La mostra di Giulio Rigoni. Un sogno, un enigma, un gioco

La mostra di Giulio Rigoni. Un sogno, un enigma, un gioco

ROMA – Alla galleria Von Buren Contemporary ho avuto modo di incontrare Giulio Rigoni ed intervistarlo. Se volete sognare un viaggio attraverso epoche e mondi diversi, vi consiglio una passeggiata nella suggestiva Via Giulia.

La mostra di Giulio Rigoni, Questo, è un sogno, è composta da opere impregnate di elementi onirici, che affondano le proprie radici in un forte immaginario tardo medievale.
Quello che mi ha colpito, sin dalle immagini che promuovevano la mostra, è stata la componente del gioco che crea il contrasto, e contemporaneamente un forte legame di continuità, tra tradizione e contemporaneità.

Via Giulia si presenta a noi, in una bella serata di inizio autunno, con i suoi colori caldi che la rendono una delle strade più raffinate e affascinanti della capitale.

Giulio Rigoni Von Buren Contemporary
Un quadro di Giulio Rigoni nel cortile della Galleria Von Buren Contemporary

La Galleria Von Buren Contemporary è uno scrigno che si apre dinanzi a noi con le luci riflesse nei brillanti colori delle opere di Giulio Rigoni. Siamo accolti dalla titolare, Michele Von Buren, che ci illustra la mostra ed introduce all’artista. Con il suo dolce accento inglese, la gallerista ci racconta dell’artista e della sua carriera mentre lui si divideva tra saluti a domande del pubblico presente al vernissage.

La mostra s’intitola Questo, è un sogno. Ma è anche un gioco, che ti attira nelle sue trame. Io mi sono ritrovata immersa nei tarocchi marsigliesi tra castelli e giullari, tra la torre e il baratto, contesa tra cavalieri e dame giotteschi. I protagonisti delle opere di Giulio Rigoni con i loro sguardi imperturbabili sono un enigma. Emergono qui da quinte teatrali che sono il nostro accesso al mondo di Morfeo. Protagonista assoluto è il colore vibrante che qui, con le tecnica dell’artista, diventa anch’esso originale materia di studio.
Questo mi suggerisce una delle prime domande che farò all’artista nella nostra intervista.

Giulio Rigoni MyWhere

Intervista a Giulio Rigoni

Giulio, ho letto che hai iniziato a dipingere da autodidatta. Mi racconti poi com’è nata la tua tecnica?

Io sono il promotore dell’errore. L’errore che si trova spesso nel fare arte. Intendo nella tecnica che ho poi sviluppato che a mio giudizio va tenuto, mantenuto e coltivato. 

Infatti quest’errore, come lo chiami tu, è diventato la tua cifra stilistica. Mi puoi descrivere più nel dettaglio in cosa consiste questo errore?

Se tu osservi i miei quadri con attenzione secondo lo stile accademico io ho ribaltato il processo. Infatti stendo il gesso preventivamente e poi lo ricopro con il colore (al contrario di come va fatto) saltando di conseguenza i passaggi delle velature che lo stile accademico richiede.

Stendere il bianco prima del colore lo rende ancora più forte e brillante e questo è un una nota che mi contraddistingue.

Infatti la tua tecnica non è facile da definire. È olio? Tempera?

Il mio “secondo errore” è che la mia tecnica è una pittura ad olio però senza olio… Infatti al posto dell’olio utilizzo il prodotto che serve per pulire i pennelli che è un essiccante. L’assenza dell’olio rende la pittura più veloce e meno artefatta.

Si infatti la tecnica non sembra affatto riferirsi ad una pittura fiamminga…

No, il risultato ottenuto appare più come una tempera proprio per questo mio “errore”.

Giulio Rigoni MyWhere

E il tuo amore per il tardo gotico?

Il fascino del tardo gotico deriva dal fatto che è un periodo a cavallo tra il rinascimento ed il mondo precedente. Dal rinascimento prendo la cura del dettaglio, dalle mani ai volti, attraverso i quali riusciamo a leggere il pensiero. Ritroviamo invece la prospettiva rinascimentale negli sfondi e nei paesaggi.

