Scavi di Pompei: un must dell’estate 2020

Scavi di Pompei: un must dell’estate 2020

POMPEI  – A di Agosto come Arte e come Archeologia. Dopo il lockdown riscoprire i luoghi storici ed i siti archeologici, come vi abbiamo raccontato anche per Paestum, ci fa godere dell’arte, nel rispetto delle norme Covid, con una calma esclusiva che diventa un lusso estremo dimenticato da troppo tempo. E non dimenticate di mettere in valigia un bel cappello!

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La Vista del Vesuvio e la statua dello scultore moderno Igor Mitoraj

Tra i posti da mettere nella lista dei must per l’estate 2020 Pompei è sicuramente uno dei primi; qualcuno potrebbe obiettare che andare in un sito come questo a luglio o agosto è un po’ un suicidio, visto che si tratta di una visita prevalentemente all’aperto e, diciamocelo, viali alberati non ce ne sono molti, ma… da quest’estate ci sono delle novità: sono stati ampliati i percorsi (che sono unidirezionali) e ce n’è uno, quello dell’Anfiteatro, che offre anche un’oasi di verde! Visitare Pompei vuota al tempo del Covid è un’esperienza da fare. Ecco il mio viaggio a Pompei con mille foto a corredo un’atmosfera magica.

Pompei Vuota per Covid foto MyWhere copyright
L’ingresso da Porta Marina, in una Pompei deserta, dove le norme Covid sono state rispettate a perfezione. Foto MyWhere copyright

Noi abbiamo optato per l’altro itinerario, quello da Porta Marina, dove è consigliabile, assolutamente, portarsi un bel cappello, e se siete indecise su quale cappello mettere in valigia leggete i nostri consigli.

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Ecco i cappelli che abbiamo scelto noi per visitare Pompei

Tuttavia, se non potete evitare il caldo, almeno potete evitare la calca di gente, in quanto, come si sa, un effetto positivo del Covid-19 è sicuramente quello di poter visitare i siti storico-artistici più famosi e gettonati senza dover sgomitare per vedere un’opera o camminare in processione.

L’antica città di Pompei deserta in tempo di Covid-19

Per quanto mi riguarda, posso dire che il sogno di vedere Pompei, si è realizzato in un giorno di luglio 2020 in modo semplicemente fantastico, grazie a una serie di congiunture favorevoli che hanno reso la visita davvero speciale!

Pompei Vuota per Covid foto MyWhere copyright
Noi con la guida, l’archeologo Ivan Varriale, in una Pompei vuota. Foto MyWhere copyright

Dalla scelta della guida, l’archeologo Ivan Varrialetitolare dell’Associazione Archeologia Napoli, al leggero venticello che rendeva la giornata di sole sopportabile, alla moderata presenza di turisti (come ho detto, causa disposizioni Covid), tutto ha contribuito a rendere questa passeggiata decisamente gradevole e interessante, alla faccia dell’orario concordato per le 14.00 (!), che in piena estate avrebbe scoraggiato anche i più temerari.

IL PERCORSO

Viaggio a Pompei mywhere
Fontana delle Terme suburbane

Avendo scelto il percorso da Porta Marina, abbiamo iniziato la visita dalle Terme suburbane, che sono una delle novità della recente organizzazione di Pompei, essendo state riaperte recentemente dopo i lavori di manutenzione. Costruite a ridosso delle mura e ancora non terminate al momento dell’eruzione, le terme si sviluppano lungo la tipica sequenza dei bagni termali, che dallo spogliatoio (apodyterium) passano ai vari ambienti differentemente climatizzati (frigidarium, tepidarium e calidarium), rivelando via via le varie bellezze della decorazione ancora visibile: dagli affreschi parietali, ai pavimenti musivi, a una splendida fontana a mosaico policromo, fino agli ingegnosi sistemi di riscaldamento a ipocausto.

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Guardando bene i resti degli affreschi dello spogliatoio notiamo che raffigurano scene piuttosto “esplicite”: quello che sembra proprio una trasposizione in affresco del kamasutra è in realtà una usanza abbastanza comune nel mondo antico e in questo caso – a detta di diversi studiosi – si tratterebbe di un invito per i clienti a “visitare” le lupanare al piano di sopra.

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Entrati nelle mura cittadine si attraversa la vasta zona del Foro, con i resti della imponente basilica e di altri edifici, e ci immettiamo nel reticolo di strade fiancheggiate da numerose… case e botteghe: esatto, proprio così! Una ripetuta combinazione di due ambienti, con ingressi separati e differenti, indica la consuetudine di costruire il negozio accanto all’abitazione, la qual cosa non necessariamente era collegata alla professione del proprietario, perché spesso il locale veniva solo dato in affitto a commercianti o artigiani, fungendo da vera e propria rendita.

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Affreschi delle Terme con temi erotici

Finalmente si cominciano a visitare le case. Purtroppo, diverse di quelle più famose sono al momento chiuse e bisogna fare una selezione, che varia anche in base al percorso.

Gli affreschi e i mosaici pompeiani

La prima che visitiamo è la celeberrima casa del Menandro, appartenuta a un ricco proprietario, “ammanicato” con alte sfere della politica romana, e doveva veramente stare bene a giudicare non solo dall’estensione della dimora (più di 1800 mq!), ma anche dalla bellezza e varietà delle decorazioni ad affresco e mosaico, ancora ben conservate, dei vari ambienti. Dallo spazioso atrio con il lalario, al grande peristilio, al triclinium e i numerosi cubicola, i temi, dipinti prevalemente nel IV stile, riflettono in modo emblematico il gusto e la moda di allora, dove imperava il fascino per il mondo orientale, sia per l’Egitto (paesaggi nilotici con Pigmei) sia per la Grecia (scene con Lacoonte, Cassandra e altri personaggi). Il nome dell’edificio però fa riferimento alla cultura latina, e precisamente ad un affresco che ritrae il grande poeta latino, Menandro, appunto.

