SPOLETO – Vi porto a fare un giro nella Spoleto romana e medievale, tanto per capire quanto è ricco e variegato il patrimonio artistico presente su questi territori. Tre giorni, infatti, non bastano per vedere tutto e anche il clima, tra il freddo e la pioggia ha in parte condizionato alcune scelte.
Dopo la visita ai luoghi delle testimonianze longobarde di Spoleto e dintorni che vi ho raccontato nel precedente articolo, inoltriamoci in una visita dell’altro volto della cittadina umbra, quello della Spoleto romana e medievale.
IL DUOMO, NELLA SPOLETO ROMANA E MEDIEVALE
Il primo giorno è stato dedicato ovviamente alla città di Spoleto e la prima destinazione non poteva che essere il bellissimo Duomo che ai piedi del colle Sant’Elia con il suo campanile e il mosaico della facciata svetta sugli eleganti palazzi della città.
Varcato l’ingresso, lo stile barocco dell’interno che spesso viene a stroncare il fascino di tante chiese medievali, qui è mitigato dallo splendido pavimento cosmatesco e dagli altrettanto splendidi affreschi del Lippi sull’abside centrale, per non parlare di tutta un’altra serie di opere come gli affreschi del Pinturicchio, la Croce dipinta del XII secolo e la Cappella delle Reliquie, tanto per citarne alcune, che impreziosiscono questo luogo.
LE MERAVIGLIE DELLA SPOLETO ROMANA E MEDIEVALE
Lo spettacolo visivo continua anche all’esterno con la scenografica piazza e la scalinata di via dell’Arringo, affiancata dal Palazzo Racani Arroni da un lato e dalle belle absidi della basilica di S. Eufemia dall’altro: è veramente una panoramica mozzafiato. Anche con la pioggia. Alzando lo sguardo, la Fortezza Albornoz ci guarda da sopra il colle, ma l’appuntamento è rimandato al giorno successivo, quello della visita alle testimonianze longobarde.
L’itinerario prosegue verso il centro, dal quale superata la piazza del Mercato, arriviamo in una stradina proprio nei pressi del Municipio: lì al civico 9 attraverso un’anonima porticina a vetri si entra all’improvviso nel I secolo d.C.! E’ la Domus romana, probabile residenza di Vespasia Polla, madre dell’imperatore Vespasiano. Scoperta nel XIX da un archeologo spoletino, la casa conserva pressoché intatta la struttura, tipica delle domus patrizie romane (dall’atrium al tablinium ai cubicola), con tanto di impluvium e pavimenti musivi perfettamente conservati.
Tanto splendore ci lascia senza parole, ma non senza forze e, finita la visita, nonostante i saliscendi di vicoli e stradine, vogliamo visitare un “must” di Spoleto, che non è stato però così facile da scovare e ci ha impegnato in una ricerca non poco faticosa: si tratta della piccola chiesa dei SS. Giovanni e Paolo, situata nella zona dell’antico quartiere bizantino. Una perla tanto piccola quanto spettacolare per la singolarità dei suoi affreschi, che, pur molto rovinati, costituiscono una delle rare testimonianze della pittura romanica del XII secolo, con immagini che oltre a raffigurare la vita dei santi “intestatari” e altre scene sacre, riportano anche il Martirio di Thomas Becket da Canterbury, una delle più antiche figurazioni su questo tema, oltre ad essere anche insolita in Italia.
Dopo la sosta, assolutamente necessaria, in una trattoria di cucina tipica locale, la marcia riprende sotto la pioggia incessante, che ci lasciamo alle spalle appena arrivati al Museo Nazionale Archeologico, dal quale si accede anche all’antico teatro romano, altra “perla” di Spoleto. Il museo è concepito non solo come contenitore di reperti che raccontano lo sviluppo urbano di Spoleto e della Valnerina dalla preistoria all’epoca romana, ma fa parte esso stesso dell’antica struttura adiacente all’antico teatro romano, i cui primi resti furono casualmente scoperti negli anni ’30 del Novecento per una frana.
A partire dagli anni ’50 con la demolizione degli edifici che si sono sovrapposti nei secoli dal Medioevo in poi, sono venute alla luce le rovine del teatro, risistemato e riadattato (molti reperti sono in una sezione del museo) per farlo tornare alla funzione che gli appartiene, ospitando oggi spettacoli ed eventi musicali tra cui il celeberrimo Festival dei Due Mondi.
Con il il museo archeologico finisce il primo giorno di visite, ma non finisce il percorso medievale di Spoleto che verrà ripreso nel giorno della partenza, quando, finalmente, il sole ha deciso di farci un bel regalo! Non potevamo ripartire senza aver visto altre due perle spoletine: la Chiesa di S. Pietro extra moenia e la Chiesa di S. Gregorio Maggiore.
LE DUE PERLE SPOLETINE
La prima si staglia su una collina subito fuori la piana cittadina e vi si arriva salendo una scenografica scalinata; mentre l’interno è stato completamente rimaneggiato in stile tardo-rinascimentale, la facciata conserva invece tutta la sua bellezza romanica, con una serie di pannelli decorati a rilievo raffiguranti storie del santo titolare e altre scene di tipo didascalico, che solo la vena narrativa del medioevo romanico riesce a raccontare con tanta efficacia e vivacità espressiva.
La Chiesa di S. Gregorio Maggiore invece si trova entrando dall’omonima porta cittadina in prossimità di Piazza Garibaldi. Qui lo spettacolo non si offre solo all’esterno con la bella facciata porticata (aggiunta nel ‘500) e il campanile del XII secolo, ma prosegue anche nell’interno della chiesa, che sebbene rimaneggiata, presenta un suggestivo mix di tradizioni stilistiche, dai bellissimi affreschi del ‘400 ai numerosi elementi e materiali di spoglio di epoca classica e paleocristiana.
Il viaggio riprende, stavolta verso casa, ma non prima di fare un saluto almeno al patrono di Spoleto, S. Ponziano, sepolto nel complesso benedettino che porta il suo nome.
Nel quale la bella chiesa con la facciata romanica e l’altrettanto spettacolare cripta affrescata saranno tra le belle immagini-ricordo che ci accompagneranno nel viaggio di ritorno.
Foto scattate da me Giuliana D’Urso MyWhere
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