Antonio Di Natale compie 46 anni: celebriamo lo scugnizzo di Udine

Antonio Di Natale compie 46 anni: celebriamo lo scugnizzo di Udine

ITALIA – Oggi, 13 ottobre, è il compleanno di Antonio Di Natale. Si tratta di una leggenda dell’Udinese e di uno dei più forti giocatori che abbia mai calcato i campi di Serie A. Ripercorriamone la carriera insieme.

Antonio Di Natale viene al mondo nel 1977 a Napoli e, come tutti i ragazzi napoletani dell’epoca, cresce con il mito di Maradona, cerca di riprodurne le giocate tra i vicoli del suo quartiere. Il suo primo approccio con il mondo del calcio ce l’ha alla scuola calcio “San Nicola” di Castello di Cisterna, società affiliata all’Empoli che lo osserva con attenzione fino ad arruolarlo, all’età di 13 anni, nel settore giovanile del club toscano. Antonio, detto Totò, è piccolo, agile e fantasioso proprio come il suo idolo di infanzia e viene applaudito ad ogni partita.

I primi passi nel calcio

Ad appena 19 anni, Antonio si trasferisce ad Empoli e tra il 1994 e il 1996, scala velocemente le gerarchie del settore giovanile del club toscano fino ad arrivare in prima squadra, dove esordisce tra i professionisti il 26 gennaio 1997, sostituendo, per uno strano scherzo del destino un giocatore napoletano, Carmine Esposito, in occasione della partita in casa contro Cremonese valida per il campionato di Serie B. Si tratta di uno straordinario Empoli allenato da Luciano Spalletti che si guadagna la promozione in Serie A, nella rosa ci sono anche Luca Toni e Alessandro Birindelli. L’ultimo si trasferisce alla Juventus, mentre Totò e l’attaccante romagnolo vanno in prestito per crescere e formarsi caratterialmente e tatticamente.

Antonio Di Natale ai tempi dell’Empoli, foto presa dal suo profilo Instagram

Di Natale passa in prestito all’Iperzola in serie C2 dove raccoglie 33 presenze e 6 gol, e poi al Varese in C1 dove in 3 mesi scende in campo solo 4 volte prima di terminare la stagione 1998/99 militando nel Viareggio di nuovo in C2, dove in 25 presenze sigla 12 reti. Nel 1999 fa ritorno in Toscana e ci resta fino al 2004 risultando fondamentale per la promozione in Serie A nel 2002, anno in cui, il 14 settembre, l’Empoli ospite del Como, batte 2-0 i padroni di casa con il primo gol proprio di Totò nella massima serie italiana. Due mesi dopo, mister Trapattoni, lo convoca per la prima volta in nazionale in occasione dell’amichevole Italia-Turchia e lo fa giocare ben 84 minuti. Trascorre 5 anni, con la maglia del club toscano collezionando 159 presenze coronate da 49 gol.

È nata una stella: Antonio Di Natale

Nel calciomercato, il suo profilo ormai è quello più in voga, tutti vogliono il talento napoletano. Tra le varie squadre interessate alla fine se lo aggiudica l’Udinese, su suggerimento del nuovo allenatore Luciano Spalletti, che convince il presidente Pozzo a puntare su di lui. I bianconeri con Di Natale trovano un degno sostituto del danese Jorgensen, conosciuto per la sua grande abilità nei dribbling e per la sua qualità nel servire palloni deliziosi al gigante italiano Vincenzo Iaquinta. Ceduto Jorgensen alla Fiorentina, la maglia numero 10 resta vagante e chi poteva ereditarla se non Totò.

Antonio Di Natale, foto presa dal suo profilo Instagram

La prima stagione di Di Natele in Friuli, grazie al quarto posto conquistato alla fine del campionato 2004/2005, coincide l’Udinese con la prima storica partecipazione ai preliminari di Champions League. Un traguardo prestigioso per la piazza bianconera centrato anche grazie alle magie del suo nuovo numero 10. Raccoglie 41 presenze, 11 gol e 2 assist per i compagni di reparto Iaquinta e Di Michele e inoltre assaggia subito l’Europa con 2 presenze in Coppa Uefa.

