Gabriele D’Annunzio: il Vittoriale… non più solo virtuale

Gabriele D’Annunzio: il Vittoriale… non più solo virtuale

GARDONE RIVIERA -Il 18 maggio per la Giornata Internazionale dei Musei riapre al pubblico il Vittoriale degli Italiani e noi approfittiamo per ricordarvi che, se non andrete a visitarlo di persona, grazie a Google Cultural Institute è possibile addentrarsi nella suggestiva e complessa cittadella: dal parco, agli appartamenti, al museo, esplorando e respirando l’atmosfera dei luoghi dove il poeta vate trascorse gli anni dal dopoguerra fino alla sua morte, nel 1938. Ed io, che l’ho visitata proprio l’inverno scorso, vi invito al giro virtuale descrivendovi le sensazioni vissute dal vivo di questa particolarissima  e suggestiva dimora.

Tra i  tanti bei percorsi virtuali messi a disposizione del pubblico da parte di musei e istituzioni culturali in Italia, oggi c’è anche il Vittoriale degli italiani, la splendida dimora di D’Annunzio a Gardone Riviera. Grazie a Google Cultural Institute è possibile addentrarsi nella suggestiva e complessa cittadella, dal parco, agli appartamenti, al museo, esplorando e respirando l’atmosfera dei luoghi dove il “poeta vate” trascorse gli anni dal dopoguerra fino alla sua morte, nel 1938.

Approfittando della quarantena casalinga (almeno per la gran parte delle persone) questi  tour virtuali culturali rappresentano una proposta davvero interessante per passare il tempo ed aprire di  volta in volta una finestra su una parte dello sterminato panorama artistico-culturale del nostro territorio.

D'Annunzio mywhere

Certo non è mai come visitarli di persona, ma almeno potete vederli in condizioni di luce ottimali e non come la sottoscritta che, ahimè, è andata in visita proprio in un fine settimana di novembre con pioggia continua e cielo grigio, perdendo un bel po’ di quella suggestione che avrebbe prodotto un luogo simile in una giornata di sole. Ma, intanto, per stimolarvi al giro virtuale, vi descrivo in breve questa particolarissima  e suggestiva dimora.

L’immenso complesso, commissionato  all’architetto Maroni nel 1921, ma a cui presero parte anche altri collaboratori, fu voluto dal D’Annunzio per ricercare tranquillità e concentrazione, dopo la delusione di Fiume e dopo tanti anni di rocambolesche imprese.

D'Annunzio

Il nucleo originario era la “Cargnacca”, la villa colonica appartenuta a Henry Thode, uno storico dell’arte, la cui collezione di libri venne lasciata nella casa, che fu ampliata e trasformata. L’ampliamento consistette nell’acquisto di terreni limitrofi e la realizzazione di un enorme parco, luogo dal quale vorrei iniziare questo affascinante percorso.

D'Annunzio vittoriale musei online coronavirus mywhere

Per il suo aspetto estremamente articolato, con varietà di piante e alberi, alternanza di  boschetti e piani terrazzati digradanti verso il lago, il parco si presenta subito come qualcosa di veramente singolare, e sarebbero necessarie almeno un paio d’ore per visitarlo tutto, cosa che, a causa del maltempo, per noi non è stato possibile. Tuttavia, la pioggia non ci ha fatto rinunciare a raggiungere le due maggiori attrazioni: la Nave Puglia, grandioso reperto della Prima Guerra Mondiale, sospesa e incastonata in parte in una struttura in muratura, con la prua verso il lago; e poi il Mausoleo di D’Annunzio,  monumento in pietra, tanto semplice nella struttura quanto solenne, che sovrasta il parco offrendo una vista mozzafiato del Garda.

D'Annunzio

Il tour della villa, chiamata Prioria dal poeta, comincia con una parte introduttiva tanto singolare quanto divertente, che rivela un aspetto della personalità del D’Annunzio: le strette scale d’ingresso in sommità si diramano in 2 anticamere, una per gli ospiti graditi e una per quelli non graditi, detta la Stanza del Mascheraio. Qui, oltre ad aver ricevuto Mussolini nel 1925, il poeta faceva aspettare ore i vari creditori…

Il percorso poi si snoda attraverso tutta una serie di stanze, che sono una sorpresa continua, da far tenere gli occhi sempre sgranati; diverse per la funzione e l’arredo, sono tutte però accomunate da una caratteristica costante: la strabiliante quantità di oggetti che riempie tavoli, scaffali, mensole e pareti e anche i pavimenti! A parte la ricca e prestigiosa biblioteca della Sala del Mappamondo, eredità del precedente proprietario, il resto della spettacolare varietà di suppellettili che decora le camere e la mobilia (tendente cromaticamente al cupo) sono tutti appartenenti al  D’Annunzio, che come confessato da lui stesso, adorava collezionare e circondarsi dei più svariati oggetti, da ninnoli a pezzi d’arte,che durante i suoi viaggi o giri vari, comprava come spinto da una forza compulsiva.

