Storie da Edward Hopper al tempo del Coronavirus

Storie da Edward Hopper al tempo del Coronavirus

MONDO – Ho visto il video di un canale francese, che qui vi segnalo, con i vari link a twitter che ripercorrevano similitudini tra l’arte di Edward Hopper ed il periodo che stiamo vivendo. Ho avuto subito un déjà-vu. Era già stato tutto detto in un libro scritto da Michele Mozzati: Luce con muri. Storie da Edward Hopper che qui rileggo in vostra compagnia.

Al tempo del coronavirus ho ripensato a un libro, e ad un artista, di cui ho scritto qualche anno fa e che oggi torna incredibilmente di attualità. Michele Mozzati ci racconta dieci quadri di Edward Hopper, il grande pittore americano, con dieci brevi storie nate lasciandosi coinvolgere dai suoi dipinti pieni di luce e di silenzio. Sono storie per nulla vincolate da epoche o luoghi, ma semplici suggestioni sollecitate da un volto, un’ombra, una casa bianca o una finestra piena di mare. Dieci racconti per adulti sognatori che riportano un po’ all’età infantile, quando i libri si leggevano e si sfogliavano guardando le figure. Innanzitutto vi chiedo: sapete chi è Michele Mozzati? E’ uno scrittore e autore teatrale e televisivo, ideatore e condirettore dell’agenda “Smemoranda”, conosciuto dal grande pubblico soprattutto in coppia con Gino Vignali per  Gino&Michele .

La presentazione dell’ex sindaco di Roma e scrittore, Walter Veltroni fotografò, a mio avviso, perfettamente la narrativa di Luce con muri. Storie da Edward Hopper. “Luce con muri è un’idea originale per osservare il tempo attraverso gli occhi dell’artista”. Ma oggi, a distanza di quattro anni, (era il 2016), nel vedere questo video del canale francese e rileggendo questo piccolo, ma intenso, libro, ripercorro la descrizione dell’isolamento e del disorientamento che stiamo attualmente vivendo.

Edward Hopper Coronavirus

La penna di Michele Mozzati tesse una rete di congiunzione tra le immagini che ritraggono il vuoto dell’America tra gli anni 30 e 50, quell’America diventata solitaria, la cui solitudine di allora è terribilmente simile a quella attuale della nostra generazione senza confini, legati solo da mondi virtuali, descrivendo solo profili immaginari, proprio come quelli dei quadri. Attraverso altre immagini dei quadri più noti di Hopper, riportati qui a fronte di ogni capitolo, Mozzati ci descrive quella desolazione, quello sconforto, l’inquietudine per questa solitudine imminente, attraverso le conseguenze del distaccamento sociale proprio come lo fa la TV francese. Riprende le opere di Edward Hopper e le affianca alle nostre città deserte al tempo del coronavirus. Riprende la crisi economica americana del ’29 e la confronta con quella che stiamo vivendo. Nelle opere di Hopper troviamo colori inquietanti (dans les œuvres de Hopper on retrouve des couleurs inquiétantes) proprio come inquieti siamo noi ora, e una malinconia che ti mette a disagio (et une melancolie qui mettent mal a l’aise). Insomma qui ho ritrovato anche le parole di Michele Mozzati, che ho estrapolato per voi. Tutto è governato dal fil Rouge del silenzio, quello acuto che ci avvolge ora che tutto è fermo, le strade vuote, i benzinai senza clienti e come l’artista stesso sordo, che dipinge il silenzio, ci mostra con il vigore della sua pennellata.

Se potessi esprimerlo con le parole non ci sarebbe più nessuna ragione di dipingerlo. Edward Hopper

E dato che siamo in tempo di Profezie, ecco la prefazione di Michele Mozzati:

“Questo libro è un non-libro di solito i libri si leggono, si sfogliano e si leggono. I non-libri invece si toccano, si guardano chiusi e aperti. E richiusi, si immaginano. Così fanno i bambini con i libri illustrati che alternano le parole ai colori. Questo libro non-libro è forse un oggetto per grandi che non hanno mai voluto smettere di leggere come fanno i bambini
Eppure è un libro adulto. E’ un atto d’amore nei confronti della luce addosso e della solitudine dentro, che sono poi le cose che mi pare abbia saputo trasmettere meglio Edward Hopper, il più grande pittore americano.

Storie ambientate tempi di Hopper e nel suo Paese. O da noi, anche ai giorni nostri o in epoche non meglio definite. Ecco, questo il gioco: entrare e uscire con me, lasciarsi prendere per mano e portar dentro i quadri di questo grande pittore del Silenzio e della Luce. Non è solo e tanto un esercizio di stile, è un esercizio della memoria e della fantasia, per vivere.
Quando guardi un quadro che ti emoziona non ti fermi alla critica, all’analisi tecnica. Ti lasci portar via e voli. E voli. E’ un viaggio dell’anima che fa molto bene“.

Edward Hopper Coronavirus

People in the sun, 1960

Gente che il sole le rimbalza addosso, in onda le pareti il cemento al suolo senza riempire l’aria. Luce che si incolla i muri. Gente che il sole non lo capisce e non si fa capire. La natura davanti a sé come se non fosse vera,  come se fosse un film; è un popolo che subito se ne dimentica. il campo di grano immenso è già stoppa. Guardalo.

Edward Hopper Coronavirus

South Carolina Morning, (1955) 

Rosso. Non è come dirlo. L’alba per esempio. Che è rosa. E il tramonto, arancio. Eppure il cielo nero del prima e del dopo, è lui che li colora i rosso, nel ricordo e nell’attesa. Come il cuore rosso, che dentro, al buio, è nero. Rosso qualche papavero che non si vede ancora. Un campo di grano, la fuori. Rosso è il corpo che lo domina. Cotone cremisi a regalare desideri d’estate. Possente come la luce che c’è dietro, luce immensa nella casa, mentre fuori il cielo è cobalto. Mattina in South Carolina. Sarà una giornata faticosa, anche se forse oggi sarebbe festa, e chi tiene più conto?

Non c’è domenica per la ranza (canto popolare Lombardo ndr). La ragazza in rosso ha tanto rossetto, a dire che il primo papavero è lei. Bella, piena di seno. Ma il cielo, è madido di vento solenne e il grano ha troppi lampi stamattina.

Sarà una giornata difficile.

Edward Hopper Coronavirus

IL LIBRO > Luce con muri. Storie da Edward Hopper di Michele Mozzati – Storie Skira – Euro 13,50.

Fabiola Cinque

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