Quale sarà il destino della Pet Therapy?

Quale sarà il destino della Pet Therapy?

MONDO – Dalla storia del gatto Grisù ai benefici della terapia dell’animale da affezione, dal boom delle adozioni degli animali domestici al rischio abbandoni. Quale sarà il futuro della Pet Therapy? Scopriamolo insieme. 

Alcuni anni fa l’università del Michigan distribuì alla stampa mondiale i risultati di una ricerca, tutti basati sul rapporto tra la presenza di animali domestici, nello specifico cani e gatti, e gli abitanti delle case di riferimento.

La ricerca formalizzò che la presenza di detti animali, in situazione attiva e non passiva, ossia cani e gatti che dialogano, interagiscono con i rispettivi abitanti della casa, comunicano partecipando attivamente allo scambio di sensazioni, emozioni, etc. etc. produceva un effetto estremamente preventivo rispetto a tumori, trombosi, ictus, emboli ed altri accidenti vari.

I BENEFICI (E LA STORIA) DELLA PET THERAPY

PET THERAPY
Un cucciolo di razza
La presenza di questi animali riduce sensibilmente, del 35%, il pericolo di questi disastri sul corpo umano. La ricerca fu ripresa da alcuni quotidiani italiani (Libero e Il Sole 24 Ore). Quest’ultimo aveva dedicato per un certo periodo di tempo inchieste proprio alla Pet Therapy, sostenendo che questo tipo di terapia veniva applicato soprattutto sia ai bambini, sia agli anziani. Queste due categorie di persone venivano e vengono considerate, a ragione o a torto, categorie fragili rispetto alle dinamiche familiari attualmente esistenti: pericolo di autoisolamento, problemi di comunicazione, tendenze alla depressione e altre patologie legate alla vita quotidiana.
Le inchieste avevano dimostrato che, soprattutto  nel mondo anglosassone, l’utilizzo della Pet Therapy aveva dato dei risultati estremamente soddisfacenti, rendendo questi bipedi domestici molto soddisfatti e vicini ai quadrupedi che frequentavano abitualmente.
PET THERAPY
La fedeltà di un cane verso la sua padrona
Negli ultimi anni comunque l’atteggiamento mondiale verso gli animali domestici è mutato notevolmente. Un dato vi deve fare riflettere: nel 1986 il governo cinese emise un editto a Pechino per risolvere il problema dei cani randagi, invitando la popolazione a eliminarli fisicamente con qualsiasi mezzo. Questo editto, chiaramente di natura pre medioevale, produsse la soppressione di 5.000 quadrupedi nella sola città di Pechino.
Ora sono passati più di 30 anni e il governo cinese sta promuovendo una campagna di adozione per i quadrupedi nelle famiglie cinesi, tenendo conto proprio delle patologie che possono avere sia i piccoli cinesi, sia quelli più anziani. Quindi hanno valutato scientificamente che la Pet Therapy poteva avere una valenza indipendentemente dalle loro orrende usanze primordiali. È evidente che nel mondo il rapporto con gli animali è legato soprattutto a fattori culturali, difficilmente sradicabili, in relazione anche al consumo del cibo medesimo. Quindi da italiano, europeo e da occidentale quale mi considero, non invito certo i futuri viaggiatori a visitare i mercati alimentari in Asia.