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Tra le più suggestive di queste stanze vi è sicuramente la camera da letto, la cui iscrizione sulla porta “Genio et Voluptati” riflette, insieme all’arredamento, il gusto eclettico ed estetizzante del letterato (versi danteschi sul soffitto, oggetti orientali e liberty, calco michelangiolesco)  La camera è preceduta dallo studiolo, dove sulla famosa Zambracca, la scrivania, D’Annunzio fu trovato morto, colpito da ictus.

Altra stanza che rivela ancora di più l’eclettismo del Vate è la Stanza della Musica, dove oggetti così differenti per stile e tema creano stridenti accostamenti, anche se sempre nell’ambito di raffinate produzioni ( statuette e mobili orientaleggianti, calchi di opere dell’antichità classica, volanti d’auto e molto altro).

Il tono cupo degli ambienti, al limite del macabro, è ancora più evidente della Stanza del Lebbroso, usata dal poeta per i ritiri in meditazione, dove oltre al catafalco di tipo funebre c’è una  prevalenza degli oggetti che richiamano la figura di S. Francesco d’Assisi.

D'Annunzio

A tanta penombra e pesantezza cromatica di arredi in legno scuro si contrappongono pochissime stanze per  maggiore luminosità o vivacità di colori. Una è la Cucina, una grande sala sul cui pavimento a motivi geometrici in cotto bicromo, risalta il verde salvia dei mobili, in uno stile “povero”, semplice e lineare che potrebbe andare tranquillamente di moda anche oggi. Si passa poi dalla cosiddetta Officina, lo studio di D’Annunzio pieno di libri, riproduzioni antiche come la Nike di Samotracia, e il busto della sua musa ispiratrice, Eleonora Duse (tutto rimasto esattamente così come lo aveva lasciato), e mobili di rovere chiaro che contribuiscono a una maggiore luminosità dell’ambiente oltre alle finestre non oscurate. Infine si arriva alla Sala da pranzo che è un  vero colpo di scena: considerarla “eccentrica” non rende abbastanza l’idea, lo sguardo corre dalle pareti laccate di rosso inframezzate da vetrate colorate sul verde e ocra, per arrivare alla lunga tavola apparecchiata in modo vistoso ma non troppo sontuoso, alla cui sommità c’è una grande tartaruga imbalsamata. Che dire? Le parole non riescono a tradurre la visione dal vero e ognuna di queste stanze si commenta da sola…

D'Annunzio mywhere

Dopo lo stordimento visivo di questo “luogo di culto” – perché chiamarlo semplicemente “casa” non è possibile – passiamo ai piani superiori dove è ospitato il Museo  “D’Annunzio Eroe”, ideato dal poeta stesso (ma realizzato nel 2000 ) per tramandare alla memoria le imprese eroiche, sue e di altri italiani,  attraverso una serie di documenti, armi, bandiere, divise militari e fotografie.

Uscendo dalla Priorìa, passiamo ad un altro museo, che ci fa conoscere  d’Annunzio nella sua veste più intima e non meno spettacolare di quella eroico-militare: il Museo d’Annunzio Segreto. Situato in un luogo meno visibile non distante dall’ingresso, il museo raccoglie tutta una serie di cimeli, conservati in perfetto stato, riguardanti la sua vita privata, dai numerosi vestiti  paia di scarpe, agli indumenti intimi, ai profumi e gli oggetti da toilette, nonché agli splendidi gioielli indossati dalle sue amanti, il tutto corredato da fotografie dell’epoca.

D'Annunzio

Non possiamo, infine, lasciare il Vittoriale senza andare ad ammirare il celeberrimo S.V.A., l’aereo con cui D’Annunzio sorvolò Vienna nell’agosto del 1918. Ospitato all’interno del  grande Auditorium , dove viene mostrato un video sulla vita di D’Annunzio e sulla Piorìa, il velivolo ci sovrasta, appeso al soffitto, bello e in perfetto stato, come se volesse dirci, beffardo: “attenti, tra poco arriva Gabriele e decolliamo per un’altra incredibile impresa!

D'Annunzio
Io e Gabriele D’Annunzio

 

Vedi: PERCORSI VIRTUALI – Google Cultural Instite e Google Play

Sito del Vittoriale

 

Foto di Jacopo Festoso

 

Giuliana D'Urso

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