Klimt. La Secessione e l’Italia. Tutto quello che non sapete sulla mostra di Palazzo Braschi

Klimt. La Secessione e l’Italia. Tutto quello che non sapete sulla mostra di Palazzo Braschi

ROMA – Uno degli eventi più attesi dell’anno nell’ambito espositivo romano è quello che celebra la grandezza di Klimt, con la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia. Prima delle due tappe che portano il pittore viennese in Italia, in mostra a Palazzo Braschi da Ottobre 2021 fino al 27 Marzo 2022. Si tratta di un evento eccezionale, che per la prima volta ripercorre la vita e la produzione dell’artista austriaco concentrandosi sul suo legame con l’Italia. Dopo aver viaggiato lungo il percorso della mostra, voglio raccontarvi tutti i segreti dei dipinti più celebri del pittore della Secessione.

Scorcio da una finestra di Palazzo Braschi

Klimt. La Secessione e l’Italia è la mostra approdata ad Ottobre al Museo di Roma – Palazzo Braschi che, con opere provenienti dal  Belvedere  di Vienna,  dalla Klimt  Foundation e da tante altre raccolte pubbliche e private, ripercorre l’intera vita artistica di  Klimt, con un focus sull’Italia, troppo spesso tralasciato. Eppure, i viaggi di Klimt in Italia furono tanti, documentati da scritti e cartoline esposti in mostra. Klimt conobbe Venezia, Firenze, Trieste, Pisa, Ravenna con i suoi mosaici Bizantini, il Lago di Garda e Roma. Ne ha lasciato traccia in alcuni suoi paesaggi.

Senza certamente tralasciarne il ruolo di cofondatore della Secessione viennese, Klimt torna in Italia dopo 110 anni, proprio a Roma.

Prima sezione. Vienna nel 1900

La mostra è curata da Franz Smola,  curatore del Belvedere, Maria Vittoria  Marini  Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna. Nelle sale sono presenti diversi capolavori assoluti di Klimt, ma anche opere di altri artisti, che sottolineano l’influenza che l’arte di Klimt ha avuto in Italia. Infatti, fra i nomi esposti risaltano quelli di Galileo Chini, Giovanni Prini, Enrico Lionne, Camillo Innocenti, Arturo Noci, Ercole Drei, Vittorio Zecchin e Felice Casorati che, evidentemente toccati dalla modernità della tecnica e del pensiero klimtiano, hanno dato alla luce opere di grande sensibilità e ispirazione.

Il percorso espositivo si staglia lungo quattordici sezioni, più una quindicesima parte che si identifica come sezione dedicata al Ritratto di signora, in mostra grazie alla disponibilità della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi.  L’opera esercita sul visitatore e sugli appassionati di tutto il mondo un grandissimo fascino: non solo per il senso di appartenenza all’Italia, in quanto è uno dei tre dipinti presenti nei musei italiani, ma anche per il celebre furto di cui in passato è stata protagonista.

KLIMT. LA SECESSIONE E L’ITALIA: DIETRO LE QUINTE DELLA MOSTRA ROMANA

Ritratto di signora in bianco, Klimt

La mostra Klimt. La Secessione e l’Italia aperta a Palazzo Braschi il 27 Ottobre e visitabile sino al 27 Marzo è concepita nell’ambito di un progetto condiviso con Piacenza, dove l’esposizione proseguirà in primavera dal 5 Aprile alla Pinacoteca Civica di Piacenza.

Secondo l’Assessore alla Cultura del Comune di Piacenza, questo percorso in due tappe s’identifica come la mostra dell’anno. Questo perché si tratta di un progetto coraggioso, nato durante il periodo del covid e fortemente voluto. Un sogno che si realizza.

A Roma, la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia ripercorre quello che è il lato pubblico del pittore di Vienna. A Piacenza ci si concentrerà più sul lato privato. Il simbolo di una vera e sentita sinergia artistica fra le due città.

