10 strategie per recuperare il benessere, con il Me Time

10 strategie per recuperare il benessere, con il Me Time

MONDO – Il benessere psicofisico: una mèta sempre più irragiungibile al giorno d’oggi, in un mondo che ci mette a dura prova sia con una frenetica quotidianità, sia con il post-pandemia con cui la nostra persona deve ancora fare i conti. E’ qui che può entrare in gioco quello che oggi viene definito il Me Time. E’ divenuto quasi virale, soprattutto sui social, dove il tempo per se stessi viene descritto e sognato attraverso immagini di felicità e bellezza, libri, the, tisane e molto altro. Vale la pena ragionare sul collegamento fra benessere e Me Time. 

I social ci mettono in comunicazione non solo con persone e fatti, ma anche con idee, frasi e concetti. Tendiamo a prendere come punto di riferimento un trend, in questo caso un hashtag, #metime. Oltre a questo, è probabile che le persone inizino a sentire il bisogno di dedicarsi a se stesse, a comprendere l’importanza del me time.

Il tempo per se’, o me time, non è solo un trend, ma è decisamente legato all’idea di self-love. Cosa c’è di più importante del sapersi ritagliare del tempo per amarsi, per recuperare il benessere e l’equilibrio personale, sia fisico che mentale?

Non importa se si decide di vivere il me time individualmente, nella propria interiorità, o se si decide di condividerlo con la rete. Lo scopo è quello di imparare a gestire lo stress e la negatività della vita.

COSA S’INTENDE PER ME TIME

L’espressione me time proviene dal termine giapponese ma e fa riferimento a quegli attimi di immobilità che si interpongono fra i momenti dell’azione. E’ un momento unico, apparentemente ordinario o uguale a tutti gli altri, in cui in realtà ci si ritrova ad assaporare la bellezza del me time, a tu per tu con il proprio Io lasciando fuori tutto il resto.

L’istinto è quello di riempire questi momenti di non azione, giudicandoli come momenti di inutile vuoto. Ma la soluzione ottimale, contrariamente a ciò che si pensa, è proprio quella di imparare a viverli profondamente, farli propri e contrassegnarli con dei piccoli rituali personali. Diventerà la strategia perfetta per staccare la spina e riuscire a mantenere uno stato di quiete e serenità anche nei momenti successivi.

Cos’è per voi il vostro me time? La cura del corpo? Guardare un film? Fare yoga? Gustare il vostro cibo preferito? Cucinare? Ognuno ha il proprio modo di staccare la spina. Importante: mai figurarlo come parte del programma restrittivo giornaliero. Perderebbe la sua identità primaria.

IL CORAGGIO DI DIRE “NO”

Trasformare gli attimi di staticità in una disconnessione è la più valida strategia volta a conservare un pò di quel tempo libero che ormai vendiamo e regaliamo costantemente, anche senza accorgercene. Probabilmente, il me time è stato fino ad ora considerato un perfetto atto di egoismo, la manifestazione di una pigrizia nel rispettare i propri impegni e i propri doveri lavorativi, sociali, affettivi. Un sinonimo di maleducazione, indolenza e menefreghismo.

E i social sono in gran parte responsabili della nostra ossessione per l’azione, per il lavoro e per la vita mondana. Sono finiti per diventare un regno di schiavitù, una giungla nella quale si rimane intrappolati e si ha paura di non tenere il passo, di perdersi sempre qualcosa. Eppure, per una volta, sono stati veicolo di un concetto sano: quello, appunto, del me time. E’ arrivato il momento di sollevare i cuori dal senso di colpa verso la volontà di isolarsi, di fermarsi, di interrompere. Di essere, magari solo per qualche ora o per un giorno, irreperibili.

Perché, all’improvviso, sta cominciando ad affacciarsi quest’inversione di tendenza? Perché ora ne abbiamo urgente bisogno?

La cosa che, personalmente più mi spaventa, specialmente se penso alle routine lavorative, è guardare quello che siamo diventati: la generazione del to do list, degli slogan che invitano a dare il massimo, a non fermarsi mai, a fare il possibile per essere dei numeri uno in tutto. Anche in quello che, probabilmente, non riteniamo importante o piacevole.

Quell’incredibile e impellente necessità di rendere smart qualunque cosa, dal lavoro ai rapporti umani. E, ovviamente, non c’è spazio per un no e non è previsto margine d’errore. Giornate intere trascorse in call e weekend ancor più stressanti fra aperitivi, cene e aspettative sociali.

Sono convinta che derivi da questo la necessità di mettersi in stand-by. Non che questo processo di ricerca del me time e del benessere sia semplice, anzi, tutt’altro. Si deve incastrare con il me time e le esigenze di una società intera e soprattutto prevede una riconversione dei propri tempi personali e intimi.

Ma se ci si impone su se stessi, se si prendono le redini e si impone la propria volontà agli altri, ecco che il me time e l’amore per se stessi scaleranno ai primi posti della classifica delle necessità.

