SICILIA – Pupi con l’uovo o Cuddura cull’ova, ecco che il Personal Chef Vittorio Spitaleri ci racconta come si fanno i dolci della tradizione siciliana per vivere l’imminente Pasqua in allegria e serenità anche al tempo del Coronavirus.

Dopo averci dato suggerimenti e ricette per cucinare qualcosa di particolare da portare in tavola per questa Pasqua di #iorestoacasa, Vittorio Spitaleri ci racconta come si fanno i Pupi con l’uovo, o Cuddura cull’ova, i dolci della tradizione siciliana che si usa preparare durante la festività.

A seguire dei suoi suggerimenti per celebrare degnamente, oltre la Pasqua, anche la Primavera, Vittorio Spitaleri ci invitava a vivere questi momenti come rito per sentirsi meno soli e “stare insieme” cucinando. Oltre alle ricette culinarie, ha ricordato che è importante la cura estetica della nostra tavola, iniziando dalla giusta scelta dei colori della tovaglia che andrà abbellita con delle ceramiche tradizionali come quelle siciliane riprese qui negli scatti della nostra fotografa durante il suo tour in Sicilia: itinerari in una terra da sogno.

Ecco che, dopo la lasagna classica di vignarola ed il Millefoglie di vignarola, ci possiamo dedicare alla preparazione, usufruendo di un pò più di calma e tempo a disposizione (che sono quei pochi vantaggi che il Coronavirus ci concede)  dei dolci della tradizione culinaria siciliana per vivere uno “stare insieme virtuale” anche per chi non ha i propri cari accanto.

La preparazione dei Pupi con l’uovo o cuddura cull’ova, i dolci tipici siciliani preparati nel periodo di Pasqua, come tutte le ricette tradizionali di vecchia data annovera diverse varianti. La tradizione denomina i pupi soprattutto in base alla forma assunta, che è caratterizzata dalla zona specifica di provenienza. La base è comunque sempre una sorta di pasta frolla. La forma della cuddura era tradizionalmente come un cerchio, sul quale venivano poste le uova, a completare il tutto una decorazione con zuccherini colorati, i famosi Codette (che si usano spesso per guarnire i dolci).

In base alle forme specifiche assunte dai pupi, potevano prendere nomi diversi, come panarieddu (cestino) simbolo di abbondanza, campanaru (campanile) in richiamo alle campane che a Pasqua suonano per la resurrezione di Cristo, pupa (bambola) per le fanciulle, gadduzzu (galletto o colomba) per i ragazzi.

Abbiamo tutti comprato quantità di farina, uova, zucchero per creare dal pane a ciambelloni a torte, poi in realtà (almeno a casa mia) sono rimaste tutte negli scaffali perchè il tempo, grazie allo smartworking, è diminuito anziché aumentare. Ma se finalmente avete qualche ora per godervi anche la pace della vostra cucina, e vi sentite creativi con il desiderio di sperimentare e assaggiare sapori nuovi, anche se non siete siciliani provate questa ricetta dei Pupi con l’uovo!

Qui vi riportiamo anche una filastrocca siciliana di Pasqua che parla appunto della cuddura per tenervi compagnia:
“A Gloria sunau
A cuddura si spizzau.
Si spizzau a mossa a mossa
A cuddura sinza l’ossa.
A cuddura a panareddu
Cu ‘ddu ova ‘nto cesteddu.
‘Na manciamu’n ‘alleria
Tutti quanti ‘ncumpagnia.
E s’avemu ancora fami,
Quattru feddi di salami.
Chi favuzzi frischi assai
Chi ni levunu di guai.
‘A Gloria sunau.
‘U Signuri risuscitau!”

Certo io, da buona napoletana, non abbandonerò la Pastiera, ma questi pupi con l’uovo m’ispirano allegria, e quindi sperimentiamo insieme le nostre capacità!

RICETTA

Ecco la preparazione dei Pupi con l’uovo o Cuddura cull’ova!

Ingredienti:
1 kg di farina “00”

350 gr di zucchero

250 gr di strutto

3 uova

2 bustine di lievito

1 limone grattugiato

latte q.b. per creare un impasto morbido. Coprire l’impasto e fare riposare per 30 minuti.

Lessare le uova e farle freddare per bene.

Potrete usare colori naturali  ed edibili per colorare le uova.

Preparazione dei Pupi con l’uovo:

Mescolare la farina con lo strutto, lo zucchero e il lievito, fino a raggiungere la consistenza della pasta frolla, aggiungere un uovo intero alla volta avendo cura di farlo assorbire all’impasto.
Infine aggiungere, se necessario un po di latte per rendere morbido l’impasto.
Lasciarlo riposare di nuovo, coperto da un canovaccio per circa mezz’ora.

Creare a piacimento le forme tenendo presente che in forno l’impasto lieviterà.

A cottura ultimata guarnire con codette colorate.

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Fabiola Cinque

Napoletana fino alla milionesima generazione (dal 1.400), nobile d’animo ma non più per albero genealogico, viaggiatrice e curiosa delle bellezze e delle stranezze del mondo riporto tutte le mie impressioni attraverso tutti i sensi che abbiamo e che vogliamo usare. Di estrazione e definizione “fondista”. Azzurra di nuoto per tutte le distanze più lunghe e massacranti che vi possono venire in mente. La fatica è il mio karma. Mai nulla regalato, tutto conquistato. La comunicazione e la pubblicità sono la mia anima, la moda la mia vita presente e futura. Vivo in un paese bellissimo dal quale desidero sempre di allontanarmi, per tornare e riassaporare i profumi ed i sapori. La mentalità e l’amore sono anglosassoni, ma d’altronde si sa, i Borboni sono stati dominati dai francesi come gli inglesi e gli spagnoli, quindi le mie origini ed il mio essere è globale, sono bastarda dentro.

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