LA PET THERAPY AL TEMPO DEL COVID: GLI ANIMALI DOMESTICI CI HANNO AIUTATO DURANTE L’ISOLAMENTO 

Smart working e gatti: 2 leitmotiv che ci hanno tenuto compagnia durante questi mesi di pandemia
Torniamo al tema principale del nostro articolo. È vero che durante il Coronavirus, soprattutto nel lockdown più duro, c’era la possibilità di uscire col cane (il gatto non ha questa necessità) e molte persone hanno adottato un amico a quattro zampe, con il quale potevano tranquillamente farsi almeno 3 giri quotidiani. Questo comportamento ha prodotto indubbiamente un aumento delle adozioni ma il problema dell’abbandono degli animali, in prevalenza cani, è un problema storico legato soprattutto alle vacanze estive, quando le persone tendono a liberarsi dell’animale da compagnia che fino a poco tempo prima tenevano in casa.
È anche vero però che negli ultimi anni gli abbandoni sono calati notevolmente, rispetto alle adozioni che comunque sono cresciute, ma il fenomeno non è così dipendente dalla questione del Coronavirus, è un fenomeno che ha le sue origini in una dimensione culturale che come concetto di base è molto vicina all’egoismo. Non ci sono però solo gli egoisti sulla terra, come non ci sono solo i sub umani o gli stupidi.
Un mio amico, per esempio, per citare un caso emblematico, andando in vacanza in Puglia, 4 o 5 anni fa, incontrò un bellissimo cucciolo in mezzo alla strada, chiaramente abbandonato. Lo prese, lo adottò e il cane vive sereno e in grande armonia con tutta la famiglia di bipedi che frequenta abitualmente. Sono anche convinto che in questo periodo di grande difficoltà per le relazioni umane, causata dal virus in tutto il mondo, la presenza dell’animale domestico, indipendentemente dai vantaggi della pet therapy, ha prodotto nelle persone un costante e leggero cambiamento di valori.
I nostri gatti non ci hanno abbandonato neanche nei momenti di sport
Per essere ancora più chiaro, ritengo che la mancanza di relazioni tra le persone sia stata in qualche modo sostituita e resa più dolce dalle nuove relazioni che si sono stabilite tra le persone e gli adorati animali domestici. Poi ognuno è libero di scegliere se preferisce un cane o un gatto o due gatti. Perché dico due gatti? Perché sono molto più gestibili che un gatto singolo.
Vi sono comunque paesi dove, a seconda di queste tendenze culturali, la devozione verso alcuni animali è radicata da secoli. Adesso non voglio parlare dell’antico Egitto, dove i gatti erano adorati come dei, esisteva persino Bastet, la dea della fertilità, che era una vera e propria gatta. Al British Museum di Londra, dove è presente un’ampia e ricca sezione dedicata all’antico Egitto, come al Louvre o al Museo egizio di Torino, esiste nel bookshop una statuetta che riproduce esattamente la dea Bastet. Per fare un altro esempio: il Giappone, la cui presenza degli animali è tutta riconducibile ad alcune teorie della filosofia Zen, esistono alcune figure femminili soprattutto che si occupano di fare adottare i gatti nelle varie case che si dichiarano disponibili.
Ho visto un bellissimo film alcuni anni fa dedicato proprio a questo tema, in cui una ragazza giovane girava in un paese con un carretto pieno di gatti e faceva sopralluoghi nelle case dove era stata richiesta la presenza di un gatto. La ragazza verificava se l’ambiente, in cui il gatto avrebbe vissuto in seguito, era adatto oppure no. Questo per farvi capire come in alcuni paesi il rapporto tra bipedi e quadrupedi risente positivamente di un clima culturale consolidato da secoli.

