Auguri Patti Smith. Un’artista che ha fatto dell’originalità il suo marchio di fabbrica.

Auguri Patti Smith. Un’artista che ha fatto dell’originalità il suo marchio di fabbrica.

ACCADDE OGGI – Oggi 30 Dicembre 2021, Patti Smith compie 75 anni. Un’icona di personalità e stile, un timbro inconfondibile unito alla sicurezza nei propri mezzi. In molte hanno tentato di copiare il suo modo di stare sul palco, il suo look, le sue movenze. Unica e inimitabile, fiera dei suoi anni.

Patricia Lee Smith, detta Patti Smith non è solo la cantante che tutti conosciamo. È una poetessa, una cantautrice, una pittrice, insomma una donna nata per essere un’artista. Gli Stati Uniti per quanto enormi le sono sempre stati stretti, si è sempre considerata una cittadina del mondo, un’amante delle realtà lontane dal giardino di casa. Augurandole buon compleanno parliamo di lei e della sua straordinaria vita.

PATTI SMITH: LA BELLEZZA DI ESSERE UNICA

Patti Smith. Foto da: elle.com

Patti Smith è una figura atipica e rivoluzionaria nel rock degli anni Settanta. La sua voce è arrivata prima di tutto il resto, il suo grande carisma interpretativo e la suggestiva potenza nella pronuncia dei versi le sono valse il soprannome di sacerdotessa del rock. Per celebrare il suo talento e quello delle altre interpreti femminili del rock, vi avevamo regalato un interessante excursus sulle Signore del Rock.

Raggiunto il cuore del pubblico grazie al suo essere artista, è stato facile aprire una strada verso una nuova visione dell’estetica. Il suo look, le sue pettinature, il modo intimo di avvicinare la bocca al microfono, la virtù di non cambiare per piacere. Senza stravolgere il suo modo di essere è diventata improvvisamente bellissima, apprezzata, amata, imitata, un idolo per una intera generazione.

Ancora oggi in qualche negozio di parrucchiera ci sono sue foto appese: quei capelli che sembrano tagliati da una mano inesperta e risultano spettinati, così normali da risultare vicini al suo pubblico. La sua forza è stata proprio quella di essere naturale. In ogni suo live non è mai stata sopra le righe, non ha mai avuto atteggiamenti da star e questa è la sua bellezza più intima.

LA POETICA DI PATTI SMITH

Patti Smith. Foto da elle.com

Il suo percorso artistico dimostra quanto sia diversa rispetto a molte altre sue colleghe. Entra nel mondo della musica soltanto a ventotto anni. Prima studia, viaggia, conosce realtà diverse da quella statunitense, svolge qualsiasi tipo di lavoro per mantenersi e rimanere in quel limbo tardo adolescenziale nel quale si decide cosa fare da grandi.

Preso il sentiero della musica inizia a percorrere una strada che certo non porta all’immediato successo, ma che la fa stare bene. Amante della poesia, inizia a girare per locali in compagnia del chitarrista Lenny Kaye: lui suona e lei legge piccole citazioni di grandi poeti. Fischi, ubriachi molesti, gente annoiata che le chiede di spogliarsi, qualche chitarra rotta. Poi una sera arriva la svolta.

Seduto ad un tavolo di quel locale c’è John Cale, un produttore discografico gallese che ha scoperto molti talenti. S’innamora di quella ragazza che noncurante dell’ignoranza del pubblico pare commuoversi ad ogni parola che recita. Cale è stato anche un musicista, negli anni Sessanta: fondò insieme a Lou Reed lo storico gruppo The Velvet Underground.

Cale ha quindi l’esperienza giusta per non farsi scappare Patti.

Nel 1975 Cale presenta Patti a Sandy Pearlman – manager storico della cantante – che le produrrà il primo album dal titolo Horses. È un successo strepitoso che fa letteralmente epoca grazie alla voce passionale e inebriata di Patti. I testi, da lei scritti, hanno una qualità poetica visionaria ed in molti li accostano a quelli di Bob Dylan e Jim Morrison. Un rock nudo, elettrico, ai limiti del punk, una voce da brividi che deriva dell’esperienza umana maturata. Sociale, antropologica, giovane ma saggia.

Dopo una lunga carriera, la rivista Rolling Stone inserirà Patti Smith fra i primi cinquanta artisti di tutti i tempi. La motivazione cita: per la sua poetica interiore ed il suo rock intelligente e visionario.

BECAUSE THE NIGHT

Patti Smith. Foto da capital.it

Come non ricordare questa canzone. Un testo imitato da chiunque, calpestato da milioni di arrangiamenti, stuprato della sua originale semplicità e bellezza. L’unica versione indimenticabile di questo pezzo è quella primitiva: Patti Smith che la canta accompagnata soltanto da una chitarra.

