LAZIO – Ecco perché la Ciociaria rappresenta una meta ideale per l’estate e non solo.
Anche non a bordo di una Vespa, e né in compagnia di un simil-Gregory Peck, le mie “vacanze ciociare” hanno riservato vere sorprese e piacevoli situazioni non meno del film di Wyler e rimarranno sicuramente uno dei più gradevoli ricordi delle mie estati.
Svanita la possibilità – per vari motivi – di un agognato viaggio verso qualche destinazione del Medio Oriente, dove al mero svago si può alternare anche l’interesse archeologico, mi è stata letteralmente servita su un piatto d’argento l’occasione di passare un po’ di giorni in Ciociaria, grazie alla generosità di una persona cara che mi ha messo a disposizione la casa, con la possibilità di invitare anche qualche amica/o che avesse avuto piacere di venire.
FROSINONE
Certo, soggiornare a Frosinone invece che a Petra, Marrakech o Cipro non è proprio la stessa cosa, ma con un po’ di spirito organizzativo e voglia di fare qualche chilometro in auto (la Vespa in questo caso sarebbe un tantino scomoda) il capoluogo ciociaro diventa un ottima base di partenza per poter scegliere differenti destinazioni, cioè tra il mare e i monti, tra belle spiagge e antichi borghi medievali arroccati sui monti dell’entroterra laziale al confine con la Campania.
Ebbene sì, la Ciociaria non è solo la mozzarella di bufala, che comunque varrebbe da sola il viaggio, ma è un crocevia di culture, tradizioni, sapori, musiche e dialetti che rendono questa terra sorprendentemente affascinante.
Accompagnata da un paio di amiche toscane, il viaggio nel frusinate e dintorni si è svolto nella settimana centrale di agosto, che, se da un lato non è il top per noti motivi (costi più alti, difficoltà di parcheggio, spiagge superaffollate, etc), dall’altro però è quella dove i vari centri, montani o marini che siano, si mobilitano per organizzare ed offrire al pubblico eventi di ogni sorta, dalla sagra alimentare, al festival musicale, alle parate storiche in costume, alle rappresentazioni teatrali, ai concerti di cantanti più o meno famosi e ancora altro. Se poi questo periodo coincide pure con la festa del santo patrono, allora la kermesse è ancora più ricca e non mancano i sempre attesi fuochi artificiali.
VACANZE CIOCIARE: L’ABBAZIA DI FOSSANOVA, TERRACINA E IL MARE
Nei primi due giorni di vacanza la voglia di mare ha prevalso su ogni iniziativa e le mete più a portata di mano sono state nella Provincia di Latina. Prima Sabaudia, con la sua lunga spiaggia caratterizzata da dune e il lungomare molto “spartano”, e poi Terracina, più convenzionale sotto l’aspetto balneare e più economica.
Devo confessare che entrambe queste località mi erano già familiari, avendo trascorso per tanti anni le vacanze estive a S. Felice Circeo (che si trova proprio tra l’una e l’altra), ma a distanza di tanto tempo si sono rivelate una piacevole riscoperta, in particolare Terracina. Se, infatti, nei miei lontani ricordi quest’ultima era considerata solo la meta delle bombe alla crema a tarda notte o delle sporadiche salite serali al Tempio di Giove per suonare la chitarra con le comitive estive, o tutt’al più per il mercato americano del giovedì, da quando ho scoperto (non da molto) il centro storico con la sua splendida piazza in travertino, la sua bella chiesa medievale sopra l’alta scalinata, i resti della strada romana e altre rovine antiche, l’ho completamente rivalutata! A questa nuova percezione della città ha contribuito anche l’allegra atmosfera estiva con bar aperti, spettacoli vari, bancarelle dell’artigianato, che le danno una verve da movida, per me del tutto nuova. Per non parlare poi del versante dei pescherecci, dove con due lire puoi mangiare buon pesce fresco alle cooperative dei pescatori!
