Caos in Cina e nel mondo del tennis: il mistero della sparizione di Peng Shuai

Caos in Cina e nel mondo del tennis: il mistero della sparizione di Peng Shuai

MONDO – Il 2 Novembre, con un lungo post su Weibo, aveva accusato di violenza sessuale Zhang Gaoli, ex vicepremier ed uno dei membri più influenti del Partito comunista cinese. Da quel momento in poi, si era persa ogni traccia della tennista.

Vi raccontiamo spesso le ultime novità e vicende riguardanti il mondo del tennis e dei suoi campioni. Stavolta lo facciamo per rendere nota una vicenda che ha dell’incredibile.

Sono ormai passate più di due settimane da quando la campionessa 35enne, Peng Shuai, ha pubblicato su Weibo, famoso social network cinese, un post in cui accusava di stupro Zhang Gaoli. Post repentinamente rimosso nell’arco di pochi minuti dal governo cinese. Ma questo non è bastato. Nelle ore successive al fatto, inoltre, era diventato impossibile trovare notizie al riguardo googlando il nome della tennista, del politico e, come se non bastasse, anche la parola tennis.

Il caso di Peng Shuai è uno dei primi in stile #MeToo in Cina. C’era solo un precedente prima d’ora: la famosa vicenda del cantante cinese Kris Wu, accusato di aver adescato delle ragazzine grazie alla sua popolarità. Mai, però, uno scandalo del genere aveva intaccato e sorpreso il potere politico cinese.

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA DI PENG SHUAI

Peng Shuai è una tennista originaria di Xiangtan, una città della provincia cinese di Hunan, famosa per aver dato i natali a Mao Zedong. La classe ‘86 ha il picco della sua carriera da doppista a cavallo tra il 2013 e il 2014, anni in cui conquista la vittoria al Roland Garros, a Wimbledon e alle WTA Finals, raggiungendo, insieme alla sua compagna di doppio Su-Wei-Hsieh, la vetta della classifica mondiale.

Nel commovente post pubblicato la sera del 2 Novembre, l’ex numero uno al mondo parla di un pomeriggio del lontano 2007, quando, ancora ragazzina, venne invitata da Zhang, allora capo del partito a Tianjin, ad una partita di tennis proprio nella città portuale di Tianjin, ad est di Pechino. In occasione di quel fatale incontro, si consumò la prima violenza. Nonostante ciò, i due intrapresero una relazione non costante nel tempo, alla quale, probabilmente, la giovane tennista cinese non riuscì a sottrarsi a causa del timore suscitato dalla potenza politica dell’uomo.

Nel 2013, contemporaneamente all’esplosione tennistica di Peng, Zaoli fu promosso vicepremier ed eletto uno dei sette membri del Politburo di Xi Jinping. Interrotto ogni tipo di rapporto nel corso degli anni, l’ex politico cinese, ormai in pensione, cercò poi di recuperare i contatti con la giocatrice ad inizio 2018, sottoponendola ad ulteriori casi di maltrattamenti.

L’HASHTAG LANCIATO SUI SOCIAL E LA POSIZIONE DELLA WTA

Nonostante le innumerevoli censure del governo cinese sull’accaduto, la notizia del post cancellato e della sparizione della cinese sono comunque trapelate. Grazie all’hashtag #whereispengshuai, condiviso dalla tennista francese Alizé Cornet, tante star del tennis (e non) hanno potuto dare sostegno all’iniziativa di ricerca dell’ex numero uno al mondo, spingendo la WTA ad indagare sulla questione. Da Chris Evert a Martina Navratilova, dalle dichiarazione di Novak Djokovic a quelle di Andy Murray e Gerard Piqué, per finire poi con le parole condivise tramite Twitter da Serena Williams e Naomi Osaka, il cui profilo è stato bannato in Cina proprio a causa del suo tweet di denuncia sull’evento.

Dopo alcune comunicazioni attendiste della Women’s Tennis Association, nelle quali si richiedeva più che altro al governo cinese delle rassicurazioni circa le condizioni della tennista, Il CEO della WTA, Steve Simon, è intervenuto duramente in prima persona sulla vicenda. Stando alle sue ultime dichiarazioni, in caso di mancata chiarezza sulla misteriosa scomparsa di Shuai, la WTA sarebbe pronta a “ritirare tutte le attività presenti in Cina e ad affrontare ogni eventuale complicazione che questa scelta comporterà“.

Una presa di posizione netta ed inaspettata da parte del Presidente della racchetta rosa, in quanto la nazione dell’Asia Orientale rappresenta ad oggi una delle principali fonti di guadagno per il mondo del tennis e per la WTA in particolare. Basti pensare che dieci dei tornei attuali del tennis femminile si svolgono in Cina e, per accordo preso, le WTA Finals si giocheranno a Shenzhen dal 2022 al 2030.

Ma, secondo quanto rilasciato da Simon, “Questa situazione è certamente più rilevante di qualsiasi business: le donne vanno rispettate, non censurate“.

Il motivo di tale drastica dichiarazione sarebbe da ascrivere ad una presunta mail inviata alla WTA ed attribuita alla tennista cinese. La notizia è stata resa nota dalla CGTN, TV statale legata al PCC. In base però a quanto detto dal capo del tennis femminile ai microfoni della CNN, la mail, nella quale la giocatrice afferma di “stare bene e di godersi del relax casalingo”, sarebbe falsa. “Ho provato più volte di persona a contattarla al telefono, via e-mail e in altri modi” ha aggiunto Simon, “ma non sono mai riuscito a ottenere una risposta”.

GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI SU PENG SHUAI

Negli ultimi giorni, foto e video recenti di Peng Shuai sono state condivise da un giornalista orientale vicino all’esecutivo. Le immagini, pubblicate su WeChat, ritraggono, però, una realtà forzata ed estemporanea, quasi mostrate ad hoc per allontanare qualsiasi attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulla vicenda: la campionessa felice e sorridente mentre gioca con il suo gatto con la bandiera cinese alle sue spalle.

I video, invece, mostrano prima la tennista partecipare ad un evento di junior tennis femminile in Cina e, successivamente, ad una cena con altre persone (tra cui il suo allenatore). Nonostante la poca credibilità associata dalla WTA a questi due contenuti (in quanto non si comprende realmente il suo stato “di libertà”), è di ieri la notizia di una videochiamata intercorsa tra Thomas Bach, presidente del CIO, e la cinese.

Durante il collegamento, durato più di mezz’ora, Peng Shuai ha più volte rassicurato il capo del Comitato Olimpico circa le sue attuali condizioni. “Sto bene bene e sono al sicuro. Chiedo solo più rispetto per me e per la mia privacy. Tornerò presto.”, ha concluso la cinese. Un messaggio che potrebbe dissipare ogni dubbio su una vicenda tutt’altro che conclusa.

 

 

In homepage la foto della tennista dal profilo Instagram

Luca Mazza

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