Thanksgiving Day, Giorno del Ringraziamento, a tavola con lo chef

Thanksgiving Day, Giorno del Ringraziamento, a tavola con lo chef

ITALIA – Lo Chef Fabio Campoli ci racconta le origini del Giorno del Ringraziamento e ci offre alcuni consigli su come viverlo e festeggiarlo, rigorosamente a tavola. Quindi, in previsione di giovedì 26 novembre, vi invitiamo a preparare la celebre pietanza seguendo la speciale ricetta del Tacchino farcito con salsa di mirtilli rossi. 

Il Giorno del Ringraziamento o Thanksgiving Day è una delle festività più importanti del Nord America. La data della sua celebrazione è variabile, in quanto ogni anno coincide con il quarto giovedì di novembre (quest’anno ricadrà giovedì 26 novembre). Ma da dove trae le sue origini? E come festeggiarlo anche noi in tavola? Ce lo racconta Fabio Campoli!

Fabio, ormai sappiamo bene che attraverso Prodigus.it e la rivista Facile Con Gusto ogni mese in edicola sotto la tua supervisione editoriale, a te e al tuo staff non mancano di certo le occasioni di approfondimento dei più svariati argomenti intorno a cultura e buona cucina. Cosa ci racconti del Thanksgiving?

Si tratta di una giornata che mira ad essere commemorativa di eventi che hanno preceduto di oltre un secolo la nascita degli stati americani. Il Thanksgiving si riferisce in particolare allo sbarco dei padri pellegrini. Era il 21 novembre del 1620 quando 41 uomini e 61 fra donne e bambini approdarono nel porto di Capo Cod (in Massachussets); dopo il lungo ed estenuante viaggio a bordo della nave Mayflower che li aveva condotti dalla città inglese di Plymouth in America, i padri pellegrini, di religione cristiana puritana, dovettero affrontare un inverno rigidissimo con scarse risorse e molti di loro morirono prima che arrivasse la primavera. I superstiti provvidero però a dissodare la terra e a coltivarla, stipulando accordi di pace con le tribù algonchine native del luogo, così che, nel mese di ottobre del 1621, poterono festeggiare, grazie allo scambio di collaborazione nella coltivazione di vari ortaggi, il primo raccolto.

FABIO CAMPOLI MYWHERE

Ma da dove trae origine l’usanza di portare in tavola il tacchino?

Fu proprio nell’occasione dei festeggiamenti per il primo raccolto che i padri pellegrini offrirono a circa 100 indiani presenti un banchetto a base di anatre e tacchini, carni che ancora oggi restano in assoluto le più simboliche della tavola del Giorno del Ringraziamento. Sembra inoltre che furono sempre i suddetti padri ad introdurre propriamente l’allevamento del tacchino negli Stati Uniti, dove il clima e l’habitat generale si mostrarono subito particolarmente idonei allo scopo. Inoltre, non bisogna sottovaluta che del tacchino era davvero ghiotto Abramo Lincoln, e non è da escludere che la tradizione americana lo abbia prediletto come portata principale della giornata anche in ricordo dei gusti del presidente.

Non c’è film o serie televisiva americana che non ci abbia mostrato e lasciato familiarizzare con l’enorme tacchino farcito cotto in forno. Ma volendosi cimentare nel prepararlo, non sembra essere un’impresa troppo semplice!

Non dimenticherò mai l’esilarante episodio di Mr Bean che lo vede alle (comiche) prese con un tacchino del Ringraziamento a dir poco gigante! E’ innegabile che destreggiarsi con la cottura di un tacchino intero non sia cosa così semplice e scontata. Non è così facile ottenere una carne morbida e non stopposa, soprattutto se non si possiede un forno realmente adatto alla cottura, più simile a quelli professionali, ovvero dotato della funzione vapore. E’ l’ideale per riuscire a “precuocere” la carne a 85°C in ambiente umido, per poi effettuare la rosolatura a 200°C a secco solo alla fine, spennellando eventualmente in questa fase il prodotto con del ketchup o della salsa barbecue mescolati con del miele per rendere il prodotto ben caramellato e lucido in superficie.

Accanto al tacchino, quali sono altre pietanze simbolo del Thanksgiving Day?

Di certo è impossibile non citare il corn bread, una sorta di “pane veloce” impastato con farina di mais e con aggiunta di lievito chimico (o bicarbonato), formato in teglie rettangolari e servito a fette o a quadratini. C’è poi il classico purè di patate, spesso servito con la salsa gravy (il tipico fondo di carne cremoso anglosassone), e un semplice quanto popolare contorno a base di scalogni, funghi e fagiolini (una sorta di stufato). Per dessert, irrinunciabili le ricche crostate autunnali americane come la pumpkin pie, con farcitura di zucca, l’apple pie di mele e la pecan pie, con un golosissimo ripieno di noci pecan e caramello.

