Com’è cambiato il mercato del caffè con il COVID-19

Com’è cambiato il mercato del caffè con il COVID-19

ITALIA – Che danno ha subito il mercato del caffè con la chiusura delle attività di ristorazione, assieme a bar e locali durante il periodo di lockdown? Le grandi torrefazioni hanno beneficiato anche di una solida presenza online, invece come si sono difese le piccole torrefazioni di caffè?

La comparsa del coronavirus COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulla vita di milioni di persone e, al contempo, ha lasciato un segno profondo sull’economia globale. Molti settori hanno risentito pesantemente della crisi provocata dai periodi di lockdown, facendo registrare sia un calo dei profitti sia un sostanziale mutamento delle dinamiche di mercato. È il caso, ad esempio, del settore del caffè e delle torrefazioni, che nel corso del 2019 ha assorbito il contraccolpo della quarantena, non senza conseguenze.

Il mercato del caffè prima e durante la quarantena

Il periodo di cosiddetto lockdown (dalla metà di marzo ai primi di maggio) è stato caratterizzato dalla chiusura delle attività di ristorazione, assieme a bar e locali. Tale provvedimento, che in realtà si è protratto per quasi tutto il mese di maggio in attesa che gli esercenti attuassero le misure di sicurezza previste dal protocollo sanitario, ha colpito non solo bar, ristoranti e affini ma anche le piccole torrefazioni di caffè. Queste, infatti, traggono la maggior parte dei propri ricavi dalle forniture alle attività del settore Horeca (Hotel, Restaurant e Catering) che per quasi tre mesi è rimasto completamente fermo. Ciò, ovviamente, rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza di centinaia di piccole torrefazioni che, numericamente, rappresentano la maggior parte del mercato del caffè nel nostro paese. Nel frattempo, invece, le grandi torrefazioni sono riuscite a limitare i danni; secondo uno studio condotto da Competitive Data, le grandi aziende hanno guadagnato nuove quote di mercato già nel 2019, ampliando una forbice che, nel 2020, a causa della crisi provocata dalla diffusione del COVID-19 si è ulteriormente allargata (per il settore Horeca si prevede una contrazione dei ricavi che oscilla tra il 30% e il 40%).

Oltre alla capacità di resistere al contraccolpo della quarantena, potendo contare su una rete di vendita al dettaglio capillare, le grandi torrefazioni hanno beneficiato anche di una solida presenza online. Il lockdown, infatti, ha accentuato una tendenza non certo recente, ossia quella degli acquisti a distanza tramite gli e-commerce. Costretti in casa per quasi due mesi, milioni di italiani hanno dovuto, fisiologicamente, votarsi allo shopping online e il caffè, in tal senso, non ha fatto particolare eccezione. Oltre agli utenti che già utilizzavano i canali digitali per effettuare buona parte dei propri acquisti, circa due milioni di nuovi consumatori hanno cominciato a comprare online, rivolgendosi a siti specializzati nella vendita di miscele, cialde e capsule (le monodosi per le macchinette elettriche), come Outlet Caffè; portali di questo tipo consentono all’utente di scegliere il prodotto che più soddisfa le proprie esigenze all’interno di un vasto catalogo, che include sia quelli dei grandi marchi più noti, sia le miscele delle torrefazioni che si sono affacciate più di recente sul mercato (come ad esempio il caffè Borbone).

Le possibili tendenze per i prossimi anni

Dato il contesto nazionale ed internazionale di grande incertezza, non è facile capire quale sarà l’evoluzione del mercato del caffè nel corso dei prossimi mese e del 2021. Di certo, il monopolio della grandi torrefazioni, che possono contare sia sul retail dei negozi fisici sia sull’e-commerce, non pare essere in discussione mentre preoccupa lo stato delle piccole torrefazioni, il cui destino è legato strettamente al settore di hotel e ristoranti. Il problema principale per l’Horeca è che, nonostante le misure di contenimento del contagio siano state sensibilmente allentate, il mercato non tornerà ai livelli precedenti lo scoppio della pandemia non prima di un anno (o forse più); nel frattempo, la contrazione dei flussi turistici e le mancate entrate (sia durante il lockdown che nei mesi a seguire) rischiano di fiaccare l’intero settore ed in particolar modo le attività di dimensioni più ridotte.

 

In homepage Foto MyWhere©

Fabiola Cinque

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