Lo Yoga come terapia: quattro chiacchiere con Ela Mare

Lo Yoga come terapia: quattro chiacchiere con Ela Mare

ITALIA – La fondatrice di Yogamare Retreats porta lo Yoga nelle carceri come terapia di guarigione. L’ho intervistata per conoscere più nel dettaglio il progetto ambizioso della giovane italiana Ela Mare, che da anni vive all’estero: utilizzare lo yoga come terapia di recupero per i detenuti.

Ela Mare è la fondatrice di Yogamare Retreats, l’associazione attraverso la quale organizza e insegna ritiri trasformativi di meditazione e yoga in tutto il mondo. Ela, italiana doc, ha iniziato a viaggiare da giovanissima, e ha fondato Yogamare Retreats per condividere le sue conoscenze attraverso ritiri internazionali, seminari, eventi e sessioni private. Le pratiche yogiche che condivide affondano le loro radici nella tradizione Himalayana tantrica e vedica, culla della conoscenza spirituale, una tecnologia senza tempo. Negli ultimi 10 anni ha guidato centinaia di persone, studenti, ricercatori e insegnanti, provenienti da tutto il mondo, nell’esplorazione e nel risveglio dei loro sensi, per un vita più libera e serena. I suoi insegnamenti provengono dagli antichi maestri dell’Himalaya ed è proprio lì che insegna presso la Sattva Yoga Academy di Rishikesh, una delle città considerate più sacre dell’India. Dopo anni di esperienza Ela Mare ha deciso di portare queste potenti pratiche – quali esercizi di respirazione, meditazione, mantra, posture e molto altro – nelle carceri, luogo di isolamento ed emarginazione, come terapia di guarigione rivoluzionaria di corpo spirito.

Sulla cura delle dipendenze o forme di depressione Ela dice:

Dalla mia esperienza come insegnante e guida spirituale, la pratica della meditazione/yoga è incredibilmente potente nel curare anche diverse forme di dipendenza, depressione e disturbi cognitivi, agendo direttamente sul sistema nervoso, creando un ambiente fisiologico e piscologico ed emozionale più equilibrato e consapevole”.

Ma non solo, noi l’abbiamo intervistata per voi!

Ela, sei italianissima, come mai hai deciso di stabilirti all’estero per svolgere la tua attività?

Fin da giovanissima viaggiare è sempre stata una grande passione. Per piacere, per studio, e poi per lavoro la vita mi ha portato a vivere in posti sempre diversi e magici lontano dall’Italia. Ora è il momento di riportare tutta questa esperienza alle radici nel mio Bel Paese.

Hai un progetto ambizioso nelle carceri, ci spieghi meglio di cosa si tratta e com’è nata l’idea?

Anni fa ho fondato Yogamare Retreats a Ginevra in Svizzera ed ho cominciato ad insegnare oltre che nel mio studio di yoga anche nei centri di accoglienza per abusi e violenze domestiche. Vedere quanto queste pratiche potessero essere trasformazionali anche in situazioni di tale disagio ed emarginazione mi ha fatto pensare di entrare anche nelle carceri dove c’è così bisogno di ricostruire e ricominciare.

Lo yoga come terapia di riabilitazione

Parlaci dei tuoi ritiri, di quanti partecipanti parliamo e come si svolgono?

Il numero di partecipanti varia, diciamo in media 15 partecipanti. I ritiri sono un’occasione per trasformare la propria vita, per rimettersi in gioco, curare delle vecchie ferite, imparare a gestire paure, ansie, traumi del passato, dipendenze, relazioni tossiche o semplicemente per dare alla propria vita una svolta e scoprire quanto potenziale c’è all’interno di noi stessi ancora inesplorato. I miei ritiri sono tematici quindi ognuno ha un focus particolare.  Si inizia presto la mattina all’alba e si finisce la sera dopo il tramonto, giornate davvero intense e indimenticabili.

Un giorno tornerai in Italia a mettere in pratica tutto quello che hai imparato all’estero?

Certo! Proprio quest’estate ho portato la mia pratica nel main stage di Wanderlust Italia, insegnando in tutte e tre le tappe. Questo è solo l’inizio. A giugno ho in programma un meraviglioso ritiro nelle montagne della Val Pusteria, in Trentino Alto Adige. Sono emozionantissima di portare in Italia questa conoscenza senza tempo.

È possibile trovare tutte le info e i ritiri sul suo sito cliccando qui.

 

Jane Burden

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