METTERE SE STESSI AL PRIMO POSTO

A testimonianza di questa presa di consapevolezza in atto, ci sono fonti, anche autorevoli, libri, film sul tema. Tutto questo contribuirà, si spera, a conferire valore al me time, fonte di equilibrio psicofisico. Senza che il proprio benessere debba necessariamente essere condiviso col mondo. Perché bisogna viverlo come autentico, come unico.

Il lavoro, le amicizie, le relazioni, sono elementi essenziali alla nostra serenità, ma non devono diventare un peso, non devono trasformarsi in un incubo, permettendo che il benessere scali secondo piano.

Investire la totalità del tempo nel proprio partner, negli obblighi o nel proprio lavoro è identificato erroneamente come un valido modo per avere successo. Non è assolutamente così: si tratta solo della via più breve per arrivare a problemi di natura psicologica e fisica.

Vivere in funzione delle esigenze altrui e lasciar andare le proprie può produrre ansia, spossatezza e attivare dei processi di somatizzazione. Come quelli che favoriscono lo sviluppo di alcune malattie della pelle, quale la Psoriasi, di cui vi ho parlato poco tempo fa.

Si elimina il me time per vivere al massimo, ma per arrivare dove? Per soddisfare chi?

Senza il me time, iniziamo una metamorfosi in uomini-macchina, riempiamo la nostra vita di qualsiasi cosa eppure ci sentiamo vuoti.

RITUALI DI BENESSERE. OGNUNO HA IL PROPRIO ME TIME

Nulla di tutto questo è inventato o privo di evidenze scientifiche: esistono teorie di psicologia, sociologia, antropologia, a sostegno dell’importanza del me time.

Bronislaw Malinowski, ad esempio, precedentemente aveva teorizzato e dimostrato che i rituali aiutano a superare lo stress e ci rimettono sui binari dell’equilibrio.

Il rituale è la chiave del benessere, un modo per riapporre noi stessi al centro della nostra vita, riappropriandoci del me time che ci viene costantemente sottratto.

E’ bello amare gli altri e prendersene cura, ma l’incapacità di amare se stessi rappresenta un problema. Come porre rimedio? Non resta che seguire alcuni piccoli consigli, alcuni piccoli rituali per un me time perfetto.

  1. Dividere bene gli spazi

Nella scala delle priorità, le cose importanti devono occupare uno spazio importante. Fra queste, c’è sicuramente tutto quello che è in grado di rendere più felice una persona.

  1. No alle dipendenze

Ogni cosa, se inizia a diventare un’abitudine quasi ossessiva o maniacale, smette di fare bene e inizia a fare male. Provoca assuefazione. Che si tratti del cibo, dell’alcol, della droga, di un lavoro o di un rapporto, bisogna bandire tutto quello che si trasforma in tossico.

  1. La cura del corpo

Il nostro corpo è il nostro tempio. Rispettare e curare il proprio corpo equivale ad avere rispetto per se stessi, per la propria salute. Me time e salute fisica vanno a braccetto, magari attraverso una corretta alimentazione, la cura estetica, il make-up, un esercizio fisico costante e un igiene personale appropriato. Senza che nulla di tutto ciò ecceda i limiti del necessario.

  1. Relazioni sociali, ma sane

L’uomo è un animale sociale, questo è assodato. Cosa sarebbe la vita se fossimo isolati gli uni dagli altri? Il me time non vuole configurarsi come il censore delle relazioni, assolutamente no. Semplicemente, vuole ritagliarsi uno spazio fra le relazioni; ma solo quelle sane. Per le relazioni tossiche non c’è più spazio!

  1. Godersi gli attimi

Il me time più puro è, innanzitutto, alienazione. E’ vivere, anche solo per un attimo, senza presente, senza passato e senza futuro, assaporando il nulla. Oppure, assaporando uno sguardo, un abbraccio, un’emozione, un cibo, un paesaggio, un sorriso.

  1. Curare i propri spazi

La propria casa o l’ambiente dove si lavora, anche se condiviso con gli altri, deve essere organizzato secondo le proprie necessità, il poprio benessere, la propria pace.

  1. Ridere

Farà anche venire le rughe, ma a noi non interessa. Se non ce le fa venire il sorriso, ce le farà venire lo stress. E allora, nel corpo e nella mente, una risata è in grado di cambiare tutto.

  1. Fare esercizio fisico

L’attività fisica rilascia endorfine nel corpo, una sostanza utilissima al benessere personale. L’esercizio fisico utile al me time non si riferisce certamente all’ossessione da fitness alla quale assistiamo spesso nella nostra società. Camminare, ballare, fare palestra o esercizio di tanto in tanto, ha dei grandi benefici.

  1. Il dono del silenzio

C’è troppo rumore, troppo caos nel mondo in cui viviamo. Abbiamo dimenticato la bellezza del silenzio. Ne veniamo anche spaventati, ci crea angoscia. L’unica cosa che ci permette di ascoltarci e mettere in ordine i pensieri, è, in realtà, il silenzio, anche solo per pochi minuti al giorno.

Insomma: al datore di lavoro, al marito, all’amico, al vicino di casa. Ogni tanto, impariamo a dire no. Mettiamo su off. E’ la ricetta della felicità!

Michela Ludovici

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