A confermare l’elevato status sociale del dominus, è stata anche la scoperta di un tesoro, situato in corrispondenza della zona termale, che ha riportato alla luce gioielli d’oro, oltre un centinaio di pezzi d’argenteria e una cospicua somma di denaro.

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Casa del Menandro, stalla con Cisium

Interessante anche la zona servile dove si può ammirare un bel carro da trasporto, il cisium, che con le sue grandi ruote permetteva di baipassare gli alti passaggi pedonali. Questo esemplare conserva delle parti originali, ovviamente restaurate.

Non spostandoci molto, tra il vicolo del Menandro e via dell’Abbondanza, si trova un’altra spettacolare dimora, detta la Casa del Criptoportico, il cui sontuoso aspetto originario (inglobava due abitazioni) fu compromesso nel I secolo da successive ristrutturazioni cambiando anche le destinazioni d’uso. Costruita su due livelli, la casa presenta un elegante portico sotteraneo da cui si accedeva a un grande salone e alle terme private (all’epoca un vero lusso!).

Mentre passiamo sotto le volte ammirando i cicli pittorici ispirati a temi omerici e mitologici e il bellissimo pavimento musivo del soggiorno, Ivan ci spiega che dietro l’apparente funzione decorativa, destinata a soddisfare un pubblico più superficiale, queste immagini erano concepite per veicolare precisi messaggi a menti più colte ed attente.

Anche i numerosi rilievi di forma fallica che si incontrano lungo le strade accanto a porte e cancelli e che fanno sorridere, se non pienamente ridere, i turisti, per i romani di allora erano quanto di più normale, essendo simboli apotropaici, cioè utilzzati per allontanare la sfortuna e portare ricchezza e fertilità. Più o meno come i famosi cornini rossi dei napoletani, o dei superstiziosi in generale.

 

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Casa del Menandro, atrio

Dirigendoci verso la parte nord-ovest, sulla IV Regio (così vengono chiamati i quartieri di Pompei), grazie a “manovre” di Ivan, riusciamo a vedere anche la casa di Marco Lucrezio Ferrone, che non era in programma perché facente parte di un altro percorso, ed entriamo infatti dal retro per non trovarci in concomitanza con l’altro gruppo. Anche questa impostata su due livelli, ma di minori dimensioni, presenta una veduta molto scenografica con il giardino sopraelevato in asse con l’ingresso principale; l’elemento di spicco è la fontana, situata in una nicchia decorata a mosaico e decorata con sculture raffiguranti personaggi di riti dionisiaci.

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Risalendo la via Vesuviana si arriva ad un’altra “perla” dell’edilizia dell’antica Pompei: la Casa degli Amorini dorati.

Pompei deserta al tempo del Covid Foto Mywhere
Peristilio Amorini dorati

E’ giustamente ritenuta una delle più belle case romane di questa città, e non tanto per la sua struttura quanto per la raffinatezza e varietà del suo apparato decorativo: dai mosaici pavimentali del tablinio e del soggiorno, a quello in cocciopesto con inserti in marmo del peristilio, all’elevata qualità delle pitture parietali con temi tratti dalla mitologia greca e dalla religione egizia, la casa rivela il gusto raffinato e colto dei suoi proprietari, appartenenti alla gens Poppeae, cioè probabilemte imparentati con la moglie dell’imperatore Nerone.

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Visitare Pompei al tempo del Covid. Foto Mywhere

Ma che c’entrano gli “amorini dorati”? Come ci spiega puntualmente Ivan, il nome fa riferimento ad una decorazione di un cubicolo dove figure di amorini sono incisi su medaglioni in lamina d’oro.

 

Casa del Criptoportico, mosaico pavimentale

Prima di tornare all’anfiteatro, risalendo sempre via Vesuviana, la nostra impeccabile guida ci fa soffermare in un punto dove altri miti e altre storie stanno reclamando la luce; nuovi volti dai colori vividi come i loro sguardi, sembrano voler emergere da strati di frammenti litici di quasi 2000 anni!

Pompei deserta. Foto MyWhere copyright
Noi con la Guida in visita in una Pompei deserta. Foto MyWhere copyright

Tornati nella zona del Foro non possiamo non vedere i tristemente celebri calchi, che hanno immortalato innumerevoli spaccati di vita. Come colpiti dal sortilegio della Gorgone Medusa queste figure – che erano persone – suscitano sempre un terribile mix di stupore e pietà.

Pompei deserta per Covid . Foto MyWhere copyright
Pompei deserta per Covid . Foto MyWhere copyright

Dopo quasi tre ore e mezzo di tour, tra strade romane e saliscendi di ripiani irregolari, i nostri piedi stanno per darci l’aut-aut, e l’Anfiteatro (sigh!) dovrò rimandarlo al prossimo appuntamento.

Perché ci sarà sicuramente un prossimo appuntamento con Pompei. Tanta bellezza e tanta storia ci induce a fruire di questi luoghi un po’ alla volta, per comprenderli con il cuore oltre che con la mente.

Pompei deserta. Foto MyWhere copyright
Noi in gruppo, esausti ma felici, in una Pompei deserta. Foto MyWhere copyright

Ma prima di meditare su tutto questo, andiamo a rilassarci con un bel gelato!

Giuliana D'Urso

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