IL BOOM DELLE ADOZIONI DI ANIMALI E IL PROBLEMA DELL’ABBANDONO

Nel 2020, complice lo smart working, sempre più diffuso, 3,5 milioni di italiani hanno acquistato o adottato un cane o un gatto o dei pesci o degli uccelli. Il trend, secondo i dati, non sembra fermarsi neanche nel 2021 anche perché queste spese sono detraibili attraverso un bonus. Indipendentemente da questo, dato che oltre la pet therapy esiste anche la pet economy, che nel mondo è un mercato da 130 miliardi di dollari (in Italia si attesta oltre ai 2.000 milioni). A parte i VIP o i personaggi internazionali che hanno avuto storie importanti con cani e gatti, soprattutto nel mondo anglosassone, dove la tradizione è consolidata da tempo la passione canina o felina non è solo una prerogativa dei leader mondiali. È confermata la tendenza che gli animali domestici possono essere di grande aiuto per la salute mentale delle persone.
Le ultime ricerche sulla pet therapy, oltre a confermare l’efficacia per la riduzione del dolore fisico, l’ansia, la depressione e la fatica, sottolineano altresì che questa terapia viene usata sia sui pazienti oncologici, sia sui bambini che devono andare dal dentista. Un ultimo studio di alcune università inglesi e americane, pubblicato lo scorso settembre, ha rivelato che avere in casa un animale durante il lockdown ha contenuto e ridimensionato lo stress psicologico. Nel 90% dei casi gli intervistati hanno affermato che il proprio pet li ha aiutati a superare emotivamente il lockdown e il 96% ha detto che è stato un incentivo a mantenersi in forma e attivi.
Due cani abbandonati si aggirano per le strade
Sono convinto che, indipendentemente dal problema dell’abbandono, anche se tutto il mondo sarà vaccinato nel giro di qualche mese, si spera, difficilmente la vita potrà riprendere con le consuetudini pre-Coronavirus. Il vaccino è utile in quanto formalmente ti impedisce di andare in ospedale, ad essere intubato e andare all’altro mondo. Ma il vaccino non ti impedisce di trasmetterlo in forma lieve ad altra persona o di riceverlo ugualmente in forma lieve. Quindi vi sarà un gran problema di gestione quotidiana in relazione anche alle quarantene previste. Questo problema di gestione quotidiana verrà chiaramente alleggerito e addolcito dalla presenza degli animali domestici in una famiglia. Prevedo quindi che non vi sarà un aumento degli abbandoni ma un riconoscimento del valore effettivo della presenza dell’adorato quadrupede, chiunque esso sia, che diventerà “scientificamente” un elemento di grande equilibrio e serenità per la conduzione dell’ambiente familiare.

LA STORIA DEL GATTO GRISU’

Per concludere questa mia ottimista considerazione, che però io ritengo abbastanza realista, considerati i tempi, vi racconterò questo episodio che è accaduto poco tempo fa sulla linea ferroviaria Lecce-Torino. Un gatto, che stava nel trasportino dei suoi anziani padroni, è fuggito dal trasportino medesimo durante il viaggio del treno e cercava di sgranchirsi le zampe correndo fra i vagoni. Purtroppo il gatto è finito nelle “fauci” del capotreno, che brillando per la sua intelligenza che poteva esclusivamente essere registrata nel grande trattato delle stupidità umane del professor Carlo Maria Cipolla, ha ritenuto opportuno considerarlo un gatto randagio e quindi l’ha fatto scendere alla stazione di Pescara. Intanto sul treno i padroni di Grisù (il nome del gatto) dormivano ignari. Al risveglio la sorpresa: la gabbietta era aperta e il gatto non c’era più.
Quattro giorni dopo l’evento i padroni erano disperati e davano il gatto per morto. Il gatto invece è stato ritrovato verso le 8 del mattino su un muretto adiacente i binari della stazione di Pescara a godersi il sole a pancia in su. È evidente che il gatto, di un’intelligenza sicuramente superiore al capotreno, aspettava che qualcuno lo venisse a prendere, come in effetti è accaduto. Sulla vicenda di questo persiano di 14 anni si era mossa anche la politica, addirittura con un’interrogazione parlamentare a firma della deputata abruzzese del Movimento 5 stelle, Daniela Torto, che chiedeva di fare luce “sulla scomparsa del felino e sul comportamento tenuto da chi doveva comportarsi in altro modo”.
Questo episodio è la concreta testimonianza di come la sensibilità degli umani, o presunti tali, è aumentata nei confronti del grande mondo dei quadrupedi. In questo caso si tratta di un gatto ma, altre volte, sono storie degli adorati cagnolini.
Federico Grilli

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