VENEZIA – Il museo rimane aperto ad agosto tutti i giorni tranne il martedì. La Peggy Guggenheim Collection a Venezia ci permette di rimanere immersi nella pace del verde e dell’arte in compagnia dei grandi maestri del ‘900, da Boccioni a Calder, da Dalì a Duchamp, da Ernst e Picasso e Magritte, solo per citarne alcuni.
Il museo come sappiamo si trova nel meraviglioso Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, sua residenza veneziana con l’accesso da una calle interna.

La bellezza di Palazzo Venier dei Leoni ruba il fiato. Ma la cosa più affascinante è scoprirlo dall’acqua quando sei sul Canal Grande e, man mano che il vaporetto si avvicina, cominci a vedere questa costruzione bianca con le sue cancellate e con le scale che ti accolgono nello spazio più ricco di arte e di femminilità che possiamo immaginare. Sì, il tocco geniale, artistico e visionario, ma anche femminile di Peggy Guggenheim è in ogni angolo e in ogni spazio di questo meraviglioso palazzo.
Sarebbe banale, oltre che inutile, che vi descrivessi ogni opera della Peggy Guggenheim Collection (facente parte della Solomon R. Guggenheim Foundation), anche perché, con le varie mostre che si succedono, troverete a rotazione le più ricche collezioni mondiali dell’arte moderna.

Non potevo esimermi dal farmi ritrarre appoggiata al camino del salotto con un Mirò alle mie spalle, così come mi è venuto naturale scattare la presenza di due ospiti davanti alla tela di Jackson Pollock. Foresta incantata è un esempio delle composizioni astratte della maturità di Jackson Pollock realizzate versando, sgocciolando, spruzzando il colore su grandi tele senza telaio.

Dopo una visita in Olanda nell’estate del 1928 Joan Miró ritorna a Parigi con alcune riproduzioni su cartolina di opere di maestri olandesi del XVII secolo e dipinge quest’opera come una trasformazione della Lezione di ballo di Jan Steen (Rijksmuseum, Amsterdam). Riconoscibilissimo il suo stile che trasforma ogni dettaglio reale, dalle forme umane a quelle animali, in forma eccentrica e evocativa.

Ho sempre amato Leger, meno noto ai più, ma sicuramente affascinante in questa sua opera, Uomini in città, che racchiude la sua essenza artistica.
Ma il quadro che tutti vogliono vedere, un po’ come la Gioconda al Louvre, è senz’altro questo di Magritte. E mai una posizione più idonea di questa ti porta a scomporre i piani della luce e confondere le sensazioni del quotidiano in questo notturno onirico evocato dal re del surrealismo.

In questo paesaggio dove convivono paradossalmente il giorno e la notte, René Magritte viola una regola fondamentale della realtà. La luce del sole, di solito fonte di chiarezza, qui genera il turbamento e il disagio tradizionalmente associati all’oscurità. La luminosità del cielo diventa sconvolgente e rende la vuota oscurità sottostante ancora più impenetrabile.

Qui mi soffermo davanti all’opera Verso l’alto di Vasily Kandinsky dove, ai lati di una linea verticale continua, l’artista ottiene l’effetto di un’energia che si leva verso l’alto bilanciando le forme tra loro. Forme geometriche e semicerchi in quest’opera si compongono in una struttura sospesa in un fondo di ricco color turchese e verde.
Stupendo poi lo spazio esterno della Peggy Guggenheim Collection. Nel giardino delle sculture di Palazzo Venier dei Leoni, cuore verde del museo, tra rifioriture e gazebi, ho potuto ammirare il rinnovato allestimento, con opere di Jean Arp, Alberto Giacometti, Max Ernst e Pietro Consagra.

Da non dimenticare la mostra programmata per l’anno prossimo, dal 9 aprile 26 settembre 2022, Surrealismo e magia. La modernità incantata di cui qui possiamo ammirare un piccolo anticipo nel quadro di Max Ernst La vestizione della sposa facente parte della Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York.
Ora che i musei hanno riaperto in sicurezza approfittate ad andare a visitare quelle esposizioni che avevate evitato in tempi lontani temendo una ressa che, sicuramente, vi avrebbe impedito di poter godere pienamente della visione.
Per il post lockdown regalatevi una visita al museo Peggy Guggenheim.
Se poi avete la fortuna come me di potervi regalare un weekend in questa magnifica città ancora non affollata dai turisti, purtroppo, ecco che qui vi parlo anche dell’albergo dove ho soggiornato l’estate 2020 e dove è impressa parte della grande storia del secolo scorso della città di Venezia: Molino Stucky.

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