Oggi, Safe Internet Day, riflettiamo sulla sicurezza informatica

Oggi, Safe Internet Day, riflettiamo sulla sicurezza informatica

MONDO – Oggi, 8 Febbraio, in oltre cento Paesi sul nostro pianeta si celebra una giornata che tocca molti aspetti e interessa praticamente ogni fascia di età. Citiamo solo alcuni pericoli, purtroppo diventati parte del nostro quotidiano.

Un tempo la Polizia Postale era impegnata a rincorrere falsari di francobolli o ad arrestare impiegati statali che lucravano durante il loro servizio. Oggi è diventato un corpo di élite, nel quale necessita una ottima preparazione web ed una prontezza due punto zero. Molti di loro vengono ospitati nelle scuole per fare prevenzione, per allertare i ragazzi contro un nemico fantasma dalle grandi potenzialità. Oggi, Safe Internet Day, si parla di sicurezza in rete, di armi per fronteggiare pericoli subdoli e sempre più presenti. Questo evento si tiene una volta l’anno ed è organizzato a livello internazionale con il supporto della Commissione Europea.

L’IPERCONNESSIONE DEI PIU’ PICCOLI

A quanti è capitato di andare a mangiare una pizza ed avere vicino un tavolo di giovani genitori in compagnia del loro pargoletto? Il bambino in età prescolare è un maschietto ed inizia a fare delle strane bizze, poi la mamma estrae fuori dalla borsa lo smartphone ed il piccolo si calma. Il padre in erba scarica dalla rete un gioco di guerriglia urbana ed al piccolo erede brillano gli occhi. Loro mangiano la pizza messaggiandosi con amici o parenti, ed il maschietto spara una raffica di colpi ad una serie di brutti ceffi tatuati e sanguinolenti.

Il Safe Internet Day è finalizzato a far riflettere anche su situazioni come questa, è rivolto all’uso consapevole di un mezzo pericoloso. Internet può essere senz’altro considerato una risorsa, ma dipende dall’artigiano che lo usa e lo plasma estrapolandone il meglio. Quindi, in giornate come questa, diventa importantissimo il confronto, per evitare che quel bambino si trasformi in un drogato di connessione.

Nel periodo di Lockdown, è divenuta obbligatoria la DAD anche ai bambini di prima e seconda elementare, per non rimanere indietro nel programma. A quell’età, sarebbe anche giusto non avere programmi e dare sfogo alla fantasia, alla libertà, che di lì a pochissimo gli verranno sequestrate per sempre.

SAFE INTERNET DAY E IL CYBERBULLISMO

Quel bambino allattato a videogiochi è cresciuto ed i due premurosi genitori lo hanno corredato di i-phone. Dice che lo hanno fatto per poterlo chiamare in ogni momento e sapere dove si trova. Ha anche il motorino e sono preoccupati. Quando lo chiamano, lui difficilmente risponde perché è molto occupato: insieme ad altri due tipetti come lui, è impegnato ad usare quella tecnologia per filmare aggressioni. Non ha velleità registiche, è soltanto cresciuto sparando, un frustrato che scarica la sua repressione sui più deboli. Con questo, non vogliamo ovviamente dire che tutti i bambini appassionati di videogiochi si trasformino in bulli o passivo-aggressivi.

Le scuole sono però sempre più popolate da situazioni come queste, ragazzi che mettono in rete anime candide accerchiate dalla prepotenza del branco. La mitica associazione Telefono Azzurro propone, durante questa importante giornata, un dibattito pubblico in streaming. Il professor Ernesto Caffo, fondatore di questa storica associazione, sottolinea:

Negli ultimi due anni il dibattito attorno alla pandemia e alla diffusione del virus ha messo in secondo piano l’attenzione al tema importantissimo della salute mentale di bambini e adolescenti. Quarantene e Dad stanno avendo un impatto non solo sull’apprendimento scolastico, ma anche sulla socializzazione, condivisione e creazione di relazioni empatiche, rischiando di creare nelle nuove generazioni un profondo danno educativo, sociale, formativo e psicologico.

A questo, personalmente aggiungo, che a costo di farci odiare dai nostri figli dobbiamo limitare in ogni modo l’uso smodato della rete. Molti sono deboli e, come tali, si fanno attrarre esclusivamente dal marcio che la popola, dall’ozio, dalla noia atavica inutile ad una sana maturazione. È importante invece portare l’attenzione dei giovani su esempi positivi che hanno sfruttato il mezzo, che hanno usato il mondo virtuale con efficacia.

AGE VERIFICATION

Il fortunato teppista, alla sua prima prova di regia, se l’è cavata con una sospensione scolastica di soli quindici giorni ed una ramanzina dal padre. Il sacco di pipì che ha lanciato sulla compagna dai capelli rossi, l’ha presa solo di striscio. È depresso perché ha avuto poche visualizzazioni ma, non averla centrata in faccia lo ha salvato da una denuncia ben più grave.

I suoi lo lasciano chiuso in casa, gli tolgono il cellulare, ma non cambiano la vecchia password al pc. Il giovane Kubrick è stuzzicato dalla pornografia, da quel mondo zeppo d’immagini divise per categorie che riempiono siti non sicuri. Proprio come i più grandi lo sono dal mondo delle app d’incontri, utilizzate in modo ossessivo senza riflettere sull’enorme diffusione in rete dei propri dati personali e intimi. Di questo avevamo parlato tempo fa in un nostro approfondimento. Lui non è ancora maggiorenne, ma è scaltro perché sono anni che naviga in rete e sa come aggirare certi ostacoli. La verifica dell’età in molti casi è una barzelletta. Sei maggiorenne? SI. Ed il gioco è fatto: sei pronto a lasciarti travolgere da immagini di qualunque tipo senza freni.

La Polizia Postale sta lavorando molto anche su una nuova protezione chiamata Age Verification System. Prevede l’inserimento di più informazioni personali che solo il maggiorenne conosce. Problemi, soluzioni: di questo abbiamo bisogno.

SMART WORK E SAFE INTERNET DAY

Credo che in giornate come la Safe Internet Day si debba parlare del male, di quello che non va, mettere in evidenza casi limite per trovare soluzioni. Sempre Telefono Azzurro ha fatto un’indagine tramite Doxa, realizzata su un campione di 800 genitori con figli tra i 12 e i 18 anni e di 800 giovanissimi, che verrà presentata per la prima volta nel corso del dibattito di cui sopra. Fra le molte domande ve ne era una proprio sul lavoro a casa. È venuto fuori sia stato considerato molto più logorante rispetto a quello sul posto di lavoro, sebbene pare aumenti la produttività, come spiegato in un nostro articolo sullo smartworking. Parlando di pro e contro, in tanti si sono sentiti ostaggio delle troppe distrazioni presentate dalla rete.

La sicurezza informatica è un problema enorme. Una giornata all’anno non è molta per sconfiggere questa piaga, ma serve a smuovere le acque.

 

Francesco Danti

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