Lo storiografo dei disguidi: la Firenze da non perdere di Paolo Codazzi

Lo storiografo dei disguidi: la Firenze da non perdere di Paolo Codazzi

ITALIA – Innamorato della scrittura da quando era giovane, Paolo Codazzi è autore magistrale di questi “disguidi”  raccontati da una penna che cesella, intaglia, scolpisce storie legate all’ambiente fiorentino. Nelle vie come nelle piazze urbane, ma anche nei paesini dei dintorni del capoluogo.

Questo viaggio tra le vie e le piazze della città di Firenze e del circondario di Paolo Codazzi dal titolo Lo storiografo dei disguidi lo vede acuto osservatore di comportamenti e azioni. Ci piace raccontarvi storie ambientate nell’incanto della Toscana, lo abbiamo fatto anche in precedenza.

Personaggi, fatti, voci, sono tutti volti a celebrare un declino che impolvera una città dove traspare una certa boria e presunzione legata a un indiscutibile passato illustre, che però scivola facilmente nella vanagloria più che nell’emulazione. Così non si può evitare che cultura e letteratura possano essere ritenuti da taluni cittadini oggetti ingombranti. Come nel racconto che dà inizio alla raccolta.

Paolo Codazzi ha ideato e presiede il Premio letterario Chianti. Dal 1987 inserita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali nell’ambito del progetto “Italia Pianeta Libri”

UN VIAGGIO NEL MONDO CIRCOSTANTE

Paolo Codazzi lo storiografo dei disguidi

Si può tranquillamente ammettere che il testo sia però un viaggio in uno scenario molto più ampio, che va a caratterizzare azioni e comportamenti equamente diffusi nella collettività umana. I “disguidi” di cui lo storiografo si occupa costituiscono pertanto una serena e, per certi versi, frizzante presentazione dei molti lati dell’italianità contemporanea.

Gioca con la realtà, Paolo Codazzi, lo storiografo dei disguidi. Con un tono divertente e pennellate accurate di fatti e personaggi, raccontati con prospettive e angolazioni inconsuete in cui spicca la burla, la frode. Ma anche avvenimenti di indubbio valore drammatico. L’incontro imprevisto o il fatto doloroso, lo scherzo o il disinganno celebrano una visione “strabica” del mondo. Diversa, ma decisamente aderente all’esistenza di determinate tipologie di individui e relazioni umane. Un modo alternativo, rovesciato, di guardare il mondo circostante, ma assolutamente denso di visuali degne di nota. Capaci di togliere la maschera, di disvelare quanto c’è  sotto le apparenze, nascosto ma comunque inevitabilmente visibile.

LO STORIOGRAFO DEI DISGUIDI. COME SMASCHERARE LE MALELINGUE

Ritrovamenti o smarrimenti di lettere o oggetti preziosi, simulazioni e mezzucci ideati per trovare una notorietà altrimenti irraggiungibile o natali illustri sono elementi di storie che inevitabilmente invitano alla riflessione.

In particolare, davanti al sottobosco delle insinuazioni, delle malelingue, delle supposizioni spacciate per verità incontrovertibili che animano la vita cittadina e danno consistenza allo stratificarsi dell’opinione pubblica, Codazzi ci invita di fatto a considerare quanto la vita possa essere subordinata all’opinione distorta degli altri. Vi è una presa di distanza da coloro che, sulla base di illazioni infondate e arroganti, parlano sempre degli altri e mai di sé. Come forma di compensazione del proprio vuoto o di onorificenze ormai sbiadite.

Si sbaglierebbe a valutare questi racconti, diversi per significato ma tutti insieme perfettamente e internamente coerenti, una semplice analisi di strani comportamenti sociali. O di adattamenti di piccolo cabotaggio nell’arte della sopravvivenza urbana.

L’IPOCRISIA SOCIALE PER LO STORIOGRAFO DEI DISGUIDI

Paolo Codazzi, Lo storiografo dei disguidi, Arkadia editore, settembre 2021

In questi racconti Codazzi si evidenzia l’idea che la cultura per mantenere la sua pregnanza e autenticità, la sua dignità ha bisogno di indipendenza da scandali, attività illecite o sistemi di potere che attirano facilmente la cortigianeria degli arrivisti.

L’arma vincente per osservare e descrivere perbenismi e rigidità, le cui radici affondano nel terreno dell’ipocrisia sociale, è un’ironia sempre garbata. La narrazione si  contraddistingue infatti per la  leggerezza delle immagini,  calibrate e ancorate nella quotidianità. Ma proprio per questo efficaci per descrivere la “commedia” umana della modernità.

I racconti comico-ironici di Codazzi sul filo dell’analisi intelligente e pacata, arguta e sobria insieme, con tocchi di leggerezza e autentico impegno intellettuale osservano la realtà  e la narrano in un modo divertente e profondo insieme e costituiscono un ottimo motivo per leggere questo libro e per regalarlo come strenna.

 

Teresa Paladin
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3 Responses to "Lo storiografo dei disguidi: la Firenze da non perdere di Paolo Codazzi"

  1. Marco magherini   6 Dicembre 2021 at 14:32

    Ottimo, penetrante e punta al centro dell’ argomento

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  2. Franca tedeschi   11 Dicembre 2021 at 09:10

    Buongiorno. Mi piace la recensione e anche l idea di regalare il libro a Natale!

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  3. Teresa Paladin
    Teresa   13 Dicembre 2021 at 11:44

    Vi ringrazio, cari lettori, per aver recepito quanto scritto. C’è possibilità di divertirsi anche con i libri…

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