Non solo slow tourism in Ciociaria: i festival da seguire

Non solo slow tourism in Ciociaria: i festival da seguire

LAZIO – Lo slow tourism in Ciociaria potrà proseguire mentre solo fino ai primi di settembre si potrà assistere ai grandi festival di filosofia, musica, teatro e gusto. Ecco le ultime date degli eventi che non dovreste lasciarvi scappare, dalla seconda metà di agosto, sempre nel rispetto delle regole ed in piena sicurezza.

Festival in Ciociaria: Anagni. XXVII Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale

Accanto al forte impulso del turismo lento dei cammini, delle escursioni naturalistiche e dei racconti a passo d’uomo con tanto di bastone da viaggio, tornano in Ciociaria, nell’estate post-lockdown, anche gli eventi estivi più attesi, tra appuntamenti rimandati e sfide rilanciate. Atteso ad Anagni il consueto Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale, dal 20 al 29 agosto in Piazza Innocenzo III. Dopo il Festival Cultura e Identità tra Arte e Fedeltà, svoltosi il 4 e 5 del mese, il sagrato della suggestiva cattedrale della città dei Papi sarà di nuovo scenografia naturale di un florilegio dell’eccellenza italiana dello spettacolo, fra teatro, musica e canto lirico. Tema di questa XXVII edizione del festival, ha spiegato il direttore artistico Giacomo Zito, sarà Fra Terra e Cielo: una riflessione sulla nostra natura, una natura divisa fra ciò che ci tiene agganciati alla terra, comprese le nostre paure e le nostre incertezze, e la nostra aspirazione invece a guardare verso l’alto e nutrire la parte più spirituale di noi stessi. Ospiti di quest’anno, con una serie di appuntamenti gratuiti, saranno il Maestro Antonio D’Antò, che aprirà il festival giovedì 20 con il concerto inaugurale Classiche Interferenze, Francesco Montanari, in scena venerdì 21 con una personale versione dei Menecmi di Plauto, commedia incentrata sull’antico tema del sosia o del gemello, Giuseppe Zeno e Monica Drugo, attesi sabato 22 con un originale Faust rielaborato da Stefano Reali, per poi concludere, il 28 e 29 agosto, rispettivamente con il dramma su Thomas Becket, La Carezza del Fuoco, di Luigi Pisani, e l’opera Gianni Schicchi, composta da Giacomo Puccini proprio nell’anno dell’Influenza Spagnola.

Anagni il consueto Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale
Festival in Ciociaria
festival arpino
Festival in Ciociaria

Oltre all’intento di esorcizzare le paure di questo 2020 grazie tale coincidenza temporale, l’evento conclusivo del festival offre un ulteriore raccordo con la location grazie al tema del libretto, ambientato nel Medioevo dantesco. Quest’anno la rassegna di Anagni sarà inoltre dedicata a tre grandi artisti da poco scomparsi: l’attore Flavio Bucci, il musicista Ezio Bosso e il Maestro Ennio Morricone. A quest’ultimo in particolar modo sono tributate moltissime iniziative musicali in tutta la Ciociaria, a cominciare dal Comune di Arpino, di cui era originario. La città di Cicerone ha infatti dedicato al due volte premio Oscar della musica due eventi speciali, il secondo dei quali aperto al pubblico, il 14 agosto in Piazza Municipio. Ad organizzare il concerto di ieri, la Provincia di Frosinone, che può contare sull’infaticabile impegno del vice Presidente Luigi Vacana, da anni sempre in prima linea per la cultura. Sempre Ad Arpino, consigliamo di non perdere la rassegna teatrale Palcoscenico al borgo, il 26, 28 e 30 agosto, e la presentazione del dossier Civitas Mundi, il 27 agosto, che accompagnerà la candidatura del Comune ciociaro a Capitale Italiana della Cultura per il 2022.

