Firenze e Prato per le feste indossano i loro vestiti più belli. Le luminarie toscane

Firenze e Prato per le feste indossano i loro vestiti più belli. Le luminarie toscane

ITALIA – Chi non la conosce bene, considera Prato la cugina zitella della fascinosa Firenze. Chi la visita almeno una volta, invece, ne riconosce la bellezza medievale. Per le feste, entrambe le città splendono di luce e mettono in mostra gli addobbi migliori. Parliamo, allora, delle luminarie toscane.

Le due città hanno dimensioni, fama e densità di popolazione diverse, ma si somigliano per colori ed eleganza rinascimentale. Chi abita in Toscana ha la fortuna di poterle visitare entrambe e di poter ammirare a Natale le luminarie toscane. Chi vive fuori regione solitamente si sofferma più giorni a Firenze senza passare da Prato.

La città laniera è conosciuta per i suoi tessuti, per le sue industrie e l’alta produttività manufatturiera. Molti non sanno che dentro alle mura in pietra alberese, si nasconde un centro storico bellissimo. Prato è ricca di passato, di monumenti, di sacre reliquie e non è giusto affiancarla soltanto alla colonia cinese.

A Natale, anche lei come Firenze, si è attrezzata per mettere in mostra la sua storia.

LE LUMINARIE TOSCANE. FIRENZE: 60 CHILOMETRI DI LAMPADINE

Foto da: quotidiano.net

La splendida Firenze sarà illuminata da circa 60 chilometri di luci e sarà per questo Natale la portabandiera delle luminarie toscane. Quest’anno l’amministrazione non ha badato a spese: la città risplende come la squadra di calcio, riemersa dalle tenebre dopo tanti anni di bassa classifica.

I viali di circonvallazione che girano intorno alla città sono pieni di intermittenze. Gli alberi sono addobbati con il rosso fiorentino sui tronchi ed il bianco candido sulle chiome. La spesa comunale si aggira intorno a 210 mila euro, in linea con lo scorso anno.

Tutte le piazze, dalla periferia al centro storico hanno luminarie che ricordano i colori e le forme del Giglio. Ogni quartiere ha potuto scegliere in autonomia cosa aggiungere per figurare più accattivante e natalizio.

Alle Cure, in piazza, c’è un gigantesco albero arrivato i primi di dicembre: completamente illuminato e arricchito di palline gigliate. All’ingresso di Settignano c’è una grande Stella gialla intermittente e musicale. All’Isolotto torna per il terzo anno consecutivo l’albero col tunnel luminoso, che grandi e piccini si divertono ad attraversare.Fra le fontane luminose da segnalare per dimensioni e spettacolarità quella in Piazza Paolo Uccello.

FIRENZE ILLUMINA I SUOI MONUMENTI

Foto scattata da me per MyWhere

Chi ha la fortuna di visitare il capoluogo toscano durante queste feste, ha l’opportunità di passeggiare la notte e vedere molti capolavori architettonici arricchiti dalle luci natalizie. Illuminazioni eleganti, mai invasive, tracciano i contorni delle chiese e le basi di alcune statue: uno spettacolo impagabile nel freddo inverno.

Per chi avesse qualche dubbio sul fatto che Firenze sia una delle città più belle al mondo, è consigliato percorrere Via Dei Calzaioli alle tre di notte e di entrare in una Piazza Della Signora semideserta. È una delle dieci cose da fare prima di morire.

Il colore di Fiorenza è anche il Viola, come quello indossato dai suoi calciatori molto amati in città. Il comune quest’anno ha deciso che, per Natale, il simbolo architettonico della città si tingesse di quel colore. Il Ponte Vecchio è stato quindi addobbato con quasi mille lucette di colore viola: un effetto d’impatto che si riflette tenue nell’Arno.

In Piazza Santa Croce, sede naturale del calcio storico fiorentino, anche quest’anno nonostante il Covid si è tenuto il consueto mercatino di Natale. Rispettando il distanziamento e le regole basilari di afflusso. I visitatori hanno comunque potuto acquistare prodotti in ceramica, in lana, in legno.

I banchi alimentari di vasta provenienza hanno potuto vendere i prodotti al dettaglio, ma non avevano i soliti tavoli per gustare le specialità in loco. In Piazza non si poteva mangiare o bivaccare sugli scalini della chiesa. Chi ha acquistato cibo da asporto lo ha potuto assaporare passeggiando o una volta fuori dal centro.

LE LUMINARIE TOSCANE. PRATO E I SUOI TESORI

Foto scattata da me per MyWhere

Si entra in città da Porta a Prato, un grande varco nella cinta muraria che per molti anni ha resistito agli attacchi della vicina Pistoia. L’arco è stato tempestato di luci ed il colpo d’occhio determina un bell’effetto. Alcune parti originali della vecchia porta son conservate nei sotterranei della chiesa di San Domenico.

Entrando in città, dopo nemmeno trecento metri ci s’imbatte nel Castello Dell’Imperatore Federico II di Svevia. Per lui era un punto di appoggio nell’ambito della lotta per il predominio in Toscana tra il suo impero ed il papato: caratterizzò decenni a cavallo del 1200. Il comune quest’anno ne ha valorizzato le forme con luci calanti dalle torri verso il fossato.