Un nuovo inizio

L’anno dopo Totò segna in tutte e 4 le competizioni a cui è impegnata l’Udinese, fa 8 gol in Serie A, 3 gol in Coppa Italia, 3 gol in Champions League e un gol in Coppa Uefa diventando l’unico giocatore italiano a raggiungere questo record. Sulla panchina bianconera si verifica un cambio, Spalletti va alla Roma, e a Udine si siede il verace Serse Cosmi che apporta qualche modifica all’assetto tattico mantenendo ovviamente Di Natale libero di agire schierandolo inizialmente sulla fascia sinistra per poi confluire verso il centro e fare i suoi celebri gol a giro.

Il caso Iaquinta, estromesso per alcune partite dalla squadra, unito all’inesperienza della rosa, fanno si che il percorso europeo si interrompe ad un passo dalla storia. Questa amara sconfitta condiziona la stagione dell’Udinese oltre che la successiva Coppa Uefa dove viene eliminata agli ottavi. Un altro cambio in panchina che coinvolge Dominissini-Galeone da vita ad una salvezza mai messa in discussione ma raggiunta con difficoltà.

Antonio Di Natale: il faro dell’Udinese

Nel 2006/2007 Totò finisce in doppia cifra in campionato, segnando 11 reti nelle 31 volte che scende in campo. L’annata successiva del 2007/2008, rappresenta la svolta nella carriera di Antonio. In estate arriva a Udine Pasquale Marino che si inventa con un colpo di genio Di Natale come punta centrale. Il risultato è clamoroso, fa 17 gol, la doppietta ai danni della Reggina è uno spettacolo per gli occhi. Le sue straordinarie prestazioni, gli valgono convocazione per gli Europei con la nazionale. L’anno dopo le reti sono 12 per poi diventare 29 nella stagione 2009/2010 che gli valgono il titolo di capocannoniere e un posto già assegnato sull’aereo diretto verso il Sudafrica, sede dei Mondiali del 2010. Totò è nel pieno della forma, gioca tutte e tre le gare del girone andando a segno contro la Slovacchia prima di tornare a casa prematuramente in quella sventurata spedizione in Africa.

La Super Udinese

Al suo ritorno in Italia, ad accoglierlo c’è il neo tecnico Francesco Guidolin, figura paterna, sincera e fondamentale nella sua carriera. La squadra con cui Totò ha a che fare in ritiro è senza dubbio una delle più forti in cui abbia mai giocato. Ci sono Handanovic, Benatia, Domizzi, Inler, Isla, Asamoah, Basta, Sanchez.

Antonio Di Natale e Alexis Sanchez, foto presa dal profilo Instagram di Di Natale

La rosa è fortissima dunque ma non quanto quella della Juventus, che gli ha fatto la corte per tutta la sessione estiva di calciomercato senza ottenere alcun risultato, Di Natale vuole restare a Udine, ormai è casa sua e il popolo bianconero, friulano s’intende, si innamora ancora di più del proprio fuoriclasse. Dopo una partenza disastrosa, 1 punto in 5 partite, l‘Udinese, trascinata dai 28 gol del suo capitano, inizia un’inaspettata e fenomenale scalata che la porta a conquistare il quarto posto e, per il secondo anno di fila, Di Natale si aggiudica il premio di capocannoniere.

Fine carriera

Nel 2011-12 e 2012-13 Totò, nonostante le rose della sua Udinese non sono più competitive come prima, continua a segnare come una macina e a creare gioco incantando tutti gli stadi d’Italia. In entrambe le annate mette a segno 23 gol, per poi diminuirne vertiginosamente il numero negli ultimi 3 anni di carriera. Al termine del campionato 2013-2014 ne mette a segno 17, nel 2014-2015 ne sigla 14 insieme a 7 assist serviti ai compagni e infine, nell’ultimo campionato ne fa solo 2, facendo lentamente calare il sipario sul suo incredibile viaggio nel calcio giocato.

L’ultimo gol in assoluto lo segna su calcio di rigore contro il povero Carpi il 15 maggio 2016 davanti al suo pubblico che non ha mai smesso di sostenerlo, ammirarlo e amarlo. Lo stesso pubblico che, visto l’inizio della carriera da allenatore di Di Natale, lo aspetta a braccia aperte, ancora una volta ad Udine per scrivere insieme un’altra pagina della storia dell’Udinese firmata Antonio, per tutti TotòDi Natale.

Stefano Gentili

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