Intervista a Roberto Terra, l’architetto che ha ricostruito il Polittico Griffoni

Intervista a Roberto Terra, l’architetto che ha ricostruito il Polittico Griffoni

BOLOGNA – Un’avventura lunga e complessa prende il via dall’iniziativa di eseguire il facsimile che poi è da stimolo al progetto di una mostra con le opere originali. Un viaggio faticoso, coronato da un meritato successo. Ecco l’intervista all’architetto Roberto Terra. 

Il sogno di ricostruire e riportare a Bologna lo smembrato e disperso Polittico Griffoni nasce tanto tempo fa, ma riesce ad avverarsi solo oggi grazie ad una raggiunta unità di decisione. Abbiamo incontrato l’architetto Roberto Terra, projet manager della lunga e difficile operazione.

Roberto Terra: Lavoravo con un gruppo di ricerca guidato da Richard Tuttle sulla Sala Bologna voluta da Gregorio XIII Boncompagni nei Palazzi Apostolici in Vaticano, quando lì incontrai Adam Lowe, anima e mente della Factum Arte e Factum Foundation, colui che da anni riproduce in facsimile dall’esattezza strabiliante opere d’arte di ogni genere e fatta con una tecnologia all’avanguardia.

S.C.M. Sua è la straordinaria ricostruzione delle Nozze di Cana di Paolo Veronese, riposizionata dopo il ‘prelievo forzato’ voluto da Napoleone nel suo luogo originario, l’immenso refettorio palladiano del Monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia. Sue sono le perfette ricostruzioni delle antiche tombe egizie della Valle dei Re. Missione di Adam Lowe è favorire l’incontro tra la storia dell’arte e l’innovazione tecnologica per tutelare, studiare, diffondere opere d’arte in pericolo, inaccessibili, distrutte.

Roberto Terra:  Dopo il riuscitissimo rilievo della Mappa di Bologna, che adesso è esposta al Museo della Città in Palazzo Pepoli, proponemmo a Factum Foundation il rilievo dei tre portali della Basilica di San Petronio che era in restauro. Ritengo che la conoscenza storica, ma anche materiale e tecnica deve essere il primo passo di ogni operazione di restauro. Le aggiornatissime tecnologie d Factum Foundation permettono strategie di documentazione, digitalizzazione del patrimonio, conservazione, divulgazione, fino al riposizionamento materiale di cose nel tempo sparite o spostate. Allora si discusse molto sull’opportunità di sostituire le statue originali dei portali esterni, parecchio malmesse, con facsimili in 3D. Prevalse la scelta di lasciare l’originale nella sua posizione.

S.C.M. Dopo la facciata il cantiere di San Petronio non si arresta. E incappa nella Cappella Griffoni.

Roberto Terra:  Ricordo la prima volta che vidi i “Santini” della Collezione Cini (nel 1997) a Ferrara in Palazzo dei Diamanti nella mostra La leggenda del collezionismo. Con Andrea Emiliani soprintendente realizzammo un grande pannello basandoci su un disegno settecentesco del pittore Orlandi, uno degli ultimi ad aver visto intatto il Polittico, e riproponemmo la disposizione delle tavole. Da allora, devo confessare, ho sempre portato nel cuore quel folle progetto di ricostruzione. Poi, dopo anni, l’incontro con Lowe: era il progetto per lui!

Ricostruzione del Polittico Griffoni di Francesco del Cossa e Ercole de’ Roberti ( d a Cecilia Cavalca , La pala d’altare a Bologna nel Rinascimento. Opere, artisti e città. 1450 – 1500, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale 2013, p. 266. Per gentile concessione di Cecilia Cavalca e di Silvana Editoriale Spa)

S.C.M. Ma i singoli proprietari come li avete convinti?

R.T. Sembrava impossibile. 9 musei tra i più importanti al mondo che dall’alto del loro prestigio accampavano remore ideologiche oltre a problemi di diritti d’immagine. Ci sono voluti cinque anni, e ad uno ad uno, dal Louvre a Brera, dalle National Gallery di Washington e di Londra ai Musei Vaticani, dal Museo Boijmans di Rotterdam alla Collezione Cini di Venezia, dalla Collezione Cagnola alla Pinacoteca di Ferrara, hanno capito e apprezzato la nostra iniziativa. Quando il Papa è venuto a Bologna nel 2017 il Polittico in facsimile era nella sua cappella originaria. La Basilica di San Petronio aveva commissionato il lavoro di riproduzione a Factum Foundation che aveva anche sostenuto la maggior parte dei costi. Purtroppo, benché la Basilica sia enorme, incredibilmente in essa non ci sono spazi ausiliari dove poter posizionare il Polittico. Intervenne Genus Bononiae, il Museo della città che offrì le sue sale. Ma c’è di più: si fece sempre più pressante nella mente del presidente Roversi Monaco l’idea di riportare a casa, a Bologna, creando un evento straordinario, tutte le tavole originali conosciute.

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S.C.M. Un sogno di tanti, sempre rimasto tale.

Roberto Terra: Evidentemente i tempi erano maturati. Diverse circostanze hanno favorito l’interesse di tutti i protagonisti di questa lunga e bellissima storia. In primis il lavoro di Factum Foundation sugli originali ha consentito alle varie istituzioni museali di raccogliere una utilissima e aggiornatissima documentazione materiale fatta di foto e scansioni in 3D. Poi il Palazzo Fava era il luogo più indicato dove conservare le opere in condizioni ottimali come microclima, sicurezza, luce. In oltre l’orientamento della cura scientifica si focalizzava principalmente sugli aspetti storico artistici. Per finire, l’operazione non era fine a se stessa, non era un evento effimero solo espositivo, ma c’era un facsimile perfetto destinato a rimanere al Museo della Storia della Città di Bologna. Un capolavoro scomparso si sarebbe al fine ritrovato.

S.C.M. E gli studiosi avrebbero avuto la rara possibilità di vedere e affiancare i pezzi originali tutti insieme.

Roberto Terra:  Con le riproduzioni fotografiche non ha mai la stessa ricostruzione. Infatti si è subito scoperto che due “Santini”, quelli della Collezione Cini, sono di dimensioni leggermente diverse dagli altri, quindi molto probabilmente appartengono ad un altro polittico.

S.C.M. I periodi artistici bolognesi più noti e rinomati sono ancora il Trecento e il Seicento.

Roberto Terra:  Il Rinascimento, ‘400 e ‘500, segna il passo. Per rivalutarlo, dopo averlo studiato, bisogna trovare il modo giusto per raccontarlo, per renderlo più sexy, come direbbero in Usa.

Informazioni pratiche

La Riscoperta di un Capolavoro

Con le due sezioni “Il Polittico Griffoni rinasce a Bologna” e “La Materialità dell’Aura: Nuove Tecnologie per la Tutela”

Palazzo Fava – via Manzoni 2, Bologna

Dal 19 maggio: da lunedì a domenica h. 9.00 – 22.00 (con accesso in mostra fino a un’ora prima della chiusura)
Biglietto: intero 15 euro e varie forme di ridotto (da 10 a 12 euro). Ridotto per i possessori Card Cultura, da presentare in biglietteria.

Un progetto di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Genus Bononiae. Musei nella città
In collaborazione con: Basilica di San Petronio, Polo Museale Emilia Romagna, Pinacoteca Nazionale di Bologna, Factum Foundation, Comune di Bologna

Silvia Camerini Maj

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