Johanna Staude, Klimt

La straordinarietà, l’unicità di Klimt. La Secessione e l’Italia, riaccende i riflettori su una delle opere più ricercate al mondo, per ventidue lunghi anni: Ritratto di Signora. La preziosità di una mostra che porta in Italia la meraviglia del Belvedere di Vienna, il museo che possiede la più grande collezione al mondo del maestro della Secessione.

Ritratto di signora con fondo rosso, Klimt

L’importanza di una mostra che riporta l’arte nelle nostre vite, perché la ripartenza post-covid deve riguardare tutti. E tutti i principali attori del mondo curatoriale, espositivo e storico-artistico devono lavorare assieme mediante sinergie e progetti di rilevante ambizione.

KLIMT E L’ITALIA

Ragazza nel verde, Klimt

L’aspetto italiano delle opere e della vita stessa di Gustav Klimt non è ignoto, ma probabilmente non è mai stato sufficientemente approfondito. Finalmente, tutto questo è possibile, attraverso un viaggio che inizia a Palazzo Braschi con l’esposizione temporanea Klimt. La Secessione e l’Italia.

Approfondire il legame che Klimt aveva instaurato con l’Italia è stato possibile, creando un racconto in grado di mettere insieme parte austriaca e parte italiana.

Anche secondo Franz Smola, curatore austriaco della mostra, è quasi un ritorno, il ritorno di Klimt a Roma dopo 110 anni.

La Secessione è molto importante per capire a fondo Klimt e per comprendere quanto l’artista fosse aperto alle avanguardie e ai giovani. In questa mostra viene messo a nudo l’intero processo interiore ed esteriore del pittore viennese: si passa da un realismo crudo, al naturalismo, alla stilizzazione.

I membri della Secessione, movimento di cui Klimt è stato cofondatore, hanno dato vita ad un design che si è concretizzato come molto importante per l’Europa.

A testimoniare quanto Klimt abbia, in ogni angolo, generato una rete di relazioni e influenze, vi sono in mostra i pittori italiani hanno avuto una relazione stretta con Klimt. Coloro che a lui si sono ispirati, senza tuttavia copiarlo.

KLIMT. LA SECESSIONE E L’ITALIA: LO STUPORE DEL PRIMO SGUARDO

Malcesine, Klimt

Questo progetto ha consentito inoltre di rendere accessibile il patrimonio della Klimt Foundation, mostrato al di fuori dei confini austriaci. E stavolta, come già anticipato, ci si concentra su un nuovo aspetto della vita di Klimt: il rapporto con l’Italia.

Quello che forse non tutti sanno è che Gustav non amava viaggiare, tanto che, se vogliamo parlare di vacanze oltralpe, è necessario apprendere che il pittore trascorse ben 17 anni sullo stesso lago, il Lago Attersee, nel Salzkammergut. Un’estate, non avendo trovato posti disponibili nel suo luogo del cuore, si vide costretto a soggiornare sul Lago di Garda.

In base a delle pubblicazioni avvenute negli ultimi anni, si è scoperto che soggiornò a Malcesine, in una casa di campagna, a sud del paese. Come lo abbiamo scoperto? Grazie ad una lettera scritta da una sorella di Klimt al figlio Hermann e ad altre testimonianze. Fu l’unica vacanza che il pittore trascorse all’estero e scelse proprio il Lago di Garda.

La produzione a cui Klimt dona vita durante il suo soggiorno in Italia è legata al paesaggio, che non è mai realistico anche se corrispondente al vero. E’, più che altro, un paesaggio dell’anima.

Klimt amava generalmente eseguire queste opere all’aperto, spesso con l’aiuto di un binocolo, per poi completarle nel suo studio. Ne abbiamo, alla mostra Klimt. La Secessione e l’Italia, una valida testimonianza.

Amiche, o Le Sorelle. Klimt

La mostra dona l’opportunità al pubblico italiano e da ogni dove, di ammirare opere come Amiche o Le sorelle, tornata in Italia dopo 111 anni.

La Sposa, Klimt

O di rimanere per dei lunghi, interminabili minuti incantati dall’imponente opera chiamata La sposa, che torna nel nostro Paese dopo 80 anni.

