MADESIMO – Volete un consiglio su meravigliosi itinerari di turismo lento da percorrere magari a fine estate, così come ad inizio autunno, in Lombardia? Le Cascate del Groppera sono un salto ghiacciato di 50 metri nella roccia. Eccomi a Madesimo, in un paese a 1500 metri circa di altitudine, in provincia di Sondrio. Il primo punto della mia lista cita “cielo”.
Mi hanno sempre affascinata le altezze. L’ambivalenza del sentirsi più grande di chi sta sotto, ma infinitamente piccola rispetto alle grandezze che intrecciano e confondono lo sguardo. La montagna – il triangolo dalla punta bianca di neve che disegnavamo con pennarelli tra i banchi di scuola – sfida il cielo e costringe i nasi ad alzarsi, regala emozioni, rivela paure, scopre verità.
Ma andiamo per ordine. Scrivere nero su bianco impressioni e suggestioni aiuta la coscienza a prender consapevolezza di ciò che proviamo. Mi ritrovo dunque un elenco disordinato di ciò che è stato il mio viaggio, proverò a donargli una logica per sapervi consigliare. Madesimo, in provincia di Sondrio, Lombardia, è un paese a 1500 metri circa di altitudine. Il primo punto della mia lista cita “cielo”.
Scontato ma rilevante, viaggiando in altezza il cielo diventa sempre più blu, il sole più vicino e la mia testa può finalmente vagare tra le nuvole, letteralmente.
Dopo avervi parlato dello slow tourism in Ciociaria non abbiamo che conferme sulle bellezze dell’Italia tutta. E anche qui in Lombardia non possiamo non eleggere meravigliosi itinerari di turismo lento, da percorrere magari a fine estate, così come ad inizio autunno.
Ho avuto l’occasione di vivere e meravigliarmi di diversi posti che mi sento di consigliare a chi, come me, sente il bisogno di staccare la spina e ritrovare un equilibrio perso nella frenesia della vita di città immergendosi nella natura di una montagna incontaminata, mossa magari anche dal refrigerio di una splendida cascata.
Le Cascate del Groppera sono un salto ghiacciato di 50 metri nella roccia. Percorrendo una salita tanto ripida da impedire la vista del traguardo si raggiunge un piccolo spazio piano che lascia posto ad un solo visitatore per volta, la natura è furba, la solitudine in un momento così forte emotivamente è la chiave per viverlo al meglio. Ed eccole davanti, o meglio, eccole tutte intorno, il frastuono dell’acqua, il vento inarrestabile e un faccia a faccia con la natura regalano una dimensione senza spazio e senza tempo, una emozione bloccata tra un sospiro interrotto e lo stomaco.
Attraverso la Cabinovia all’altopiano dei Larici in 6 minuti è possibile raggiungere una altitudine di 1900 metri, è possibile vedere dove gli altri non vedono. Appena scesa dalla cabina e con le gambe ancora tremanti dalla salita ho sentito il sole più vicino e un’aria dal sapore diverso. Tirava il vento, ma non provavo freddo, le bandiere ballavano e niente intorno.
Niente al di fuori di vette vicine apparentemente nate dal niente di fronte a me. Ancora una volta sono stata pervasa dal senso di dispersione, dal silenzio assordante di un luogo estraneo ai ritmi serrati della vita dell’uomo, di un luogo in cui il tempo sospende il suo corso.
Ultima dritta che mi sento di dare è sicuramente di tenere sempre gli occhi ben aperti.
Non cessare mai di viaggiare con lo sguardo, di scoprire, di cogliere dettagli nascosti, di osservare le persone ed i loro comportamenti, di domandare, informarsi, di non avere paura di conoscere, di rivolgersi al mondo con gli occhi curiosi di un bambino, capace di stupirsi e di conservare gelosamente la meraviglia di un gesto, di un posto, di un sole e di un cielo.
Testo di Sara Garlaschelli
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