Seguire le botti è l’indicazione per un esperienza gourmand in un’oasi di meraviglie naturali

Seguire le botti è l’indicazione per un esperienza gourmand in un’oasi di meraviglie naturali

BORGO VODIGE (LT) – Seguire Le Botti non è solo un’indicazione per ritrovare una dimensione unica a contatto con il meraviglioso territorio dell’agro pontino. È l’esperienza di un agriturismo gourmand che coniuga sapori e profumi della celebre cantina laziale che la ospita. Qui la storia dei fondatori della Cantina Sant’Andrea rivive nella cucina dello Chef Pasquale Minciguerra.

Seguire Le Botti ti porta in una dimensione ideale per vivere l‘esperienza culinaria e l’eccellenza dell’ospitalità in un contesto agreste. Tra i suoi vigneti si riscopre la preziosità del territorio attraverso l’autenticità delle materie prime locali.

Quello che ti sorprende, sin dall’arrivo, è il giardino antistante la struttura. Accolta da una maestosa canfora centenaria, e altri rari alberi come delle meravigliose Ceiba speciosa (della famiglia delle Malvacee) originari della Sicilia ed introvabili sul nostro territorio laziale, fino ad un meraviglioso portico di glicine.

Sono venuta qui all’agriturismo Seguire Le Botti della Cantina Sant’Andrea per conoscere la storia della famiglia proprietaria del podere e le peculiarità della coltivazione di queste vigne. Non in ultimo degustare il menù studiato dallo Chef Pasquale Minciguerra al ristorante gourmand.

Ma qui in pochi attimi ti senti già proiettato in un’altra dimensione.

Fabiola Cinque Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

In realtà però ancora non avevo idea dell’esperienza che mi avviavo a vivere. Ad una manciata di chilometri dalla turistica e affollata Sabaudia, e neanche dieci minuti d’auto dal Parco del Circeo, qui è possibile immergersi in un paesaggio che si adatta al ritmo lento del respiro.

Il tempo di posare la valigia in stanza e affacciarmi dall’immensa terrazza di pertinenza della stanza per realizzare che un weekend sarà un tempo troppo breve per desiderare di andar via.

Fabiola Cinque Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

Il podere di Borgo Vodice non è il solito contesto campestre, tra fiori, vigneti e uliveti. E non sono solo i vigneti a ricordarti la preziosità del territorio. Ma la storia che respiri dal primo momento che i tuoi occhi scorgono l’orizzonte di filari a perdita d’occhio.
Il tramonto qui al podere fa la sua parte ma io pregusto già il risveglio di domattina tra profumi e colori inesplorati.

Cantina Sant Andrea MyWhere

L’agriturismo Seguire Le Botti è frutto della ristrutturazione della casa originaria della famiglia. Ed è anche per questo che ti senti a tuo agio, con il desiderio di rimanere qui più a lungo possibile per ritemprare corpo e mente. La casa ha solo cinque stanze arricchite da questi terrazzi meravigliosi che ancor più ti fanno vivere un’esperienza in armonia con l’ambiente circostante.

MyWhere Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

La costruzione dell”agriturismo Seguire Le Botti è indipendente e immersa nel grande giardino (con un piccolo stagno dove amoreggiano i germani e un’ampia pergola sotto la cui ombra sono ospitati i tavoli d’estate) ed è posta tra la le due ali della cantina, la barricaia con la sala principale del ristorante e il negozio.

OCHE Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

Mi viene servito un Rosato Extradry ed io realizzo che l’ora dell’aperitivo sta già per terminare. Avevo perso la dimensione del tempo sin dall’arrivo in quest’oasi ma il terrazzo ha stimolato tutta la mia pigrizia senza scampo.

Cantina Sant Andrea MyWhere
Sant Andrea Riflessi Rosato Extradry con calice

Reagisco, ed eccomi pronta per visitare le varie aree del podere. Dopo aver sorseggiato il Sant Andrea Riflessi Rosato Extradry servito freddo, mi avvio in compagnia di Andrea Pandolfo a visitare la tenuta, i vigneti e la cantina.

Qui però non c’è solo un’azienda, una vigna: c’è casa. È il vero cuore pulsante di una famiglia che ha trovato la sua patria d’elezione, dove è stato possibile, attraverso il costante lavoro, la passione e la tenacia, creare un luogo che racchiude in sé tutti i valori familiari.

La Cantina Sant’Andrea è un’azienda vitivinicola ospitata in un ameno angolo del litorale del Basso Lazio, nella pace ristoratrice dell’assolata campagna di Terracina.