UNA MOSTRA, UN VIAGGIO

Un viaggio nel viaggio. Un viaggio nella vita del grande pittore austriaco. La mostra Klimt. La Secessione e l’Italia ha ricostruito ben 8 viaggi dell’artista nel nostro Paese, per motivi di studio e di lavoro, come quello del 1890. O come quello del 1903, durante il quale si appassiona al mosaico.

 

mostra di Klimt a Roma MyWhere
La copia del Fregio di Beethoven riprodotto nella mostra di Klimt a Roma

Nel 1905 è insignito del Premio Villa Romana, tutt’ora esistente, che permetteva agli artisti vincitori di soggiornare a Firenze. Un premio che, con rammarico, dovette rifiutare per mancanza di tempo.

E’, quello correlato all’Italia, un periodo d’oro per Klimt. Lo dimostrano, per chi ha l’attenzione di andare oltre la visita standard al percorso espositivo, dipinti come la celebre Giuditta. Con quest’opera Klimt cade nel ruolo dell’artista scandaloso. E’ uno degli esempi più noti in cui Klimt rende omaggio al fascino dell’erotismo femminile.

Giuditta, Klimt

Questa leggendaria figura biblica, che decapita con le sue stesse mani il generale assiro Oloferne per salvare dalla rovina il suo popolo ebraico, si fa strada sempre di più nell’arte e nella letteratura del tempo.

La Giuditta di Klimt sembra essere un eccezionale esempio del tipo di femme fatale, quell’essere affascinante da cui l’erotismo e il pericolo vengono sprigionati in egual misura.

Infine, lo dimostrano le sue lettere, nelle quali parla di come il Bel Paese lo abbia forgiato.

Disegni, Klimt

Klimt. La Secessione e l’Italia è senza dubbio una mostra di respiro internazionale, ma soprattutto un’ode all’Italia dell’arte, che espone prestiti eccezionali per un totale di 230 opere totali, con 200 originali di cui 49 di Gustav Klimt. Nient’altro da aggiungere. Un viaggio che ognuno di noi deve compiere senza rovinarsi la sorpresa.

IL MISTERO DEL DIPINTO SCOMPARSO

Ritratto di Signora, Klimt

Il celebre Ritratto di Signora, che troviamo nel percorso della mostra Klimt. La Secessione e L’Italia, precisamente nella parte conclusiva, è databile tra il 1916 e il 1917, l’ultima fase di attività dell’artista. La sua pittura si fa meno preziosa, l’approccio più emozionale e aperto all’espressionismo.

Klimt la dipinge sopra un precedente ritratto già ritenuto perduto, raffigurante una giovane donna, identica nel volto e nella posa all’attuale ritratta, ma assai diversamente abbigliata e acconciata.

Eppure, quest’opera è destinata a far parlare di sé, circondandosi man mano di un’aura di mistero.

Il 22 Febbraio del 1997, la tela viene rubata dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza con modalità che nemmeno le indagini riusciranno mai a chiarire.

Entreranno in scena millantatori di ogni genere: da sedicenti collezionisti, a medium, mitomani, ricattatori e finti informatori. Prima che il dipinto possa tornare alla luce, il mondo ha atteso quasi ventitré anni.

E comunque, anche il suo ritrovamento è avvolto dal mistero. Il 10 Dicembre 2019, mentre si stanno svolgendo alcuni lavori di manutenzione nei giardini dello stesso museo piacentino, improvvisamente, in un piccolo vano chiuso da uno sportello senza serratura viene ritrovato un sacchetto di plastica dentro il quale c’è una tela. E’ proprio lui, il Ritratto di Signora di Gustav Klimt.

 

Insomma, una mostra, quella di Klimt. La Secessione e L’Italia, che ne ha di storie da raccontare. Probabilmente, apre un discorso attorno alla vita dell’artista austriaco, che avrà modo di avere seguito per molto, moltissimo tempo.

 

Tutte le foto sono scattate da me per MyWhere ©

Michela Ludovici

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