Omaggio a Ennio Morricone – Arpino

Frosinone. Teatro, Musica e Cabaret tra le Porte

teatro tra le porte festival
Festival in Ciociaria

Foto MyWhere

Non fa eccezione neppure Frosinone, che al Maestro Morricone ha dedicato il 25 luglio una serata della pregevole kermesse Teatro, musica e cabaret tra le porte, in corso in Piazzale Vittorio Veneto sino al 28 agosto. Della qualità di questa iniziativa avevamo già avuto prova lo scorso anno, in cui fu ospitata in Piazza Valchera. Qualità che si è confermata negli spettacoli che abbiamo avuto sinora modo di seguire. Da quello d’apertura con Corrado Tedeschi, divenuto per l’occasione L’uomo dal fiore in bocca di Pirandello, all’ottimo reading di Sebastiano Somma da Il vecchio e il mare di Hemingway. Da Debora Caprioglio, brava e disinvolta nel lungo monologo in cui, nei panni della governante Bruna, racconta la vita di Maria Callas, a Paola Quattrini, sino alla sempre spumeggiante Marisa Laurito, deliziosa nelle vesti di una Lisistrata un po’ più moderna e partenopea, intenta a capitanare la rivolta delle donne contro il furore distruttivo dei maschi, ricorrendo a una particolare forma di sciopero. Sorprendentemente energetico e interattivo, il 13 agosto, lo spettacolo di Stefano Masciarelli e della sua band di musicisti, che hanno ripercorso fra comicità graffiante e un’incredibile varietà di ritmi musicali, i decenni dagli anni ’60 a gli anni ’90. Applausi meritati, oltre che per lo stesso Masciarelli, dimostratosi vero artista a tuttotondo, per la perizia vocale di Barbara Santoni, grintosa front woman della band. Esilaranti i momenti che hanno visto anche la partecipazione dell’attore e cabarettista napoletano Antonio Fiorillo, che ha ricordato aneddoti di vita del cantante Mario Merola, unendosi poi ai maschi del pubblico diventati eccezionalmente protagonisti dello show e latin lover nostalgici delle feste in casa dei ragazzi di allora. Si stava meglio quando si stava peggio era infatti il tema della serata, da cui con brillante ironia Masciarelli ha fatto riflettere su quanto si sia in realtà perduto oggi della genuinità dei rapporti umani a cui eravamo abituati qualche tempo fa. Il tutto condito con incursioni nel musical americano, nel repertorio dei classici romaneschi, napoletani e tanto altro ancora. Per questa eassegna frusinate, che si avvia alla conclusione, consigliamo di non perdere I Sequestrattori, il 20 agosto, direttamente dal palco di Zelig, e La stranissima coppia, il 28 agosto, con Patrizia Pellegrino e Manlio Dovì, diretti da Diego Ruiz.

Teatro, musica e cabaret tra le porte

I edizione di Food Stock. Musica dal vivo, dj set, cabaret e intrattenimento

festival frosinone Festival in Ciociaria
Festival in Ciociaria

Sino al 23 agosto, sempre a Frosinone, consigliamo gli eventi della prima edizione di Food stock, iniziativa in corso in piazza de Curtis, nelle vicinanze della Villa comunale, dalle 19.30 alle 24.00. Musica dal vivo, intrattenimento e dj set, all’interno di un’area all’aperto nel rispetto delle norme sanitarie e delle prescrizioni anti Covid-19. Siamo stati presenti nella serata Il cervellone ciociaro quiz game, l’11 agosto, che consisteva in un divertente gioco a squadre in cui ci si sfidava a colpi di domande a trabocchetto su vari argomenti e curiosità. Ovviamente abbiamo partecipato anche noi, nella squadra 21, “red code”, scoprendoci con somma sorpresa degli esperti in materia calcistica. L’evento si ripeterà il 18 agosto, insieme a tanta musica e cabaret che scalderanno la piazza ancora per dieci giorni circa.

Gallinarock. Successo per James Senese

festival gallinarock
Il vice presidente della Provincia di Frosinone, Luigi Vacana (a sinistra), con James Senese Festival in Ciociaria

Non tutti gli eventi dell’estate frusinate hanno avuto la possibilità di svolgersi come di consueto, poiché alcuni di essi si fondavano sui grandi concerti di musica live e incontri culturali di piazza estremamente gremiti. Tra i primi rientra il GallinaRock, rassegna musicale nel Comune di Gallinaro, fondata nel 2009 da Luigi Vacana. L’evento è riuscito a cambiare per non morire, andando in scena il 9 agosto in diretta streaming senza il pubblico e registrando anzi grande successo con il concerto di James Senese. Sorte peggiore è toccata per ora a due straordinari appuntamenti dell’estate ciociara. Saltano il turno Atina Jazz, prestigioso festival musicale che quest’anno non ha potuto confermare la sua presenza, e lo splendido Festival delle Storie della Val di Comino, chiusosi la scorsa estate in bellezza con il Maestro Pupi Avati.