Sulla strada di rientro da Sabaudia, invece, rimanendo nella provincia di Latina, tappa d’obbligo è stata la bellissima abbazia di Fossanova, che io avevo già visto, ma sempre con tanta gente, turisti e confusione, mentre stavolta me la sono potuta godere nel silenzio e nella pace delle ore vespertine.
CULTURA E TRADIZIONE IN CIOCIARIA
Alternando il mare con la cultura, non poteva mancare il giro ad Anagni, una pietra miliare della Ciociaria, dove si trova il Palazzo dei Papi, la cui storia (mirabilmente raccontata nelle audioguide in dotazione con il biglietto d’ingresso) è tanto interessante quanto i raffinati affreschi che decorano le stanze, tra cui quella del celeberrimo “schiaffo” di Bonifacio VIII. Del duomo purtroppo non è stato possibile vedere la bellissima cripta e l’oratorio, ma gli stupendi pavimenti cosmateschi e la solida e imponente architettura romanica in pietra chiara della chiesa già riempiono gli occhi di stupore e gaudio!
Da Frosinone, percorrendo la statale 155, si incontra Alatri, altro centro degno di nota dove si possono ammirare, oltre al duomo romanico-gotico del centro storico, eleganti palazzi e le mura ciclopiche ai piedi dell’acropoli, che domina tutta la vallata.
Salendo di pochi chilometri dopo Alatri, si arriva in un borgo che, non so per quale motivo, non è segnalato tra le attrazioni della Ciociaria, ma che invece è una vera e propria “chicca” alle pendici dei Monti Ernici: il suo nome è Vico nel Lazio.
Circondato da mura con ben 25 torri (!) questo grazioso paesino di poco oltre 2000 abitanti, contiene interessanti chiesette ed oratori medievali che si affacciano su scenografiche piazzette, dislocate in quattro zone principali, alle quali si arriva attraverso reticoli di stradine che invitano a fotografare ogni loro scorcio o angolo. Il motivo che ci aveva spinto fino a qui era stato in realtà uno spettacolo di tipo circense, pubblicizzato in qualche locandina, che però abbiamo mancato per un giorno. Non ci siamo scoraggiate e visto che ormai eravamo lì abbiamo deciso di rimanere e cenare nell’unico ristorante aperto a quell’ora (erano circa le 21 passate) la Taverna del Castello dove abbiamo mangiato degli ottimi piatti a base di pesce, serviti in modo impeccabile e in un ambiente decisamente accogliente. Insomma, quel giorno è stata una sorpresa continua…
Ad Alatri siamo tornate la sera di ferragosto per vedere il 49° Festival internazionale del folklore: un vero e proprio spettacolo nello spettacolo! Infatti, oltre alla vista della piazza storica “by night”, ci siamo godute il tripudio di colori e suoni delle danze tradizionali di vari paesi tra cui Bolivia, Argentina, Ecuador, ovviamente precedute dai balli tradizionali ciociari, le cui musiche allegre e ritmate non hanno niente da invidiare a quelle d’oltreoceano!
Escludendo la visita “extra-confine” alla Reggia di Caserta, che sicuramente non ha bisogno di commenti, il soggiorno ciociaro ci ha riservato altre belle sorprese, sempre in direzione della SS 155; mi riferisco al comune di Collepardo, che oltre alle suggestive grotte e alla rarità naturale dell’enorme pozzo carsico, è famoso per la Certosa di Trisulti. Incorniciata dal verde intenso del bosco di querce a circa 800m di altezza, l’abbazia si staglia chiara e imponente marcando in modo inconfondibile, il paesaggio dei Monti Ernici. Guide professionali vi porteranno nei vari ambienti monastici tra i quali spicca sicuramente quello “infermieristico-farmaceutico” con le sue pareti affrescate e gli armadi pieni di ampolle e recipienti decorati. E non solo…
Insomma, se per molti il nome Ciociaria evoca soprattutto il film di Vittorio de Sica (e la sua splendida città natale Sora che merita anch’essa una vacanza a parte), è il caso che cominci a diventare noto anche per qualcos’altro, che in realtà è molto più di qualcosa e che io ho cercato di nel mio sintetico racconto di condividere. Perché, in effetti, ci sarebbero ancora tante altre bellezze da vedere in queste zone e mi organizzerò presto per un altro viaggetto.
