ITALIA – Viaggiare al tempo del Coronavirus, si può? Certo! Armatevi di taccuino in mano alla Bruce Chatwin o sigaro in bocca alla Hemingway, sdraiatevi comodi e spacchettate la confezione che avete ordinato online. Visitate luoghi vicini e lontani con Passaggi di Dogana.
Scuole chiuse, musei e spettacoli teatrali sospesi. E ancora, cinema fantasma e uffici bloccati. Il coronavirus ci sta obbligando a rimanere a casa: quale migliore occasione per leggere un libro? Ancor più se ci farà viaggiare. Ci sono letture di viaggio che hanno il potere di trasportarci in altri “luoghi”, reali o immaginari, alla scoperta di un “altrove” capace di farci vedere e vivere nuovi orizzonti. Oggi, vi propongo di regalarvi una bella collana di libri che vi farà immergere nella grande bellezza del mondo, offrendovi un viaggio virtuale che vi risolleverà da ogni pensiero per portarvi lontano. La collana in questione si chiama Passaggi di Dogana, proposta della casa editrice Giulio Perrone. Leggendola potrete riscoprire la spensieratezza statunitense da New York a San Francisco, o assaporare da lontano il controverso e unico Sud America spingendovi fino a Buenos Aires passando ovviamente per Cuba.
PASSAGGI DI DOGANA: AMERICA
Il nostro viaggio parte da un tour introspettivo e fantasioso nel “Nuovo Continente”. Passaggi di Dogana non è una guida turistica, bensì una serie di libri che raccoglie e unisce quanto scritto e detto sulle città e le fantastiche mete del mondo, dai più grandi letterati della storia.
A San Francisco con Lawrence Ferlinghetti, di Olga Campofreda
Un viaggio nella San Francisco di Lawrence Ferlinghetti, editore della Beat Generation (quella di Kerouac, Hirschman, Ginsberg) e grande poeta egli stesso, che oggi compie 100 anni.
“I giovani dovrebbero fare gli esploratori” scrive Lawrence Ferlinghetti, poeta laureato di San Francisco e editore delle più grandi penne della Beat Generation. E la poesia, in questo caso, è il territorio più vasto in cui perdersi e trovarsi di nuovo. Questo libro è insieme reportage narrativo, docu-fiction e guida poetica alla città di San Francisco in cui l’esplorazione geografica si intreccia a quella letteraria e umana. Dieci giorni a Frisco rincorrendo un incontro – quello con Ferlinghetti – che comporterà una serie di altri incroci inattesi: da Jack Hirschman e la sua Brigata di Poeti Rivoluzionari a Neeli Cherkovski, poeta, amico intimo e biografo di Charles Bukowski. Si legge questo libro per conoscere i luoghi di Kerouac, Ginsberg, Bob Dylan attraverso le parole di chi li ha vissuti come testimone e si finisce, poi, per scoprire quanto altro oltre il mito sia sopravvissuto, sorpassandolo.
A Buenos Aires con Borges, di Stefano Gallerani
Undici capitoli. Undici lettere: tante quante ne servono per comporre il nome di Buenos Aires, per il narratore-viaggiatore un luogo dell’anima prima ancora che una città vera e propria; un luogo che non sarebbe quello che è se Jorge Luis Borges, il più grande romanziere del Novecento a non aver mai scritto un romanzo, non ne avesse fatto il protagonista assoluto dei suoi racconti e delle sue poesie. Ed è proprio per fare la conoscenza di questo “personaggio” che comincia un viaggio che è una corsa contro il tempo, una sfida lanciata per sottoporre la fantasia letteraria alla prova di resistenza degli anni, che sulle fondamenta di quella città – inventata prima ancora che esplorata dallo scrittore argentino – hanno eretto strati di storia ed esperienze vertiginose come grattacieli: un bacino babelico di culture in cui il vecchio mondo si fonde inestricabilmente con il nuovo dando vita a un amalgama potente e suggestivo.
PASSAGGI DI DOGANA: EUROPA
L’Europa raccontata da Passaggi di Dogana, è un’Europa d’autore. Tra i tanti libri dedicati al Vecchio Continente, ve ne segnalo due in particolare.
