Jago lo scultore potente a ritmo del battito, perché il cuore non è di pietra

Jago lo scultore potente a ritmo del battito, perché il cuore non è di pietra

ROMA – E’ stata prorogata fino al 28 agosto 2022 la prima grande mostra di JAGO a Roma. Se non avete il cuore tenero, vi consiglio di non perdere Jago The Exibition a Palazzo Bonaparte a Piazza Venezia nel centro della Capitale.

JAGO a Roma è ospitato con la sua The Exibition a Palazzo Bonaparte nel pieno centro della città. La genialità di JAGO viene documentata per la prima volta in una mostra a Roma che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi. Dalle sculture monumentali di più recente realizzazione fino alle creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche. Infatti Jago scolpisce come Michelangelo ed è una rockstar.
Amatissimo dal grande pubblico, mito per i giovani e fenomeno social, è l’emblema dell’artista contemporaneo che unisce talento a grande capacità di comunicazione. Arthemisia propone la sua prima mostra antologica, esponendo tutte le opere realizzate fino ad oggi.
E propone anche il primo esperimento di studio d’artista in una mostra pubblica: Jago lavorerà a una nuova opera all’interno di Palazzo Bonaparte.

“…programmo il mio futuro. Mi cimento in rapporti impegnativi per trasformare un’idea in realtà tangibile lontana da possibili rimpianti…”

La grande mostra ti accoglie nel primo salone con Figlio Velato, poi a seguire troneggia al centro del salone principale, affacciato su Piazza Venezia, la Pietà, per poi condurci per mano nella sala con Habemus Hominem, il ritratto di Papa Benedetto XVI.

Pietà Palazzo Bonaparte JAGO a Roma

E’ forte la carica evocativa che si riscontra nella Pietà. Icona simbolica dell’arte di Jago, accolta dapprima in Santa Maria in Montesanto a Roma da un pubblico di straordinarie dimensioni. Un uomo desolato sorregge il corpo inanimato di un adolescente, offrendo un’impressione di grandiosità scabra e solenne.

MyWhere Palazzo Bonaparte JAGO a Roma

L’intensa meditazione sul dolore, racchiusa nella desolata monumentalità della Pietà (2021), diviene qui l’icona simbolica di tragedie senza tempo.

Fabiola Cinque Palazzo Bonaparte JAGO 7
Qui alla mostra JAGO The Exibition a Palazzo Bonaparte, ma il Figlio Velato è esposto permanentemente all’interno della Cappella dei Bianchi nella Chiesa di San Severo Fuori le Mura a Napoli.

Il simbolico indizio di sofferenze atemporali lo ritroviamo anche nella figura del Figlio Velato, proveniente dalla Cappella dei Bianchi nel napoletano rione Sanità. Il fanciullo che giace inerme su una lastra marmorea racconta di una sorte oscura e drammatica, lo scacco di tanti innocenti che affrontano un cammino ricco di insidie, senza riuscire a toccare un approdo. Pietà e violenza si intrecciano nello sguardo dell’artista.

JAGO a Roma PAPA Palazzo Bonaparte
Habemus Hominem, 2009 / 2016. JAGO a Roma, Palazzo Bonaparte

Sorprendente è la scardinante nudità del Pontefice emerito. La nudità del pontefice emerito in Habemus Hominem è sigillo di un gesto di radicale spoliazione. Il corpo di Papa Benedetto XVI risulta denudato, il volto sorride con inedita dolcezza, il busto emaciato fa emergere l’umanità creaturale di chi è tornato a essere uomo.

Mentre l’immagine di una Venere (2018), priva della giovanile venustà, sconcerta e induce a riflettere sul valore simbolico della bellezza.

JAGO a Roma Venere Palazzo Bonaparte
JAGO a Roma. Particolare de la Venere

Venere è bruscamente sottratta a significati tradizionali, privata di giovinezza e di ogni seduzione estetica, scelta allusiva a valori altri assertori di una diversa verità. Ciò non esclude che l’atteggiamento delle braccia si richiami ancora ad un’antica grazia.

Ancor prima, l’artista ha proposto un tema svincolato da ogni rapporto con la storia, nel replicare la sequenza del battitocardiaco in Apparato Circolatorio (2017).

JAGO a Roma Palazzo Bonaparte Mywhere

L’installazione dal titolo Apparato Circolatorio è una rappresentazione iconica del battito cardiaco in ognuna delle sue fasi. Ma dietro l’automatismo si celano contenuti umani, quali la dedica dell’opera a un amico scomparso. Un cuore continua a battere al di là della vita, nel pensiero di chi è stato amato. Ecco un modo di connotare di significati un’operazione nata all’insegna dell’individuazione di meccanismi biologici.

