MONDO – La primavera non è solo una stagione, è un’attitudine, è uno stato dell’animo. Ma soprattutto, è ed è stata sempre musa di poeti e autori, che per lei e grazie a lei hanno scritto versi ricolmi di grazia, tenerezza ma anche, se vogliamo, inquietudine. Accogliamo insieme, poco a poco, l’ingresso di questo periodo magico, attraverso le parole dei più celebri poeti che ne hanno parlato.
La Primavera nella Poesia ha da sempre fatto il suo ingresso attraverso immagini poetiche, cariche di pacatezza e bellezza, per una stagione che ha da sempre impersonato anche uno stato d’animo, oltre a rappresentare il più dolce e colorato momento dell’anno.
Diceva Pablo Neruda:
Voglio fare con te ciò che la primavera fa con i ciliegi.

Ma cosa fa esattamente la Primavera? C’è chi la definisce una mezza stagione, chi il tempo dei fiori, la maggior parte, però, la chiama maledetta, come i fiori del male di Baudelaire, di cui vi abbiamo parlato nel dettaglio in un nostro articolo. Non è un caso, infatti, che proprio il 21 Marzo, giorno dell’equinozio primaverile, sia anche la Giornata Mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza generale dell’Unesco nel 1999.
LA PRIMAVERA NELLA POESIA: UNA PROFONDA CORRELAZIONE

La Primavera nella Poesia, due rette parallele o due facce della stessa medaglia? La Primavera con i suoi profumi e rumori è davanti ai nostri occhi, pronta ad accoglierci e farci distendere sul suo manto, non bianco come la neve, ma bianco come le margherite appena sbocciate. Ma la Poesia è dentro ognuno di noi, nelle parole non dette, nei sospiri nel letto, nei battiti silenziosi del cuore. La Poesia, allora, è intrinseca al concetto stesso di Primavera, perché Poesia è tutto ciò che è intangibile, artistico, eterno, come la nostra stagione.
Virginia Woolf, ne Le Onde, ha scritto:
L’alba è una specie di sbiancare del cielo; una specie di rinnovamento. Un altro giorno; un altro venerdì; un altro venti di marzo, di gennaio, o di settembre. Un altro risveglio generale… Sì, questo è l’eterno rinnovamento, l’incessante sorgere e ricadere, e cadere e risorgere.
LA PRIMAVERA E’ TRANSIZIONE
Siamo nel tempo della rinascita e della resurrezione: fioriscono i ciliegi e sbocciano i fiori. Tutto intorno a noi cambia, si trasforma in quell’eterno panta rei che, in fin dei conti, non fa altro che ripetersi. Gli amori nuovi sono all’orizzonte, ma quelli vecchi, profondi, quelli che ci hanno segnato l’anima ritornano in superficie, resistono ai venti e rimangono nella dimensione dell’eternità. Siamo nella stagione di Madame Bovary e della Signora delle Camelie, dei loro verdi giardini e delle sere che iniziano ad avere profumo d’estate.
Ma tutto quest’amore non sarà nocivo? Si risveglia la Primavera e si risvegliano i sentimenti, i rimpianti, le nostalgie.
La giovane stagione riscalda a pieno il mio cuore che è facile ai brividi
Per dirla alla maniera di Wherter.
Il ricordo dell’inverno e la prospettiva dell’estate ci cullano in questo dolce far niente, che niente, alla fine, non è. È la Poesia romantica, quella di Venere dalla bellezza disarmante e quella di Allende che, Oltre l’inverno, scorge nuvole rosa di Primavera.
È un periodo di transizione, di pensiero, di riflessione, dove tutto è nuovo e, allo stesso tempo, tutto è uguale. Riusciamo a sentire i fruscii, l’eco di una poesia primaverile che ci riscalda il cuore. Perché, alla fine Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera.
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