Foto scattata da me per MyWhere

Percorrendo le vie del centro poi si arriva ad un altro simbolo della città di Prato: la fontana del bacco infante, conosciuta anche come Del Bacchino. Si trova in Piazza del Comune ed è stata realizzata dallo scultore Ferdinando Tacca nel XVII Secolo. L’originale si trova all’interno del palazzo comunale, quella visibile dai passanti è una copia identica che molti toccano alla base come portafortuna.

L’amministrazione, per questo Natale di luminarie toscane ha completamente illuminato tutti i palazzi storici che circondano la fontana, facendola finire nel mezzo ad un gioco d’intermittenze che fanno risplendere il bronzo.

Foto scattata da me per MyWhere

Anche la periferia non è stata dimenticata dal sindaco, in un  di luminarie toscane. Ogni quartiere risplende di luci che penzolano da un palazzo all’altro, da una chiesa ad un campo sportivo. Persino i privati e possessori di lanifici e filature, di comune accordo, hanno messo fuori dalle loro attività luci, palline, abeti addobbati. La città ha una gran voglia di ripartire, di smettere di avere paura e di tornare ad abbracciarsi.

La Sacra Cintola, o Sacro Cingolo, è considerata la cintura della Madonna ed è la reliquia più preziosa della Città di Prato. È custodita nella omonima cappella bel Duomo e viene esposta solo una volta l’anno: l’8 settembre alla natività di Maria.  È una striscia sottile lunga 87 centimetri di lana finissima di capra di color verdolino. Alcuni negozi del centro hanno commissionato una luce della medesima forma e colore da esporre fuori dai loro ingressi per dimostrare l’appartenenza alla città.

FIRENZE E PRATO: ITINERARIO INSOLITO

Foto scattata da me per MyWhere

Chi ha voglia di Toscana può decidere di visitare queste due cugine così vicine. Consigliamo un itinerario non scontato, diverso da qualsiasi altro scaricabile su volantini promozionali di arte e cultura. Le luminarie toscane della festa mettono allegria, ma poco prima di essere tolte mettono quel velo di malinconia e riflessione che ben si abbina con un itinerario più misterioso.

Consigliamo di partire dalla culla del rinascimento e di raggiungere immediatamente il centro senza soffermarsi prima. Andate subito a toccare il naso alla statua del porcellino sotto la loggia del mercato nuovo. La tradizione vuole che porti buona sorte, infatti quel grande naso risplende per la continua lucidatura quotidiana di migliaia di mani.

Poi via verso il Corridoio Vasariano, un percorso di circa 1 km che collega la Galleria degli Uffizi con Palazzo Pitti. Un grande tesoro pieno di arte, cultura, storie, nascondigli, fughe. Una volta dentro vi sentirete in una dimensione clandestina, misteriosa, surreale, protagonisti ad ogni passo che fate.

Adesso dovete andare a Santa Maria del Fiore e dovete guardare i decori esterni della bellissima basilica. Se alzate gli occhi, in alto a sinistra, vedrete stranamente scolpita la testa di un grosso bovino con le corna. La leggenda narra che il carpentiere artefice del gesto sia stato l’amante della moglie di un panettiere che aveva il suo negozio nelle vicinanze. Il carpentiere, durante le pause di lavoro, si dedicava alla signora. Poi non contento, per vantarsi, volle lasciare un ricordo cifrato ed indelebile al povero marito tradito.

Anche Prato ha i suoi segreti e potete partire da Palazzo Datini, da quella che fu l’abitazione del mercante pratese. Merita visitarla per i suoi affreschi e per il pregio di tutta la struttura in sé. C’è però una loggia esterna da dove, durante alcune notti, paiono provenire flebili voci di bambini. Francesco Datini è morto il 16 agosto 1410 senza figli. Si dice sia il desiderio mai esaudito del mercante.

Poi, rimanendo in centro, potete dirigervi presso il Palazzo degli Spedalinghi costruito nella prima metà del Cinquecento. Il salone è ornato da un bellissimo soffitto ligneo a cassettoni e nella parete più grande c’è l’affresco Giudizio Universale di Bonaccorso di Cino.

Questo vecchio ospedale narra una leggenda. L’ultima finestra a destra della facciata è sempre chiusa. Pare che in quella stanza sia morta una partoriente col suo bambino e che sia stato il ricco marito a negarle le giuste cure. Pare che l’uomo amasse un’altra e la volesse sposare: purtroppo non c’era il divorzio. La partoriente morì e l’uomo volle aprire la finestra, quasi sollevato. Le pareti del palazzo iniziarono a tremare e i pavimenti a sobbalzare.

Cibo ottimo, addobbi natalizi generosi, luminarie toscane, atmosfera calda, accento simpatico, chilometri di luci, storia, misteri, rinascimento e modernità: tanti punti forti di questi due comuni a soli 15 chilometri l’uno dall’altro.

Francesco Danti

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