Intima, supplicata, dando un significato ad un testo che tantissimi dopo di lei non hanno rispettato. Patti si è incontrata con Because the night quasi per caso. Questa canzone, infatti, fu registrata da Bruce Springsteen ed avrebbe voluto includerla nel suo album Darkness on the edge of town.

Il fato ha voluto che Bruce avesse troppi pezzi da inserire in quel disco. Il fato ha voluto che Patti, nello stesso momento, stesse registrando Easter nello studio di fianco. I due sono molto amici ed il Boss ha così deciso di regalare quel pezzo alla collega.

Patti lo ha reso adatto al suo modo di essere, alla sua femminilità così singolare e quel brano ha preso il volo. Una consacrazione che ha portato Because the night ad arrivare alla posizione numero 66 fra “i migliori 100 singoli di tutti i tempi”.

Nessuna cover è riuscita ad arrivare vicino all’originale, anche se ve ne sono state alcune particolari come quella interpretata da Kim Wilde e suonata dalla Royal Philharmonic Orchestra. Trovo invece assolutamente da censurare quelle storpiate in lingue diverse dall’Inglese. Ne ho ascoltata una in finlandese che per il mio modesto parere è penalmente perseguibile.

PEOPLE HAVE THE POWER

Patti Smith. Foto da: internopoesia.com

Altro successo planetario. In questo caso è interamente farina del sacco di Patti. Ha scritto il testo e la musica di questo singolo che faceva parte del suo album Dream of life. È uscito nel 1988 e da subito è schizzato in alto in classifica.

Una vera e propria poesia contro la guerra. Patti mette l’uomo al centro come gli scrittori umanisti di cui si è cibata per anni. Parole facili, musica rock potente e vigorosa. Con questo testo cerca la forza di opporsi, sguinzaglia l’arma della parola per sconfiggere chi ha preso troppo sul serio il pragmatismo di Machiavelli.

Tanti sono i versi della canzone che possiamo citare, ma uno in particolare descrive le idee combattive di Patti Smith:

I awakened to the cry that the people have the power, to redeem the work of fools, upon the meek the graces shower, it’s decreed the people rule. Mi svegliai all’urlo del popolo che ha il potere di redimere l’opera dei pazzi fino alla mitezza, alla pioggia della grazia, è stabilito che il popolo detta le regole.

 Il video in bianco e nero ha fatto il giro del mondo, portando in ogni angolo di terra questo messaggio di pace. Cantante degli ultimi, delle cause perse, di quelli che come lei hanno trascorso momenti difficili e si sentono soli ed emarginati.

PATTI SMITH: SCRITTRICE, DONNA, ICONA

Patti Smith. Foto da casaitaliananyu.org

Ha scritto molto e pubblicato libri mai banali. Ricordiamo ad esempio l’ultimo edito nel 2016 dal titolo Year of the Monkey. In questo romanzo racconta l’incontro con il suo manager storico Sandy Pearlman. Quando lui le propose di produrle il primo disco, lei si mise a ridere e rispose che stava benissimo a suonare nei pub di notte ed a lavorare come commessa in una libreria di giorno.

In questo ultimo libro racconta anche di quello che ha provato dopo aver affrontato il tour italiano del 1979. Settantamila spettatori a Bologna e quasi ottantamila a Firenze. Per lei è stato difficile gestire così tanto affetto e capire di essere così importante per molte persone. Tornata in America sente la necessità di allontanarsi dalle scene.

Un vagabondaggio passivo ed una tregua dal clamore e dalle grida del mondo. Vaga tra Arizona, California, Virginia, Kentucky e Lisbona dove visita la casa di Fernando Pessoa. Poi torna a Rockaway Beach, affitta un bungalow polveroso e seduta in veranda guarda fiori e insetti.

Perde il fratello Tod per un tumore, il marito Fred per un attacco di cuore, il suo fidato pianista Richard in un incidente stradale. È una donna forte, matura, vissuta. È un essere umano che ha una storia alle spalle, abituata a combattere contro il destino, il populismo, le catastrofi ambientali e i poteri forti americani.

Da vera icona incontrastata di un’epoca, in molti hanno cercato di duettare con lei. Nel 2012 abbiamo avuto la fortuna di vederla sul palco del teatro Ariston insieme ai Marlene Kuntz. Hanno cantato insieme Impressioni di Settembre della Premiata Forneria Marconi. Inevitabile standing ovation sanremese visto gli interpreti ed il pezzo.

Facciamo tanti auguri a questa donna speciale. Auguri Patti Smith!

Francesco Danti

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