 

JAGO a Roma
La pelle dentro, 2012. Io, Fabiola Cinque alla mostra di JAGO a Roma, Palazzo Bonaparte

Fin dal titolo di una delle opere esposte, La pelle dentro, si definisce la capacità dell’arto di penetrare in maniera veemente all’interno della materia per enucleare una forma che lo rappresenti. La mano di marmo ha per sua natura una pelle interna al blocco scultoreo, la cui superficie è percorsa da segni che possono apparire corrispondenti ad ossa, muscoli e vene. È anche la mano dello scultore, che lavora per far nascere, con la diuturna fatica, una qualche rivelazione dell’eterno mistero dell’arte. Organo prensile, presente più volte nell’iconografia del lavoro dell’artista, è strumento fondamentale per ogni operazione creativa.

Chi è JAGO

Pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987, Jago è scultore potente attento agli esempi della nostra tradizione e universalmente noto come The Social Artist per le innate capacità comunicative e il grande successo che riscuote sui social.

Sicuro talento nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione, Jago arriva direttamente al cuore del pubblico che lo ama, anzi lo adora. Paragonabile in tal senso a una rockstar, trasmette l’amore per l’arte ai giovani: le dirette streaming e le documentazioni foto e video – attraverso le quali coinvolge il suo pubblico sul web – raccontano il processo inventivo di ogni opera e il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo. Nelle sue opere, utilizza anche elementi tragici in un costante gioco di rimandi, con una visione sempre tesa alle tematiche del presente, suscitando provocatoriamente negli spettatori riflessioni sullo status dei nostri tempi.

La mostra di JAGO a Roma, curata da Maria Teresa Benedetti, connota gli elementi chiave di un lavoro continuamente in fieri, capace di costante arricchimento.

“…La mia scultura è lingua viva. Utilizzare una lingua non significa copiarla. Mi riconosco in un linguaggio e lo adotto: sento l’esigenza di realizzare un collegamento con quello che vedo, senza spirito di emulazione. Sono me stesso.”

 

LA MOSTRA di JAGO a Roma

L’esposizione JAGO. The Exhibition è prodotta e organizzata da Arthemisia con la collaborazione di Jago Art Studio.
L’evento è consigliato da Sky Arte.

Emblema dell’artista contemporaneo, che unisce talento creativo e rara abilità comunicativa, Jago afferma di sé: “mi considero un uomo e uno scultore del mio tempo. Utilizzo il marmo come materiale nobile legato alla tradizione ma tratto temi fondamentali dell’epoca in cui vivo. Il legame col mondo è fortissimo. Guardo a ciò che mi circonda, gli do forma e lo condivido.”

Scultore e comunicatore, Jago incarna la complessa figura dell’artista che si affida solo a sé stesso senza mediazioni, assumendosi per intero il compito di dialogare con il mondo. Attraverso le sue opere fornisce al pubblico una lettura personale della storia, risignificandola e utilizzando un materiale nobile come il marmo, appartenente alla tradizione, e procedimenti esecutivi classici (dal disegno al modello, dal bozzetto d’argilla al calco in gesso), insieme all’adozione della figura umana come soggetto prevalente.

Un codice e un linguaggio si esprimono nell’asperità di superfici ruvide, lontane dalla levigatezza, dalla lucentezza e dalla grazia di molte sculture del passato, ribadendo l’aspetto contemporaneo di un’inevitabile corrosione del tempo.

Una mostra – per citare la curatrice Maria Teresa Benedetti – nella quale

“Si può essere sedotti dai nuovi linguaggi ampiamente adottati nella pratica artistica contemporanea, avvertire l’innegabile appeal della digital life, ma si può anche intuire la necessità di non escludere la storia, custode di valori che arricchiscono il nostro presente, pure così dirompentemente diverso.”

L’uso del marmo, materiale nobile appartenente alla tradizione, è significativo di una precisa direzione, come lo è il procedimento esecutivo, dal disegno al modello, dal bozzetto d’argilla al calco in gesso, insieme all’adozione della figura umana come soggetto prevalente.

