La cagnolina Chloe e il gatto Arancino

La cagnolina Chloe e il gatto Arancino

BELGIO – Capitale Bruxelles. Quartiere residenziale. Due-tre anni fa la cagnolina Chloe, simpaticissima bassottina color ebano, non sta passando uno dei momenti migliori della sua vita. Sta male e non si sa per quanto tempo riuscirà a sopravvivere.

L’avevo conosciuta molti anni fa quando andai a trovare i miei amici che abitano a Bruxelles, Giancarlo e Anne-Sophie. Chloe mi abbaiava sempre perché avevo una barba molto folta. Per sedarla ero riuscito con delle fette di salame, che non avrebbe assolutamente dovuto mangiare, ma era l’unico modo perché non abbaiasse. Smise così di manifestare la sua contrarietà alla mia barba. Questo è il ricordo che ho di Chloe.

Il racconto mi è stato fatto dai suoi padroni, che erano affezionati a Chloe come se fosse un loro figlio (di figli ne hanno tre). Chloe viene portata fuori di casa per fare un giro al guinzaglio. Improvvisamente Chloe si ferma da una parte del marciapiede dove era posizionata e fissa intensamente, dall’altra parte del marciapiede, un gatto non randagio ma abitante in una delle ville vicine alla villa di Chloe. Immobili da una parte all’altra della strada, i due animali si conoscevano, guardano, si scrutano e sicuramente si sono parlati col loro linguaggio. In questo caso sicuramente il linguaggio dello sguardo. Chloe non amava i gatti e, quando li vedeva, o cercava di inseguirli o gli abbaiava, come alla mia barba. Il gatto, dall’altra parte della strada, assomigliava moltissimo al gatto Garfield, quindi quasi un filosofo come gatto. Sapete, Garfield è quello che inventò il famoso motto: “I nemici: se non puoi distruggerli, confondili“. Data la sua somiglianza con Garfield, il gatto nel quartiere (sottolineo ancora: non era un gatto randagio) veniva chiamato Arancino in omaggio alle sue striature tipiche del gatto Garfield.
I due animali si guardano e poi si salutano, ossia ognuno va per la sua strada. Chloe non aveva abbaiato al gatto Arancino e il gatto Arancino non aveva manifestato il suo disappunto gonfiando il pelo.

Il giorno dopo Chloe purtroppo muore perché la malattia aveva fatto il suo corso.

Il giorno dopo ancora, il gatto Arancino, che abitava in una villa vicina, entra nella casa dei miei amici e si posiziona esattamente dove si metteva la cagnolina Chloe.

Il gatto è alcuni anni che vive con i miei amici. Ha fatto amicizia con tutta la famiglia. Pur essendo la sua residenza in un’altra dimora, lui si è trasferito lì. Il nome Arancino gli è stato confermato. I miei amici sostengono che in quell’incontro che c’è stato tra i due marciapiedi, la cagnolina Chloe ha come passato il testimone ad Arancino, dicendogli con lo sguardo: “Caro gatto, lo so che tu sei un gatto e quindi non appartieni alla mia razza, ma siccome io me ne dovrò andare presto, molto presto, ti invito ad accudire e a partecipare sensibilmente agli affetti della famiglia che mi ha coccolato in tutti questi anni, quindi ti passo il testimone. Sarebbe bene che tu sostituissi a me, nei modi e nei tempi che deciderai”.

Questa è l’interpretazione che è stata data, io personalmente la condivido totalmente, all’entrata del gatto Arancino nella casa dei miei amici. La cosa sconvolgente è che il gatto si è messo proprio nel punto in cui stava la cagnolina Chloe per tutta la giornata.

Questa storia ci deve fare riflettere. In qualche modo mi ha fatto venire in mente il film di Jaco Van Dormael Dio esiste e vive a Bruxelles. Il mondo degli animali ci lancia dei messaggi e delle riflessioni che vanno oltre la dimensione subumana di noi umani e penso sempre alla preghiera di San Basilio, protettore di tutti gli animali, che prefigurava un grande paradiso anche per tutti loro.

Fine della storia.

Federico Grilli

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