Globo d’Oro: intervista al vincitore Pericle Odierna, l’eclettico compositore di Picciridda

Globo d’Oro: intervista al vincitore Pericle Odierna, l’eclettico compositore di Picciridda

“Dedico questo premio a mio padre Ugo e ai miei maestri, tra questi l’immancabile Ennio Morricone, in quanto maestro assoluto, perché hanno dato un senso per cui vivere questa vita”. Pericle Odierna. 

ITALIA – Tra i vincitori del 60esimo Globo D’Oro, il premio conferito dalla Stampa Estera alle eccellenze cinematografiche italiane, c’è anche il compositore della colonna sonora di Picciridda, una delle grandi sorprese della stagione. Ecco la nostra intervista con Pericle Odierna che a poche ore dalla conclusione della kermesse ha dedicato il premio al grande Ennio Morricone. 

Il 2020 è stato un anno particolare per il cinema. È stato l’anno della chiusura forzata delle sale in tutta Italia, è stato l’anno che ha visto la recentissima scomparsa dell’eterno maestro Ennio Morricone, ed è stato l’anno delle commemorazioni. Nel 2020 infatti, il leggendario Alberto Sordi avrebbe compiuto 100 anni e lo stesso avrebbe fatto l’inarrivabile Federico Fellini. Sono stati questi i leitmotiv del Globo D’Oro 2020, il premio conferito dall’Associazione della Stampa Estera in Italia che celebra ogni anno le eccellenze della Settima Arte italiana. E guarda caso, nel 2020 anche il Globo D’Oro ha festeggiato un traguardo storico, vale a dire la 60esima edizione.

Crediti foto: Marco Serri

A pochi giorni dalla scomparsa di Ennio Morricone, uno dei protagonisti e vincitori più attesi non poteva che essere lui. Di chi sto parlando? Di Pericle Odierna, uno scultore di note, vincitore del Globo alla Miglior Colonna Sonora per il film d’esordio di Paolo Licata, Picciridda, tratto dall’omonimo romanzo di Catena Fiorello.

Odierna è un compositore eclettico. Lo è sempre stato. Ama sperimentare, spesso fondendo la sua vena classica con sonorità tipicamente elettroniche. Ha lavorato per il teatro, per la tv, per la radio e per il web e in Picciridda racconta attraverso le sue note una Sicilia senza tempo.

Ecco la mia chiacchierata con il compositore.

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Crediti foto: Marco Serri

Buongiorno Pericle, parliamo di Picciridda. Ci descrive che tipo di colonna sonora apprezzeremo guardando il film?

È una colonna sonora che si ispira ad una Sicilia ancora arcaica, la stessa raccontata da Catena Fiorello e trasposta in pellicola da Paolo Licata. Questo film ci porta in luoghi avvolti da una luce unica, particolare, dove il tempo sembra viaggiare ad una velocità diversa. Ecco, attraverso la mia musica ho cercato di imprimere questo humus.

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Crediti foto: Marco Serri

Cosa l’ha spinta a comporre la colonna sonora di questa pellicola? 

Dopo aver letto la sceneggiatura ho capito che avrei potuto fare un buon lavoro, proprio perché il film in qualche modo, rientrava nelle mie corde emozionali. Quando una sceneggiatura è scritta bene ti sembra già di vedere e assaporare il film. Ti fa immaginare i luoghi raccontati, l’ambientazione storica, i personaggi, il racconto. Tutto questo è fonte di ispirazione.

Il film ci mostra immagini stupende, che accostano la bellezza naturale della Sicilia alla durezza della vita delle protagoniste. Quanto sono stati importanti questi due fil rouge della pellicola nella composizione della colonna sonora? E quali sono state le sue ispirazioni?

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Il Globo d’Oro. Crediti foto: Marco Serri

Ogni sceneggiatura e di conseguenza ogni musica che si scrive per un film è un’esperienza a sé, unica. È necessario rivivere la storia attraverso metafore, codici, simboli, si cerca la tridimensionalità vivendo una sorte di viaggio non solo temporale ma anche e soprattutto spaziale. La storia diventa parte di te, è un’esperienza reale che trascende dalla finzione. È solo in quel preciso momento sei davvero ispirato, quando riesci a cogliere tutto questo.

Le colonne sonore dei film stanno cambiando in questi anni? O meglio, le richieste dei registi si sono diversificate?

Le colonne sonore stanno cambiando, è un dato di fatto. Ma non è la musica a cambiare, siamo noi a farlo e di conseguenza siamo noi ad adattare la musica alla nostra visione contemporanea. La matrice però resta inalterata. Le note e il sistema sono immutati e immutabili. Per abbracciare questo cambiamento basta polarizzare diversamente il materiale a disposizione.

Pericle Odierna in compagnia del Globo d’Oro. Crediti foto: Marco Serri

Nel corso della sua carriera ha composto per il cinema, per il teatro e per la tv. Quali sono le differenze? E in quale di questi settori preferisce operare?

Io faccio musica a prescindere dalla destinazione d’uso. Cinema, televisione, web, radio, sono espressioni della stessa materia. Tutto è comunicazione d’altronde. La musica è vibrazione fisica che si trasforma in comunicazione.

La settima onda, il Leone di vetro, Diario di un maniaco per bene, Una piccola impresa meridionale, Fallo per papà, Senza amore e molti altri. Qual è la sua colonna sonora a cui è più legato?

Il legame con le proprie composizioni è sempre forte e resta nel tempo. Sono un po’ come dei figli e come tali, raggiunta la maturità, decidono poi di prendere la propria strada. A quel punto sai che la tua musica può incontrare altro ed altri e quindi muta costantemente. Diventa di tutti. È questo il vero miracolo.

In conclusione, quali sono i suoi progetti futuri?

Nel prossimo futuro mi occuperò ancora di musica e di colonne sonore cinematografiche. Nel futuro prossimo c’è il mio Pinocchio, che vedrà la voce narrante di Corrado Oddi e sarà diretta dai Maestri delle Fanfare dei Carabinieri. Era in programmazione prima della quarantena in vari teatri. Ho in cantiere anche il mio progetto Matrix Divina, in duo con Armando Bertozzi. Resto sempre legato al mio essere strumentalista e polistrumentista, è il mio rifugio terapeutico.

Fabiola Cinque

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