“Tutto ciò” – asserisce Jago – “accende la discussione sulla carenza di rapporti tra il mio lavoro e la contemporaneità ma io mi considero un uomo e uno scultore del mio tempo. Utilizzo metodi tradizionali trattando temi fondamentali della realtà in cui vivo. Il legame col contemporaneo è fortissimo. Guardo al mondo che mi circonda, racconto dei bimbi che muoiono, delle donne che vogliono avere un loro posto nella società, della violenza diffusa, temi di tutti i tempi ma oggi al centro. La mia scultura è lingua viva”. E ancora: “Utilizzare una lingua non significa copiarla. Mi riconosco in un linguaggio e lo adotto. Sento l’esigenza di realizzare un collegamento con quello che vedo, senza spirito di emulazione. Sono me stesso”.

Al punto focale del linguaggio corrisponde nella realizzazione l’asperità di superfici ruvide, lontane dalla levigatezza spesso propria a specifici modelli del passato. Le forme evitano la lucentezza speculare in altri casi identificata con significati profondi dell’immagine e la grammatica di Jago intende non consegnarsi alla grazia ma aderire persino a durezze e impazienze, ribadendo l’aspetto contemporaneo di una inevitabile corrosione del tempo.

JAGO_Photo Dirk Vogel
JAGO. Photo Dirk Vogel

L’ARTISTA, chi è JAGO

JAGO è un artista italiano che opera nel campo di scultura, grafica e produzione video. Nasce a Frosinone (Italia) nel 1987, dove ha frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti (lasciata nel 2010).

Dal 2016, anno della sua prima mostra personale nella Capitale, ha vissuto e lavorato in Italia, Cina e America. È stato professore ospite alla New York Academy of Art, dove ha tenuto una masterclass e diverse lezioni nel 2018. Ha ottenuto numerosi premi nazionali e internazionali quali: la Medaglia Pontificia (consegnatagli dal cardinale Ravasi in occasione del premio delle Pontificie Accademie nel 2010), il premio Gala de l’Art di Monte Carlo nel 2013, il premio Pio Catel nel 2015, il Premio del pubblico Arte Fiera nel 2017 e ha inoltre ricevuto l’investitura come Mastro della Pietra al MarmoMacc del 2017.

All’età di 24 anni, su presentazione di Maria Teresa Benedetti, è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, esponendo il busto in marmo di Papa Benedetto XVI (2009) che gli è valso la suddetta Medaglia Pontificia. La scultura giovanile è stata poi rielaborata nel 2016, prendendo il nome di Habemus Hominem e divenendo uno dei suoi lavori più noti. L’avvenuta spoliazione del Papa emerito dai suoi paramenti è stata esposta a Roma, nel 2018, presso il Museo Carlo Bilotti di Villa Borghese, attirando un numero record di visitatori (più di 3.500 durante l’inaugurazione).

A seguito di un’esposizione all’Armory Show di Manhattan, JAGO si trasferisce a New York. La ricerca artistica di Jago fonda le sue radici nelle tecniche tradizionali e instaura un rapporto diretto con il pubblico mediante l’utilizzo di video e dei social network, per condividere il processo produttivo.

Nel 2019, in occasione della missione Beyond dell’ESA (European Space Agency), JAGO è stato il primo artista ad aver inviato una scultura in marmo sulla Stazione Spaziale Internazionale. Intitolata The First Baby e raffigurante il feto di un neonato, è tornata sulla Terra a febbraio 2020 sotto la custodia del capo missione, Luca Parmitano. Da maggio 2020 Jago risiede a Napoli avendo eletto il suo studio nella Chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi. Realizza all’inizio di novembre l’installazione Look Down allora temporaneamente collocata in Piazza del Plebiscito (ora nel deserto di Al Haniyah a Fujairah), mentre il 1 ottobre 2021 installa l’opera Pietà nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo a Roma.

Fabiola Cinque Palazzo Bonaparte JAGO a Roma
Excalibur, 2016. Io, Fabiola Cinque alla mostra di JAGO a Roma, Palazzo Bonaparte

Palazzo Bonaparte doveva ospitare solo fino al 3 luglio 2022 la prima grande mostra dedicata a JAGO invece avremo modo di visitare JAGO a Roma fino al 28 agosto, quindi organizzatevi per andarla a vedere al più presto!

INFO MOSTRA

JAGO THE EXIBITION

Palazzo Bonaparte a Roma

Dal 12 marzo al 28 agosto 2022

Siti internet

www.mostrepalazzobonaparte.it

www.arthemisia.it

Social e Hashtag ufficiale

@arthemisiaarte @jago.artist @mostrepalazzobonaparte #JagoBonaparte

Tutte le foto dell’articolo sono MyWhere©

Fabiola Cinque

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