Quanto è sentito il giorno del Ringraziamento nel nostro paese?

Non particolarmente, anche se non si può negare che la globalizzazione stia portando a sempre un maggior aumento di simpatizzanti delle tradizioni d’oltreoceano. Dopotutto, abbiamo “adottato” Halloween, più di recente i Black Friday, ma forse questa festa resterà sempre un po’ più lontana da noi essendo legata ad un avvenimento storico dal forte significato locale più che globale. Al contempo, però, perché non cogliere l’occasione per ringraziare ed essere grati? Al cielo, ad un amico o ad un parente, o ancora al destino per chi crede in esso. Ringraziare ci farà bene, ancor più in quest’anno segnato da tanti avvenimenti che hanno sconvolto la vita di tutti, e ci aiuterà ancor più a perseverare nella speranza di voltare pagina con l’anno nuovo.

E allora, cosa portare in tavola per un perfetto giorno del ringraziamento all’italiana?

Ho pensato di regalarvi le ricette tratte da Facile con Gusto del tacchino farcito con spinaci, servito con una salsa di mirtilli rossi (quelli utilizzati in America sono di una particolare varietà, ma anche quelli essiccati reperibili nei nostri supermercati si presteranno ottimamente), e della pumpkin pie, perfetta da preparare in questi ultimi tempi in cui la zucca è di stagione.

pumpkin pie Fabio Campoli zucca
La pumpkin pie di Fabio Campoli

Invito anche a preparare un buon drink con cui brindare alla vita per l’occasione: utilizzando un buono spumante italiano, potrete donargli un tocco di originalità imparando a giocare con gli abbinamenti tono su tono. Ad esempio, a me piace aggiungere al prosecco una parte di infuso di karkadè (freddo), qualche goccia di alchermes e dei petali di rosa e chicchi di melagrana che galleggeranno in superficie nel bicchiere. Solo un esempio di tante piccole varianti che potrete giocare a creare secondo i vostri gusti e fantasia.

RICETTA del TACCHINO FARCITO CON SALSA DI MIRTILLI ROSSI 

 

Ingredienti per 8 persone:

Tacchinella disossata, 1

Pane casareccio, 400g

Spinaci freschi, 200g

Cipolla, 1

Uova, 2

Brodo di tacchino, 150ml

Burro, 30g

Sale e pepe, q.b.

Per la salsa ai mirtilli rossi:

Mirtilli rossi essiccati, 150g

Vino rosso, 60ml

Succo d’arancia, 60ml

Succo di 1 limone

Zucchero, 30g

Amido di mais, 1 cucchiaino colmo

Acqua, 180ml

 

 

Iniziate con la preparazione della farcitura: tagliate finemente la cipolla, e riponetela in una casseruola a cuocere con un coperchio insieme al burro, e un pizzico di sale e pepe, finché non risulterà ben stufato. In seguito unite il brodo di tacchino, aggiungendo anche le foglie di spinaci finemente tritate. Fate ribollire per un paio di minuti e poi spostate dal fuoco.

A parte, rimuovete la crosta dal pane, tagliatelo a cubettoni e disponetelo su una teglia, lasciandoli tostare appena in forno preriscaldato a 180°C. Trasferite il pane in un recipiente, e versatevi sopra il brodo intiepidito, lavorando bene fino ad ottenere un composto morbido e omogeneo. Infine, incorporate al tutto le due uova, correggendo con sale e pepe se necessario.

Utilizzate il composto ottenuto per farcire la tacchinella, che avrete avuto cura di far disossare in ogni parte. Poi arrotolatela su se stessa (per un risultato diverso da quello americano, ma più facile da affettare e servire in tavola), legatela bene con lo spago, salatela in modo uniforme in superficie e sistematela sulla griglia da forno.

Cuocetela con la funzione vapore a 100°C per almeno 1 ora e mezza, poi procedete alla rosolatura finale alzando a 200°C e cuocendo per ancora 15 minuti. Per la salsa d’accompagnamento, riponete i mirtilli rossi essiccati insieme all’acqua, il succo d’arancia e il vino in un pentolino, portate il tutto a ebollizione e lasciate cuocere per almeno 30 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Infine, disciogliete l’amido di mais in pochissima acqua, unitelo velocemente alla salsa mescolando con una frusta, e lasciate cuocere ancora qualche minuto il tutto per raggiungere una buona densità.

Al termine, fuori dal fuoco, unite il succo del limone e lasciate intiepidire, per poi servire la salsa di mirtilli rossi con la carne.

L'Editore

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