A Dublino con James Joyce, di Fabrizio Pasanisi
Il connubio tra queste due entità, è pieno di contraddizioni. Joyce visse a Dublino soltanto un terzo della propria esistenza, dalla nascita (2 febbraio 1882) fino alla definitiva partenza per il continente (8 ottobre 1904), anche se fu talmente ossessionato da quei primi ventidue anni da scegliere la città e i suoi dintorni come ambientazione pressoché unica delle proprie opere. Per descrivere questo rapporto, e coglierne le tante sfaccettature, il libro analizza nella prima parte gli anni vissuti da Joyce nella città, e le poche occasioni in cui vi fece ritorno. Si concentra quindi sulle opere, in particolare su Gente di Dublino e Ulisse. Joyce fu il primo a offrire un ritratto attento e minuzioso della capitale irlandese e dei suoi cittadini, all’inizio in un’ottica realista, poi sempre più visionaria. La trasformazione delle pagine del primo Joyce fino a quelle delle opere mature e rivoluzionarie si avverte, oltre che nello stile, anche nel rapporto con la città e nella sua descrizione: Dublino diventa piano piano uno spazio simbolico, dagli echi mediterranei, il luogo dell’eterno vagare che ha nel protagonista di Ulisse, Leopold Bloom, la figura centrale.
A Lisbona con Antonio Tabucchi, di Lorenzo Pini
Un’omelette alle erbe e una limonata al Café Orquidea in compagnia di Pereira. Una feijoada insieme al Guardiano del Cemitério dos Prazeres. Una sosta al Café Brasileira sulle orme di Pessoa e degli intellettuali portoghesi. A Lisbona con Antonio Tabucchi non è solo una guida ma un’esplorazione urbana, culturale e umana. La città è geografia, architettura, spazio urbano e memoriale, entro i cui confini si sono consumati eventi privati e pubblici, esistenziali, storici e politici. Ecco allora che l’acqua dolce del Tago, con il suo scorrere placido, diviene letteratura. Camminare per le strade di Lisbona significa ripercorrere i sentieri dei personaggi di Sostiene Pereira, di Requiem, e di altri racconti. Dove fermarsi a mangiare l’arroz de cabidela? Quali giardini scegliere per riposarsi durante il viaggio? Quali terrazze offrono la vista migliore? Le risposte sono lì, tra i dialoghi, le descrizioni, gli sfondi narrati da Tabucchi. Perché Lisbona oltre a essere una città dall’atmosfera carica di saudade, quel sentimento che soltanto i portoghesi sono in grado di spiegare, è anche una meta turistica ricca di fascino e così com’è, pare fatta apposta per la finzione letteraria.
Lorenzo Pini costruisce sapientemente una mappa, in bilico tra realtà e sogno, che conduce alla scoperta dei luoghi simbolo della capitale portoghese, dalla Praça do Comércio all’Avenida da Liberdade, dai vicoli dell’Alfama a quelli del Cais do Sodré.
Ricordate che potete far comporre la vostra selezione come desiderate! Il packaging verrà confezionato all’istante personalizzato con i vostri gusti.
PASSAGGI DI DOGANA: ITALIA
Concludo il nostro viaggio con l’Italia della letteratura. Personalmente, ho trovato i libri dedicati ai grandi personaggi del Bel Paese, di una raffinatezza estrema. Ecco quelli che mi hanno colpito di più.
A Napoli con Maurizio De Giovanni, di Vincenza Alfano
Città imprendibile, creatura terrestre e marina, sospesa tra cielo e terra. Occorre una guida per attraversare Napoli: bifronte, labirintica. Un possibile itinerario è quello tracciato da Maurizio de Giovanni nei romanzi del commissario Ricciardi ambientati nella città partenopea degli anni Trenta. Sempre in bilico tra vita e morte, Napoli sembra il posto giusto per Ricciardi che vede i vivi e i morti e condivide, quindi, con la sua città un destino di sospensione.
Il percorso che si intraprende è tortuoso e bellissimo: si parte dal Gambrinus, nel quartiere San Ferdinando, dove è metaforicamente nato il commissario; poi ci si perde tra i Quartieri Spagnoli, dove il vicolo diventa profondo come una ruga, vivo come una ferita sempre aperta.
Ogni angolo di Napoli è simbolo e contrasto. Ma Napoli è prima di tutto, e senza ombra di dubbio, un’emozione, oltre che un luogo, e Vincenza Alfano la percorre seguendo l’itinerario letterario di Maurizio de Giovanni e restando fedele agli odori, le voci, le canzoni e gli assordanti silenzi di una città crudele e pietosa, che accudisce e schernisce solo con uno sguardo.
Trieste – passeggiate letterarie con Matteo Chiavarone
Matteo Chiavarone ci guida in questa passeggiata per Trieste identificandola come meta di un viaggio perlopiù esistenziale e raccontandola con gli occhi di chi triestino non è; una geografia di immagini che si sovrappone ai numerosi riferimenti letterari, obbligando il lettore a superare ogni confine,sia esso fisico o immaginifico.