Fabiola Cinque con Andrea Pandolfo
Fabiola Cinque con Andrea Pandolfo a Seguire le botti tra i vigneti della Cantina Sant’Andrea

Perché il nome Seguire Le Botti?

Il caratteristico nome della struttura ospitata all’interno del podere si deve agli antichi barilotti usati negli anni ’60 per indicare la strada per l’azienda ai clienti romani che viaggiavano verso sud, lungo la Via Mediana.

La tenuta appartiene alla famiglia Pandolfo, ora guidata da Gabriele e Andrea (padre e figlio), viticoltori con un lungo passato imprenditoriale in Tunisia e ancora prima a Pantelleria, dove lavoravano uve di zibibbo. La loro storia è un emozionante racconto di passione e caparbietà che abbraccia quasi due secoli e coinvolge quattro generazioni di viticoltori determinate nel migliorarsi sempre, proprio come il buon vino che si affina giorno dopo giorno.

Nel podere della Cantina Sant’Andrea ritroviamo l’agriturismo, frutto della ristrutturazione della casa originaria, il ristorante di territorio, un ampio uliveto, l’allevamento biologico di galline, oche, quaglie e anatre (che forniscono uova per il ristorante) nonché un negozio dove è possibile acquistare tutti i prodotti.

L’esperienza con lo chef Pasquale Minciguerra

Il ristorante Seguire Le Botti è un ulteriore esperienza, che va vissuta a prescindere, con e senza alloggio. Qui, ogni giorno, lo chef Pasquale Minciguerra e la sua brigata propongono piatti “dell’anima”, autentici e genuini, finalizzati a esaltare l’eccellenza delle materie prime locali, anche autoprodotte. Insomma il ristorante si pone come “manifesto” dell’eccellenza laziale in quanto associa la produzione interna di vino dell’azienda Cantina Sant’Andrea fulcro del territorio laziale, alla varietà delle sue ricchezze e le realtà produttive.

Io ho avuto il privilegio di cenare in presenza di Andrea Pandolfo che illustrava passo passo l’abbinamento di ogni vino che accompagnava la degustazione. E poter poi anche assaporare ogni piatto con l’illustrazione dello stesso cuoco, e dei ragazzi del suo staff. Qui scorgevo con piacere ciò che accomuna la proprietà alla cucina. Infatti da questo connubio emerge in modo evidente sia la dedizione che mette nel lavoro Andrea Pandolfo per la sua azienda, e sia la passione e la cultura culinaria di Pasquale Minciguerra.

agriturismo gourmand
Fabiola Cinque tra il padre Gabriele Andrea Pandolfo al ristorante agriturismo gourmand

Ma a quando risale l’incontro tra Andrea Pandolfo e Pasquale Minciguerra?

L’incontro tra Andrea Pandolfo e Pasquale Minciguerra risale al gennaio 2021, quando Andrea terminò di ristrutturare l’antica casa colonica del podere di Borgo Vodice, trasformandola in un agriturismo con un ristorante “diffuso” al piano terra, diviso in accoglienti salette, oltre alla sala più grande della barricaia. Cominciò la ricerca di uno chef che sposasse in pieno la sua idea: credere nella unicità dei prodotti regionali e dar vita a una cucina che utilizzasse esclusivamente ingredienti laziali. E lo trovò appunto in Pasquale.

Cantina Sant’Andrea, dal canto suo, vantava già una produzione interna di vino e olio dop, di conserve di uva mono ingrediente, di miele, accanto ad allevamenti di galline ovaiole di molteplici specie (livornese, marans, brown, araucana, amrock, australop), di anatre, faraone, oche e quaglie. Per tutto il resto, l’azienda si rivolge alle realtà del territorio, portando avanti un’idea gastronomica che sublima una materia spesso poco conosciuta.

OCHE Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

«La mia più grande vittoria è poter spiegare ai clienti soddisfatti che hanno mangiato solo prodotti lazialispiega Andrea Pandolfo – Per noi questa è una grande sfida: valorizzare al massimo ciò che la nostra terra ci dona, scoprirne le molteplici varietà, fare rete con i produttori locali e lavorare insieme per promuovere la ricchezza del Lazio. La normativa sull’agriturismo, quindi l’obbligo di utilizzare in gran parte solo prodotti regionali spesso è stato considerato un limite: io, anzi noi, crediamo che sia solo una sfida da vincere. È abbastanza facile fare un grande pane con farine famose, blasonate, che in molti hanno testato, dove ci sono ricette e calibrazioni. Difficile è fare un pane importante con quelle del molino dietro casa, cioè il molino Cipolla di Terracina. Significa provare per settimane, a volte mesi, e continuare a sperimentare anche quando già il risultato è soddisfacente, ma ancora perfezionabile. La nostra regione (o meglio tutte le regioni italiane) ha un patrimonio di prodotti e sapori meravigliosi da rendere famosi grazie alla passione e arte degli chef. Questo, per me, vuol dire fare agriturismo nell’anima».