Il tutto crea ed enfatizza il contrasto tra la presenza di corpi piatti di ispirazione bizantina, facendoli emergere in totale assenza di volume, e trascinando lo spettatore in un’altra dimensione.

Ho ricercato quest’effetto per creare un effetto di estraniamento. Qui infatti le figure diventano eteree e ti trasportano in una dimensione fantastica.

Il nero fiammingo, è un nero “stellare” che ti porta dentro un vuoto in cui vieni risucchiato in profondità.

Giulio è grazie all’oro che riemergi? Come mai l’utilizzo di questa tecnica antica?

La foglia d’oro è una tecnica antica ma qui non è colore ma luce. Il tutto è sogno e luce. 

Fabiola Cinque Intervista Giulio Rigoni MyWhere

Tornando ai tarocchi marsigliesi, tu sei esoterico?

Il percorso iniziatico, dalla torre ai labirinti, in alcuni miei quadri è presente e deriva anche dai tarocchi marsigliesi. Le figure sono un po’ sognanti. È tutto un sogno, a metà tra fantasia e gioco. Ne sono affascinato e sono stati fonte d’ispirazione per me ma al momento sono attratto dal legame simbolico.

A me piace il simbolo. In questo periodo della mia vita mi piace molto l’idea del cosmo inteso anche in maniera antica. Di come le stelle governano la vita di noi uomini. Il cosmo antico come percorso iniziatico della nostra vita. Il simbolo del labirinto della vita che dobbiamo attraversare prima di arrivare alla città celeste.

Quindi Giulio, oltre agli elementi fiabeschi, ci coinvolgi in un immaginario ispirato da diverse culture?

Sì, la mia ispirazione viaggia attraverso i dettagli naturalistici tipici del Gotico Internazionale e dei libri miniati medievali ma con le architetture ed i personaggi voglio raccontare luoghi immaginari e irraggiungibili.

Grazie Giulio, è stata un’esperienza questo viaggio fantastico nel tuo mondo. Oltre che farmi sognare mi ha anche divertito, e credo che questo possa emergere anche dalle nostre foto!

Fabiola Cinque Giulio Rigoni Von Buren Contemporary

Qui ovunque aleggia un’atmosfera di bellezza e mistero. Questo, è il sogno che ci fa vivere Giulio Rigoni.

Nella ricerca di equilibrio tra estetica classica e modo di concepire le forme in chiave contemporanea, la sua arte si carica di immagini irreali, spesso incantate, sospese in atmosfere che ci suggeriscono tempi lontani, mitici, lasciando allo spettatore il compito di decodificarne il senso secondo una interpretazione personale.

Giulio Rigoni

Chi è Giulio Rigoni

Nato a Roma nel 1976. Una pittura raffinata ed intimista a cavallo tra antico e moderno che attira velocemente su di lui la stima e l’interesse soprattutto del mondo del collezionismo privato. Il suo stile molto personale lo rende facilmente riconoscibile.

L’apparente immobilità dei volti, i giardini, spesso in forma di labirinti, le infinite architetture e torri muovono tutte dalla sobrietà spiritualistica e ordinata della pittura tardo-medioevale. I piani prospettici si aprono, come wunderkammer, su stupefacenti scorci fiabeschi.

Dal punto di vista tecnico, pur sperimentando l’utilizzo di diversi materiali come carta, ottone e tessuto, la sua cifra è quella della pittura ad olio su legno spesso impreziosita dalla foglia d’oro.

Diversi i riconoscimenti internazionali, tra cui la Biennale di Dakar, mostre a Boston, Parigi e recentemente a Londra.

Se siete nella Capitale, non perdete l’occasione per andare a vedere la sua mostra, entro il 22 novembre.

Invito Giulio Rigoni Questo, è un sogno

 

INFO MOSTRA:

Giulio Rigoni.

Questo, è un sogno

Galleria Von Buren Contemporary

Via Giulia 13, 00186 Roma

Fino al 22 novembre

Fabiola Cinque

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