Non aspettate, però, il prossimo articolo: l’estate non è ancora finita e settembre può riservare altre sorprese per le vacanze ciociare! Preparate le valigie, ne vale veramente la pena.
In homepage uno scorcio della piazza di Anagni
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Un ringraziamento dovuto dallo staff della Taverna del Castello di Vico nel Lazio nella speranza di riaverla presto ospite nel nostro ristorante.
Gentilissimo Guglielmo è stata una sorpresa anche per me, che vivo a Frosinone, e conferma sempre la mia percezione di una terra bellissima, ricchissima di arte, storia e cultura, di cui non si è mai fatta, e né si fa, comunicazione alcuna! Conosco ogni particolare della Tuscia, così come anche della provincia di Latina, ma della Ciociaria, più ci vivo, e più mi accorgo del gap infinito tra le istituzioni locali e la comunicazione.
Verrò a trovarla molto volentieri, intanto sono felice che tramite la collega Giuliana abbia conosciuto la nostra testata. Fabiola
Incredibile Giuliana cosa ci fai scoprire! Da tanti anni vado in Ciociaria e conosco una gran parte dei paesi che citi, come altri che non hai visto e che meritano la visita come Isola Liri! Ma non conoscevo Vico nel Lazio! Quanto si comunica poco il nostro territorio! È davvero un peccato!
Ho parenti e amici in Ciociaria ma non sono mai stata a Vico nel Lazio. A questo punto la prossima volta lo inserisco nell’itinerario e verificherò anche il ristorante!
Avevo letto, sempre in questo Magazine, l’articolo sulle Abbazie della Ciociaria e mi ero ripromesso di colmare le mie lacune con quella di Trisulti. Ad ogni modo è una terra adoro, contro tutti i pregiudizi possibili, evviva la Ciociaria!
Giuliana mi stupisco che da romana/fiorentina, quindi proveniente dalle città più belle al mondo, ti incanti della Ciociaria! Io sono forse troppo giovane per apprezzare una terra che non offre nulla, oltre la campagna, e povera di iniziative e prospettive!
Io credo che la Ciociaria valga molto di più degli stereotipi che evidentemente la limitano. Il problema per me è la mancanza di strategie turistiche adeguate. L’articolo di Giuliana restituisce a questo territorio la valenza che merita.
La Taverna del Castello a Vico è indimenticabile. Menù di pesce fantastico. Conosco poco il resto della Ciociaria ma faccio fatica a pensare che non riservi eccitanti sorprese per chi ama il turismo culturale. Come scrive benissimo l’autrice dell’articolo, del resto.
Ringrazio tutti per i commenti e l’interesse che ha destato il mio articolo, e spero veramente che sia di stimolo per un giretto in questa terra. Sabina, in realtà sono stata a Isola Liri, ma non durante questo viaggio, e non l’avevo inserita solo per questo. E’ bellissima, ci sono stata di sera ed è molto suggestiva con le sue cascate illuminate dalle luci! Forse avrei dovuto, in effetti, almeno indicarla. Simone, dovresti guardare questi luoghi con occhi più attenti, o forse andare più in giro… Roma e Firenze sono contesti e scenari troppo diversi per un confronto, ma ti assicuro che ci si può meravigliare anche altrove! “Perfino” in Ciociaria 🙂
Essendo nato e vivendo in questi luoghi, ne conosco croci e delizie. L’articolo evidenzia la strategicità di una posizione che se da un lato ci ha fatto perdere molti treni della storia, dall’altro ha preservato un mondo scomparso nella maggior parte dell’Italia. La distanza ridotta da Roma, da Napoli, dal mare come dalla montagna, rappresenta una delle nostre fortune. Un piccolo gioiello è la Val di Comino, valorizzata da un’idea di uno stimato collega, Vittorio Macioce, che ha realizzato un meraviglioso evento chiamato Festival Delle Storie, giunto alla decima edizione e conclusosi ieri con uno straordinario Pupi Avati.