L’esperienza gourmand dell’agriturismo

Su questo amore per il territorio e su una ben precisa idea culinaria che punta ad esaltarne le eccellenze, si fonda la filosofia del ristorante e del suo chef Pasquale Minciguerra. Napoletano, classe ’86, giunto a Borgo Vodice nel 2021, dopo importanti esperienze.

Fabiola Cinque CHEF Segui le Botti
Io, Fabiola Cinque con lo chef Pasquale Minciguerra all’agriturismo gourmand Segui le Botti

Alla costante ricerca di Andrea Pandolfo delle eccellenze locali si aggiungono sperimentazioni che raggiungono vette altissime anche per il palato più esperto. Ad esempio da realtà come l’azienda casearia dell’Agropontino Alveti & Camusi, nasce una collaborazione per realizzare formaggi stagionati affinati al vino. Sogno, Oppidum e Riflessi sono le etichette della Cantina Sant’Andrea utilizzate in questa produzione a quattro mani, che dà vita, tra gli altri, a un particolare formaggio a pasta rossa, in cui si aggiunge il vino direttamente nel latte, prima della cagliata.

Un Menù che coniuga territorio e identità 

Fortemente identitaria, la regia dello chef è accurata e allo stesso tempo riconoscibile, facendo comprendere fin dal benvenuto che arriva in tavola quale sia la forza del prodotto locale. L’ospite è accolto con il pane caldo, lievito madre e almeno 48 ore di lievitazione, piccolo capolavoro del Sous Chef Alessandro Guratti. Servito con l’olio evo monocultivar itrana della casa, un gesto che mette i commensali a proprio agio, ricordando loro la bellezza della semplicità.

Uno dei cavalli di battaglia dello chef è la Pasta e patate con tartufo di Rieti, piatto realizzato con pasta mista assolutamente regionale! La pasta dal morso ruvido viene cotta con le patate gialle della Tuscia, a cui poi vengono aggiunte le patate Vitelotte viola e le Ratte in mantecatura, completata con il tartufo reatino. Ed io vi posso assicurare che è assolutamente memorabile!

Seguire le botti 9

Coniuga territorio e identità anche uno degli antipasti in carta, la Tartare di bufala gusto “brace”, uovo di quaglia, funghi cardoncelli e tartufo bianchetto: la carne della Fattoria Lauretti di Amaseno è condita con l’olio della casa e un olio affumicato, dal sentore di brace. Preparata con le uova di quaglia dell’azienda, è servita con il cardoncello di Marino e tartufo bianchetto di Rieti. Viene presentata in tavola su uno speciale piatto di ceramica, realizzato da un’artigiana di zona: «Abbiamo portato un tronco di vite all’artista – spiega Minciguerra – chiedendole di creare un piatto che ricordasse il legno, per servirvi sopra la tartare».

MyWhere Seguire le botti Cantina Sant’Andrea

E le collaborazioni tra i produttori regionali proseguono anche per un secondo come il Capocollo di Mangalica, cavolo cappuccio, cipolla in agrodolce e visciole di Sermoneta di Fabio Stivali: cucinato come un brasato classico, viene porzionato a cubi e glassato con il fondo bruno e le visciole del Simposio, storica gastronomia di Sermoneta. Il piatto viene poi servito con cavolo cappuccio stufato in agrodolce con zucchero di canna e aceto di visciole e cipolle.

 

Non posso descrivervi tutta la degustazione perché è un’esperienza che può fare solo il vostro palato. E le foto che abbiamo scattato parlano da sole. Qui al ristorante gourmand capitanato dallo Chef Pasquale Minciguerra ognuno di voi coglierà una sfumatura diversa, dal sapore all’olfatto al colore della composizione grafica dell’impiattamento. Se ancora siete indecisi su dove andare nel ponte del 2 giugno forse fate ancora a tempo a prenotare da Seguire le botti alla Cantina Sant’Andrea, sennò recuperate quanto prima, non ven ne pentirete!

Tutte le foto sono MyWhere© copyright.

Fabiola Cinque

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