Gallinarock 2020 – James Senese a Gallinaro

Festival Filosofia Veroli

festival filosofia veroli
Festival in Ciociaria

 

Con nostra sorpresa, grandi protagonisti dell’arte in Ciociaria si sono esibiti anche in altre ambiziose rassegne culturali da poco conclusesi. È il caso del neonato Festival della Filosofia di Veroli, suggestivo borgo frusinate che quest’anno per ragioni di sicurezza ha dovuto rinunciare al consueto appuntamento con i Fasti Verolani, festival internazionale del teatro di strada, che per cinque giornate riempiva il centro di calorose atmosfere all’insegna dell’arte circense, della musica e della poesia. Ben più compassata l’iniziativa messa in campo per questa particolare stagione dalla città ernica, grazie all’impegno della squadra costituita dal Sindaco Simone Cretaro, dalla Consigliera delegata alla Cultura, Francesca Cerquozzi, dal direttore artistico Fabrizio Vona e da Paolo Quintili, docente universitario e filosofo inserito anche nel programma culturale.
Un pubblico numeroso ed entusiasta, ha assistito in Piazza S. Salomè e nel Chiostro di S. Agostino sette incontri all’incontro con alcune tra le maggiori personalità di spicco del panorama nazionale, per riflettere sulle più urgenti sfide del presente. In particolare, di fronte alla rinegoziazione dei rapporti con lo spazio sociale e con l’altro, da tenere indistintamente a distanza perché potenziale minaccia sconosciuta o affetto da tutelare da noi stessi, si è scelto di intitolare questa prima edizione del festival filosofico ciociaro I luoghi dell’altro, periferie, solitudini, marginalità.

festival filosofia veroli
Festival in Ciociaria Foto MyWhere
Festival in Ciociaria

Tema che è stato affrontato da molteplici aspetti. Quello del disagio giovanile nell’età del nichilismo, con un appassionante Umberto Galimberti, che ha inaugurato la manifestazione il 16 luglio con un lungo intervento intorno a una generazione alle prese con una tendenziale mancanza di scopo e di risposta alle principali domande di senso (queste le due facce principali del nichilismo secondo il professore). Carenze di punti di riferimento tipiche dei nostri tempi che investono la famiglia, sempre più frammentata, e la scuola, chiamata a un completo rinnovamento dalle attuali difficilissime sfide pedagogiche, che necessitano da parte dei docenti un’intelligenza emotiva in larga parte trascurata sino ad oggi. Il linguaggio, nella serata con il Professor Antonio Cerere, in dialogo con Paolo Ercolani e Davide Fischanger, è stato il tema dell’incontro del 20 luglio, dal titolo Lessico resistente. Largo anche alla politica, il 22 luglio con Claudio Martelli e il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini, e il 27 luglio, con Giovanni Magrì e Bruno Montanari. Le serate conclusive sono state dedicate a una delle questioni di più ardua risoluzione, allorché l’altro non è un singolo individuo con cui interagire nel quotidiano, ma rappresenta intere comunità con una storia e una cultura proprie che ci riguardano sempre più da vicino, in un mondo dalle distanze vieppiù ridotte. Le apocalissi culturali e le logiche di senso delle altre culture è stato infatti il titolo del penultimo incontro, il 29 luglio, con Paolo Quintili dell’università Tor Vergata. Conclusione, giovedì 30, con un’altra grande ospite. Intervistata da Laura Collinoli, l’Onorevole Emma Bonino ha affrontato il tema altamente divisivo dell’immigrazione, fra problematiche e opportunità. Uno straordinario unicum in questa prima edizione del Festival della Filosofia verolano, è stato rappresentato da una particolare serata in cui filosofia, letteratura e teatro si sono incontrate nella voce chiara e profonda di uno dei più grandi maestri del teatro italiano.

 

