questo momento storico, ti porta ad affrontare numerose sfide e prove e se ti abbatti e ti preoccupi eccessivamente, contribuisci a peggiorare la situazione e a creare un’aspettativa ancora maggiore e che fa male alla mente e al cuore e anche al corpo. Nelle situazioni difficili prova ad immaginarti con la mente di un bambino e a trovare la soluzione più semplice, ricordandoti sempre che dove si presenta un problema c’è sempre anche la risoluzione dello stesso. D’altronde, non esisterebbe il giorno se non ci fosse la notte.

La curiosità è un’altra importante qualità da alimentare perché porta ad aprire innumerevoli finestre mentali e favorisce i collegamenti e l’allineamento con una vita ricca di opportunità e di interessanti relazioni. Essere curiosi porta a capire e a darsi tante spiegazioni, e soprattutto conduce ad una maggiore comprensione di sé stessi, perché in fondo siamo tutti su questa terra per una ragione e per un senso di scopo da scoprire.

E infine la comunicazione, che sia verbale, scritta o creativa, ti porta a tirar fuori il meglio di te, a condividerlo e a non trattenerlo come un’emozione inespressa. Se guardi un bambino quando gioca o disegna, non pensa a cosa potrà servire una determinata azione ma crea in piena presenza e con gioia.

UN INVITO ALL’AZIONE

Ti invito a fare un piccolo gioco, un interessante esercizio per riportare in te lo spirito dell’infanzia: chiudi gli occhi e visualizza il bambino o la bambina che eri un tempo. Cosa faceva? Quali erano i suoi giochi preferiti? Cosa voleva fare da grande? E poi aprendo gli occhi scrivi nero su bianco cosa puoi portare del bimbo o della bimba di allora nella tua vita di adesso. Nel tuo sguardo di ora c’è ancora quello stupore incontenibile?

Ritrovare lo spirito dell’infanzia significa dunque connettersi con quello che di bello c’era quando muovevi i primi passi nel mondo e portare il senso del gioco anche nelle piccole azioni che ogni giorno compi per essere una persona di cuore.

 

Eliana Santin

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