Aristocratica, nobile, austriaca o balcanica; delle tante anime di cui si fregia Trieste ce n’è una, però, che sovrasta le altre, ed è l’anima letteraria. A Trieste è il racconto di una passeggiata per la città che diventa, appunto, l’occasione di incontro con il multiforme sostrato letterario che la pervade; da Italo Svevo a James Joyce,da Umberto Saba a Carlo Michelstaedter fino a Claudio Magris, ultimo tassello di una narrazione cosmopolita ma fortemente identitaria.
La Genova di De Andrè, di Giuliano Malatesta
Città verticale, sempre in eterna lotta con gli spazi, diffidente con i forestieri, culturalmente luterana e al tempo stesso cosmopolita, Genova cominci a rimpiangerla solo dopo che te ne sei andato. Ne era consapevole Fabrizio De André, che l’ha sempre considerata casa sua, non solo il luogo delle sue radici e della sua giovinezza. Così, ad un certo momento, aveva deciso di farvi ritorno come quei marinai che, dopo essere stati costretti a spendere tutta la propria esistenza altrove, sentono il bisogno di lasciare andare gli ormeggi e di rimettere i piedi a terra. Proprio lì ci accompagna Giuliano Malatesta, che ha ripercorso i trentacinque anni di vita genovese di uno dei più importanti cantautori italiani, raccontando alcune sue amicizie, quella tanto intensa e fugace di Luigi Tenco e quella impossibile con il poeta Riccardo Mannerini, ricordando gli esordi sul palcoscenico o le peregrinazioni notturne in quei carrugi che il suo mentore Remo Borzini chiamava “fossili di storia patria”, e facendo parlare i vecchi amici, i pochi rimasti, ben felici di rievocare, tra una partita a cirulla, una battuta di pesca e una versione scanzonata della Canzone di Marinella, antiche storie di quella che era una volta la meglio gioventù genovese.
Foto MyWhere©
INFO: Si può ordinare il cofanetto personalizzato scrivendo una mail ad antonio.sunseri@giulioperroneditore.com e indicando i 4 titoli che si vogliono inserire. La spedizione è inclusa nel prezzo e viene fatta a domicilio tramite corriere.
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Viaggiare tra le righe con un taccuino in mano alla Bruce Chatwin o il sigaro in bocca alla Hemingway sdraiato comodamente su un divano lo trovo geniale in questo periodo di stress!
Leggendo il vostro articolo ho ordinato il mio cofanetto così potrò viaggiare tra Parigi, Londra, Stoccolma e immaginarmi sul golfo di Napoli. Grazie
Ho finito proprio ieri A Parigi con Colette. Un libro breve, a metà tra il romanzo e il saggio che assicura un tour tra il Moulin Rouge, Montparnasse, la Torre Eiffel, il cimitero di Pere Lachaise e tanti salotti, caffè e locali alla moda. È soprattutto un viaggio nell’epoca d’oro di Parigi, quando gli artisti la affollavano per farsi conoscere e lasciare una traccia. È in quest’epoca che si sofferma la penna di Angelo Mollica Franco, l’autore, che attraverso la vita di Colette, mito del XX secolo e prima donna a ricevere i funerali di stato in Francia, ci regala un tour speciale dentro Parigi. Di Colette si ripercorrono le vicende dal suo arrivo a Parigi dalla Borgogna, nel 1893, fino alla sua morte, nel 1954. Compare giovanissima e piena di talento con il primo marito, l’editore Willy Villars, un donnaiolo pazzesco, che le fa conoscere i più importanti salotti letterari di quel periodo. Cresce e si dedica anima e corpo alla letteratura. Il suo romanzo, Claudine, esce con la firma di Willy (Solo più tardi verrà apposta anche la sua firma). Una volta lasciato Willy (si sposerà ben tre volte), Colette viene aiutata da “Missy”, la marchesa Mathilde de Morny, con cui vivrà una tormentata relazione e diventerà una delle icone del Moulin Rouge. Non lascerà mai la sua passione di scrittrice.
Una Parigi appassionata, non ordinaria, diversa dall’attuale, ma proprio per questo affascinante. Ricostruita tramite questa potente figura di donna e chiaramente con una prospettiva lontana dalla città cosmopolita attuale. Grazie a MyWhere per l’articolo su Passaggi di Dogana!
Grazie Melissa, la tua è una recensione che dà massima espressione alla descrizione della collana “Passaggi di Dogana”. Quello che mi ha colpito di più è la tua vivida descrizione di “Una Parigi appassionata, non ordinaria, diversa dall’attuale, ma proprio per questo affascinante. Ricostruita tramite questa potente figura di donna e chiaramente con una prospettiva lontana dalla città cosmopolita attuale”. Buon viaggio con la lettura!
Articolo intelligente. Complimenti.