Festival in Ciociaria

Il 23 luglio, in una Piazza S. Salome ancora quasi priva di spettatori e ben illuminata dalla luce diurna, Gabriele Lavia era già all’opera, concentratissimo e meticoloso come suo solito, perché tutto fosse assolutamente perfetto. Dall’acustica e le luci, al palcoscenico, privo di inutili orpelli, oltre a un leggio che su cui non si sarebbe posato alcun foglio. Qui vorrei una sedia che somigli a una sedia – ha detto. Lo staff organizzativo si è così mobilitato per ottemperare alla singolare richiesta del Maestro. Una sedia di legno, al centro della scena. Presto ne avremmo compreso la ragione. Dalle 21.30 circa, l’atmosfera si è ammantata di magia, complice una di quelle chiare sere descritte dai versi immortali protagonisti dello spettacolo. Quelli del poeta di Recanati. Dalla chiarezza degna del più erudito dei docenti e la proprietà espressiva dell’attore ormai divenuto esso stesso arte pura, emergevano la donzelletta, la vecchiarella, il legnaiuol, il garzoncello scherzoso Personaggi del Sabato del Villaggio, bozzetto campestre, dicono… In verità molto più di questo, come ha mostrato magistralmente Gabriele Lavia, rivelatosi in grado di aggiungere interpretazioni inedite a un classico più che sfruttato, con buona pace del grande poeta. Il tutto, coinvolgendo attivamente il pubblico, chiamato a simulare fischi agresti funzionali al realismo del quadretto leopardiano. Dall’esegesi al recital è bastato un momento quando, dall’analisi all’incalzante ritmo recitativo dei versi, la voce del Maestro si è dispiegata, profonda e maestosa come un’aquila reale, in una declamazione a braccio di portata inarrivabile per la maggior parte degli attori oggi viventi. Il Passero solitario, Alla Luna, A Silvia, A se stesso, Il Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, fino al sonetto più noto della letteratura italiana: L’infinito. A quest’ultimo componimento, Lavia ha riservato il racconto di aneddoti personali che, con taglio registico degno del cinema d’autore, si cucivano alla storia di Casa Leopardi e alla nascita della famosa poesia. Appassionata e non priva di attimi di commozione il saluto del Maestro al pubblico di Veroli, che in coro ha recitato insieme a lui i versi dell’ermo colle. C’è ancora speranza – ha concluso- perché un piccolo gruppo di esseri umani ha recitato L’Infinito, una delle cose più importanti accadute nella vostra vita e nella mia! Unici nei, all’apparir del vero, in questo pregevole festival, che rappresenta comunque una perla nell’estate ciociara 2020, risiedono in una scelta organizzativa opinabile e una tendenza nella narrativa dei contenuti ormai comune a tutte o quasi tutte le esternazioni pubbliche delle personalità di un qualche rilievo culturale. Con la prima ci riferiamo alla totale mancanza di scambio dialettico tra il pubblico e gli ospiti, tutt’al più intervistati con un format preimpostato e totalmente sottratti al vero scambio di idee che dovrebbe essere alla base della filosofia. Ciò è giustificabile nei grandi eventi in cui un programma fittissimo imponga di procedere oltre con gli interventi, ma appare del tutto insensato laddove, come in quasi tutte le serate di taglio filosofico del festival verolano, il protagonista invitato si limiti a una sola figura. Si sarebbe forse tentato di squarciare il velo di Maya indagando il secondo nodo problematico dell’iniziativa. L’inspiegabile filtro orwelliano che paralizza le menti ogni qual volta si affrontino temi caldi come l’immigrazione. Stonavano ad esempio, nell’economia delle illuminati ed equilibrate riflessioni del Professor Galimberti, alcune semplificazioni ritrite sulla politica italiana. Alla base del razzismo in Italia, vi sarebbero non solo l’immancabile propaganda dell’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ma il latente senso di inferiorità psicologica del maschio bianco sessualmente in declino, che si sentirebbe minacciato dalla crescente presenza di giovani uomini fisicamente superiori. Costoro rappresenterebbero, volente o nolente, il futuro della storia. A dimostrarlo, la loro capacità di attraversare il deserto del Sahara, sfuggire ai lager di tortura libici e compiere traversate marittime a noi impossibili, (eventi in molti casi reali e documentati su cui non intendiamo certo fare del sarcasmo, ma siamo dell’idea che anche quest’affermazione trascuri una realtà ben più complessa e poco limpida)). Adesso (secondo alcuni, ndr) portano anche il Coronavirus…- commentava ironicamente Galimberti a chiosa di cotanta antropologia salottiera, facendosi beffe della retrograda propaganda populista italiota. Eppure non è la segreteria dei partiti di estrema destra nostrani, né bollettino dell’Istituto Luce, a dichiarare apertamente in queste settimane che uno dei fattori della risalita dei contagi nel nostro Paese, accanto al ritorno di comportamenti sconsiderati collettivi, è determinato con certezza da casi di importazione, che per giunta eludono costantemente la quarantena loro imposta nei centri di accoglienza. Fra le più recenti fonti giornalistiche a riguardo, figura addirittura l’insospettabile la Repubblica. Lo stesso intervento del Professore, ben più lucido e obiettivo intorno al problema dell’insegnamento scolastico, avrebbe potuto trovare in eventuali domande dal pubblico interessanti spunti ulteriori, essendo presenti durante la serata numerosi docenti con anni di esperienza sul campo. Ciò è stato a priori reso impossibile dall’impostazione del format dell’evento, reso più simile a uno spettacolo televisivo che a un vero e proprio festival. Umberto Galimberti sarà presente anche a settembre, con altri ospiti insigni, al Festival della Filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, che avrà come tema principale quello delle macchine.

Festival Filosofia Veroli

Si ringraziano Luigi Vacana, Federico Tomasello e Gian Luca Franconetti per la gentile concessione dei loro scatti

Stefano Maria Pantano

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